L'AMORE NON ESISTE

XLVII Dylan: QUESTIONE DI ATTERRAGGIO

Canada, 6 luglio 2010

Iris entra in casa con il sorriso sulle labbra.
Stringe tra le mani due grandi buste con i vestiti che l'ho aiutata a scegliere.

"Grazie per avermi fatto vivere la favola di Vivian" dice.

"È stato un piacere" ricambio il sorriso.

Quando la porta si chiude è come se il mio cuore perdesse improvvisamente ogni energia.
Questo pomeriggio sono stato bene con lei.
Il mio piano è andato a buon fine. Farle rivivere lo shopping sfrenato di Julia Roberts si è rivelata una buona idea. La migliore che potesse venirmi in mente. Infondo si sa, nessuna donna è capace di resistere al richiamo della moda!

Indietreggio fino al grande cancello.
Mi soffermo nei pressi della magnolia.
Mi piace l'odore dei suoi fiori. Ne stacco uno, sostituendolo a quello che ho nel taschino della giacca.

Lancio un ultimo sguardo alla casa e vedo
accendersi la luce al piano superiore.
Deve essere quella della stanza di Iris.

Sto per risalire sulla berlina, quando mi viene in mente una cosa che potrebbe assegnare un punto a mio favore.

Prendo una manciata di sassi e mi porto sotto alla finestra.
Ne lancio un paio contro le persiane.
Poi tiro anche il terzo, ma non succede niente.
Allora torno alla macchina.
Mi butto sul vecchio sedile in pelle.
Poso la mano sul clascson e suono.
Una, due, tre volte. Alla quarta per fortuna le persiane si aprono.

Iris fa capolino incerta.

Attraverso il giardino correndo.
Mi soffermo solo un istante davanti alla conca di fiori posta a un lato del giardino e ne colgo uno. Ha i petali violacei, quasi azzurri.
Non so cosa sia ma sembra carino.

Mi porto sotto alla finestra e sventolo il fiore appena sbarbato alla terra.

"Principessa Iris. Vieni giù!" grido.

Lei ride divertita.
Sa bene di quale scena si tratta.
Il finale.

Tuttavia, nonostante la grande ilarità, non fa una minima mossa per scendere.

"Va bene ora vengo sù" dico nella mia migliore interpretazione.

La finestra è alta, ma non irraggiungibile.
Non sono mai stato bravo con gli sport, nessun tipo, ma credo non occorra essere dei campioni per saltare sull'albero di fronte e arrampicarsi fino alla soglia. Certo Richard Gere era più fortunato. Lui aveva le scale, ma io devo arrangiarmi.
Così, senza perdere altro tempo, punto la scarpa sulla corteccia e mi spingo sopra il ramo più basso. Da qui salto su quello più alto e su quello più alto ancora.
Evito di guardare in basso. Evito di pensare cosa potrebbe succedere se uno dei rami si dovesse rompere sotto alla suola della mia scarpa.

Iris mi osserva tra sconcerto, divertimento e curiosità.

Quando arrivo in cima mi protendo verso la finestra. Appoggio i palmi sui serramenti in legno e butto fuori un grande respiro.

"E che succede dopo che lui ha scalato la torre e salvato lei?" recito.

Iris è di fronte a me, all'interno della stanza.
Mi afferra per la camicia e mi aiuta a valicare la soglia.

"Che lei salva lui" dice.

I nostri volti sono vicini.
Le parole di Iris sono un soffio leggero nella sera.

Poi improvvisamente ecco il rumore che non avrei mai voluto udire. Un crack secco.
Il ramo che mi mantiene in posizione si spezza.

"Merda!" impreco.

Iris mi trattiene con forza, spingendomi contro di lei. Il ramo precipita al suolo, io per fortuna dentro la stanza.

Finisco con forza sopra Iris.
Il suo corpo gracile rimane intrappolato sotto al mio. Lascio andare il fiore e poso i palmi a terra, stendendo le braccia ai lati del suo volto.

Avrei potuto rompermi una gamba o un braccio o addirittura la spina dorsale, ma se qualcuno mi chiedesse di rifarlo, io lo rifarei.
E il motivo è uno soltanto. L'atterraggio. Questo è il più bello, adrenalinico e morbido atterraggio che abbia mai fatto.

Iris non si muove. Respira soltanto.
E io non ho nessuna intenzione di spostarmi.

I suoi occhi brillano e le sue labbra sembrano essere più rosee del solito.
Come una calamita mi sento attrarre. Dolcemente.
Così, con una lentezza da far spavento mi ritrovo a fare quello che Edward fa alla fine del film. Una cosa semplice, elementare e scontata. Baciare la sua Vivian.