Niall,
sarò probabilmente su un aereo che mi riporterà in America quando tu leggerai questa lettera, e bada, ho detto America, non casa, perché se c'è una cosa di cui sono certa è che oramai questo concetto non lo trovo più in quattro mura o su un documento con la mia data di nascita. Casa per me sei tu, lo sei stato dal primo istante che ho sentito la tua voce, ancor prima di parlare per la prima volta. Casa per me eri tu, ma è così rischioso affidare tutte le caratteristiche di una casa, la sicurezza, la stabilità, anche i ricordi, ad una persona, perché entrambi sappiamo che le persone mutano, e la colpa spesso non è mai di nessuno. Accade.
Non mi pento di averti considerato casa, sono solo triste perché ora non so dove tornare dopo una lunga giornata di lavoro, scuola, non so dove andare perché mi sono persa e non mi sono mai sentita così sola in tutta la mia vita.
Probabilmente io però non sono casa per te, e forse la colpa stavolta è la mia, non lo capisco, nemmeno lo accetto, per questo me ne sono andata, perché nonostante tutto continui a essere la persona che più ho amato al mondo, e sarei stupida a mentire per orgoglio. Non mi importa più, ti amo, sono follemente innamorata, e me ne vado.
Me ne vado perché sono troppo consapevole dei sentimenti che provo per te e non voglio morirci a guardarti baciare qualcuna che non sono io, me ne vado e ti lascio il mio cuore perché ti appartiene e non mi importa di riaverlo perché troverebbe sempre un modo per tornare dal suo legittimo proprietario, e io non voglio tornare.
Perché ti amo.
Ho una tua felpa, quella che mi hai lasciato l'ultima volta che ti ho visto, ha il tuo odore impresso e non ho ancora il coraggio di lasciarla, mi ci vorrà del tempo ma per ora sarà il ricordo più forte che ho di te.
Non mi sono addormentata, per quel resto che mi restava della notte non ho dormito. Non so quante ore abbia passato a fissarti, tutto, esattamente tutto, a partire dal modo in cui respiravi lentamente, il battito del tuo cuore sotto le mie dita, il modo in cui avevi allacciato le braccia intorno a me come a trattenermi ancora un po', tutto mi urlava di restare.
E ci sarei rimasta, te lo giuro, ma mi hai fatto troppo male, la situazione con i media si era fatta contorta, non potevamo rimangiarci quello che avevamo detto, e sapevo che nella camera libera in fondo al corridoio dove avrei dovuto dormire io c'era lei, lo sapevo, l'avevo capito dallo stesso istante in cui mi avevi detto di farmi la doccia da te.
Mi dispiace, perché se siamo arrivati a questo la colpa è anche mia.
Tutte le volte in cui ho pensato di scriverti una lettera ho sempre pensato che l'avrei conclusa con una frase come nonostante tutto io ci sarò ad aspettarti domani.
Ma domani io sarò in un altro stato, con altre persone che non saranno te e altri luoghi nei quali non potrò rievocare quella che è stata la storia più bella della mia vita. E ti amo Niall, ti amo come mai amerò nessun'altro, ma quello che mi hai fatto è stato abbastanza da riuscire a farmi odiare me stessa perciò me ne vado, come la più grande codarda di questo mondo, perché di svegliarti quella mattina non ne ho avuto il coraggio, ti ho lasciato questa lettera che ho scritto sul letto mentre tu dormivi e ora ti osservo e so che tutto questo mi mancherà, ma è giusto così. Questo dolore mi ricorderà che tutto questo amore è stato vero.
Perciò, nel mio piccolo, spero che anche tu ti sentirai almeno un decimo male di come sono stata io, per essere sicura che tutto questo non è stato per finta.
A te il mio cuore, con lacrime
Edith.
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I Found Love in your Laugh [N.H] #Wattys2016
FanfictionIN REVISIONE -Con la vita che conduco non c'è mai tempo per il tramonto, perché non è una cosa che vedi e basta, no. Il tramonto è molto di più, lo si deve guardare tutto dall'inizio alla fine, perché c'è un momento, uno preciso, che è perfetto per...