CapitoloVentitre- Photograph

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Blocco subito il telefono, sentendomi contemporaneamente in colpa e maledettamente curiosa. Dovuto fare cosa? A quest'ora? So che probabilmente la notte per i ragazzi è relativamente un momento di riposo, anche se non credo che l'una sia adatta per comunicazioni del genere.
Stringo gli occhi, decisa a ritornare a dormire, ma il telefono squilla altre due volte, e non riesco a fare a meno di riprendere il telefono e sbloccarlo velocemente.

Un nuovo messaggio da: Louis
Ho già parlato con Richard, vuole vedere te e Edith a pranzo

Un nuovo messaggio da: Louis
So che non averi dovuto farlo in questo modo, ma non mi hai dato altra scelta. Non sono tranquillo con lei di mezzo, e farvi uscire allo scoperto è la cosa più logica. Spero che tu capisca

Affondo le unghie nei palmi e rimetto il telefono al suo posto. Se prima avevo anche solo pensato di riuscire a sonnecchiare un altro po' ora è decisamente fuori discussione. Mi rigiro attenta a non svegliare Niall che mi stringe con ancora più forza, sistemando meglio la testa sul mio stomaco. Sembra terribilmente piccolo, le labbra rosee leggermente socchiuse e i capelli spettinati che continuo a toccare. Sono morbidissimi, e mi rilassa giocarci.
-Perché ho l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa Ni- sussurro piano piano, senza disturbarlo. Arriccia il naso e sospira, ancora all'oscuro del disastro che succederà da lì a poche ore. -Perché, improvvisamente, non mi sembri più così vicino?-

***

-Ah, non dormivo una notte intera da una eternità- sospira Niall svegliandosi -Cos'è tutto questo casino?-
Alzo le spalle, è da un po che si sente del trambusto nelle strade, ma non è una cosa che succede di rado, e sono sinceramente troppo pigra e disinteressata per alzarmi e andare a vedere. Allungo le braccia sopra la testa e mi stiracchio. Non è la prima volta che Niall si addormenta quando siamo assieme, non me la prendo mai perché so che ha una vita e un lavoro pesante. E poi ogni volta che lo fa ci ricavo un album fotografico pieno anche di video imbarazzanti dove sbava sul cuscino o parla nel sonno.
È sempre bello guardare la sua faccia sconcertata mentre li guarda. 

Mi ruba gli occhiali in un momento di distrazione e se li infila, facendo una faccia stranissima che non riesco a vedere bene.

-AHHH, NON CI VEDO!- urla passandosi una mano davanti al viso, o credo. La sua voce, roca di mattina appena sveglio, uccide le mie povere orecchie che si erano abituate al silenzio rilassante che c'era stato per tutto il tempo, sobbalzo visibilmente, scuotendo la testa.

-Bene, nemmeno io. Ti dispiacerebbe ridarmeli?- allungo una mano verso il suo viso ma non avendo il senso della profondità non tocco nulla. -Eddaaaaii-
Vedo il suo contorno confuso vibrare perché sta ridendo e alzarsi dal divano. Scappa nel corridoio ancora semi buio per via delle finestre ancora chiuse. Se si allontana è ancora peggio, non lo vedo praticamente più. Aiutandomi con le cose che mi circondano, mi alzo a mia volta e lo seguo nel corridoio, strizzando gli occhi inutilmente. Seguo l'eco della sua risata fino ad arrivare in cucina.

-Vuoi il secondo round di ieri sera? Credevo fossimo pari!- scherzo quando lo vedo (teoricamente) dall'altro lato del tavolo pronto a scattare. Faccio un passo falso in avanti e inciampo nella sedia, cadendo rovinosamente per terra. Più che il dolore sento l'imbarazzo.

-Sei caduta?- dice. Mi mordo la lingua per non rispondergli male e mi mantengo la fronte con la mano.

-Nooo, volevo solo abbracciare il pavimento, sai così. Un momento di solidarietà tra amici- scherzo facendolo ridere fortissimo. Mi si avvicina a mi inforca gli occhi neri, mi ci vogliono alcuni secondi prima di riuscire a mettere di nuovo tutto a fuoco e vedere la sua mano che si propone di aiutarmi.

I Found Love in your Laugh [N.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora