CapitoloOttantadue- Truce

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ASSOLUTAMENTE OBBLIGATORIO LEGGERE IL CAPITOLO ASCOLTANDO TRUCE DEI TWENTY ONE PILOTS

Appena arriviamo nel suo piano mi dirigo senza esitazioni verso l'ultima stanza, ma non faccio altro che accasciarmi su me stessa e tremare, sento più freddo ora che quando stavo fuori. Le sue mani sono subito sui miei fianchi per sorreggermi ma io cerco comunque debolmente di sottrarmi, eppure il torpore della sua pelle mi fa sentire subito meglio.

-Non mi toccare.- bofonchio piccata facendo leva sul muro per tenermi in piedi senza il suo aiuto.

-Vaffanculo.- dice, anche se con la voce preoccupata. Mette il suo palmo sulla mia fronte e lo ritira subito agitandolo. -Cristo Edith, sei di fuoco.-

Deglutisco scuotendo la testa e ostinata cerco di raggiungere la mia camera. -Mi basterà fare una doccia e sarò come nuova.- affermo tremante, ma prima di arrivare a destinazione cono costretta ad appoggiarmi su uno dei mobili ornamentali che abbelliscono il corridoio per non cadere e gemo di dolore quando ci sbatto le mani ferite contro. -Cazzo.- piagnucolo.

Mi stringe contro il suo petto, facendomi mettere i piedi sulle sue scarpe griffate e fa qualche passo all'indietro per ritornare verso camera sua, lotto debolmente anche se vorrei davvero staccarmi, il suo corpo mi è così familiare. -Non riesci a stare in piedi, figuriamoci a farti una doccia da sola.-

-E allora che suggerisci, cervellone.- ghigno cercando di toccare il meno possibile il suo corpo ma è maledettamente difficile da come è salda la su presa sul mio torace.

-Ti aiuto.- risponde con serietà, senza quel pizzico di malizia al quale avevo cominciato ad abituarmi con il tempo, non allude ad altro, vuole solo aiutarmi, in qualche modo morboso, e gliene sono silenziosamente grata.

Apre la porta e butta le chiavi per terra richiudendosela alle spalle e senza fare altre tappe mi porta direttamente in bagno. C'è ancora il mio borsello del trucco, l'intimo con il quale mi ero svegliata questa stessa mattina, le mie scarpe e sono anche più tosto sicura che se ritornassi in camera da letto troverei anche i nostri vestiti appallottolati per terra, esattamente dove li avevamo lanciati ieri sera dopo aver consumato un altro briciolo di quello che ero solite solite chiamare amore. Sembra tutto lontano anni luce e invece devono ancora passare 24 ore. Gemo ad ogni passo, ho paura di abbassare lo sguardo sulle mie gambe per vedere in che condizioni sono le mie ginocchia, ma dalle fitte di dolore che mi procurano non devono essere soltanto graffi. Mi fa sedere sul bordo della vasca e mi alza il mento esaminandomi la mascella.

-Ti sei tagliata anche qui, credo con il vetro.- dice leggermente e tira da sotto il lavandino il kit medico. Ne tira fuori dell'ovatta che bagna con l'acqua ossigenata e incomincia a tamponarla sulla mia faccia. Lancio un verso strozzato quando applica troppa forza e la mia mano si chiude automaticamente contro il suo polso e stringo gli occhi, quando li riapro lo trovo con il labbro tra i denti e un'espressione afflitta in volto. -Scusa.- balbetta e butta l'ovatta, oramai sporca, nel cestino dietro di lui.

Lascio dopo troppo tempo il suo braccio, notando solo allora i lividi sulle sue nocche pieni di tagli. -Cosa...-

-Non è niente, sto bene non fanno male.- mente, porta una mano dietro la mia nuca e scioglie delicatamente la mia coda di cavallo infilandosi il mio codino al polso, fingo di non aver notato quel gesto mentre mi aiuta a sfilarmi il cappotto di Seth, fin troppo grande per essere mio, così come la felpa che ha ancora l'odore del suo dopobarba, ma lui non dice nulla anche se so che se ne è accorto. Vorrei dirgli che lui è gay, ma non capisco a che scopo, non gli devo niente, nessuna spiegazione, non è colpa mia se ora ci troviamo in questa situazione.

Ha gli occhi lucidi e tira spesso su con il naso, vorrei chiedergli cosa gli prende ma mi sento troppo male e sono continuamente scossa dai brividi. -Che stai facendo?- chiedo flebilmente mentre le sue mani corrono al bordo della mia felpa e li tirano verso l'alto.

I Found Love in your Laugh [N.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora