CapitoloQuarantuno- Mess

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Siamo quasi arrivati a casa quando mi parla per la prima volta durante il viaggio.-Quando?-

-Prima che l'auto si schiantasse- sussurro avvicinandomi di più a lei, riesco a vedere il tassista squadrarci dallo specchietto curiosamente. -Proprio d'avanti l'auto, i dottori non si capacitavano del fatto che l'auto non si fosse capovolta. So che può sembrare stupido ma...io credo sia stato merito suo. Come se volesse proteggermi- dico abbassando sempre di più la voce per l'imbarazzo, nel mio cervello questa cosa aveva più senso. Non mi risponde, paga l'uomo una volta arrivate e scappa via con le chiavi già in mano pronte ad aprire la porta di casa. Non si leva nemmeno il giubbotto, va direttamente in cucina aprendo tutti gli infissi in cerca di qualcosa. Lascio cadere la borsa vicino al divano e la raggiungo ansiosa, mi sono già pentita di averle detto la verità, ma intanto il peso sul mio petto si è letteralmente sollevato, sostituito però ora dalla paura di perderla di nuovo, è troppo calma.

Chiude l'ultimo sportello superandomi, le mani che trovano rifugio tra i suoi capelli castani che da quando siamo qui sono diventati più scuri, in assenza del perenne sole che c'era in America. E' cambiata tantissimo, i capelli che prima non le sfioravano nemmeno il collo ora le coprono la schiena, la pelle prima abbronzata, quasi dorata, ora è pallida e riesco a vedere le vene colorate sulle sue mani tremanti, le labbra sempre arrossate e gonfie per tutti i morsi di cui le azzanna ogni volta che vuole parlare ma non lo fa, gli occhi che prima parlavano di se e che ti intrigavano per il loro essere uno più chiaro dell'altro ora non incontravano nessun'altro paio se non per spaventarlo. C'era stato un momento, dopo la nostra partenza per Londra, in cui Amnesia aveva fatto di tutto per essere come la sorella, aveva smesso di vestirsi di nero, parlava come lei, faceva le cose che avrebbe fatto lei, ma questo non la portò ad altro se non ad odiare ancora di più se stessa. Non so cosa darei per rivedere un ultima volta le gemelle del lago, quello che entrambe erano prima, la metà l'una dell'altra che formavano un'unica persona, la più bella di questo mondo.

-Per favore...- tento un ultima volta seguendo tutti gli spostamenti di Amnesia che si agita frenetica nel nostro appartamento cercando il suo zaino senza successo. In cuore mio spero che non lo ritrovi, che non esca mai senza, forse riuscirei a convincerla. Impreca a bassa voce, e entrando in camera nostra, apre il cassetto vicino al suo letto e ne caccia un pacchetto di sigarette, quelle solite nere, che nasconde nel taschino interno del suo cappotto di pelle, insieme ad un fascio di banconote non troppo leggero. -Dove vai?-

-A farmi un giro, ci vediamo domani in classe- dice neutra, se non la conoscessi abbastanza penserei che è soltanto annoiata. Stufa di questa situazione, avvicino la mia mano alla sua spalla per farla girare, ma mi fa sempre resistenza fino a quando non la sposta via con un movimento brusco del torace, vedo finalmente qualcosa nei suoi occhi ma è rabbia. -Non mi toccare!-

-Perché tu?- domanda semplicemente digrignando i denti, lo sguardo folle. Sento la bocca asciutta incapace di rispondere. -Perché Megan? Voglio saperlo. Perché tu riesci a vederla prima di schiantarti con l'auto su un fottuto albero, perché va nei sogni di Megs da anni? Perché mai da me?!- inclino la testa. -Cosa avete voi che non ho io?!-

-Non ti seguo- rispondo irritata incrociando le braccia davanti al petto, non può essere seria -Amnesia ti ho chiesto fino ad ora la cortesia di non uscire, sei scossa e probabilmente potresti fare qualcosa di cui potresti pentirti, perciò per favore torna in camera e ne parliamo, senza me che ti corro dietro e tu che dai di matto-

-Do di matto?! Che c'è ora mi fai da mamma?!- chiede ironicamente avvicinandosi per evidenziare la differenza di altezza tra me e lei, deglutisco alzando un po di più il mento, usa la stessa tecnica che utilizza con quelli che non le vanno a genio, ti sgretola con uno sguardo, con me però non funziona. -Se ti comporti da bambina non mi dai altra scelta, cresci e smettila di fare al vittima-

I Found Love in your Laugh [N.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora