III Dylan: LA LEGGENDA DI BAGGER VANCE

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New York, 16 Giugno 2010

Si dice che bere non è la risposta, ma bevendo ti dimentichi la domanda.
E di domande da cancellare dalla testa ne ho fin troppe.

Non mi chiedo neanche più perchè ho smesso di telefonare a casa, limitandomi semplicemente a utilizzare la ricaricabile di mio padre.

Non mi chiedo neanche più perchè Tara e Brian facciano ormai parte della mia vita.

Senza di loro sarei Dylan Prince senza un braccio o una gamba o addirittura privo di naso.

Non mi chiedo neanche più se andare contro i voleri di mio padre, seguendo la strada del cinema, sia stata la cosa più giusta. Dove mi porterà questa dannata passione?

L'alcol placa il vortice dei miei pensieri.

Non so quanto abbia realmente bevuto, tuttavia sul mio tavolino c'è una bottiglia vuota di rum e un paio di Champagne, senza contare quella che ho scolato nel laboratorio di chimica.

Intorno a me lattine vuote e vetri rotti fanno da cornice a una notte che volge al termine.

Il saluto al campus fino alla prossima stagione.

Il capitano della squadra di football è arrivato giusto in tempo per accaparrarsi la medaglia del più sexy dell'anno e le Cheerleader hanno appena terminato il loro stacchetto, generando applausi e fischi in tutta la palestra.

E' notte inoltrata e quasi nessuno dei presenti in questo edificio credo possa essere in grado di tornare in stanza con le proprie gambe.

Brian e Tara si gettano sul divano, sudati e stremati per aver ballato tutta la sera, spinti dalla cocaina e dalla musica.

"E' l'ora di andare a dormire! " dice Brian, sollevando i piedi sul tavolino.

Tara fruga nella tasca dei jeans di Brian, estraendo le chiavi della Jaguar, "Posso guidare la tua auto?"

Lui fa una smorfia e si riprende il mazzo, "Sei fatta! Non è una buona idea!"

Tara ride, "Anche tu lo sei, Foster!"

Mi alzo e barcollo di fronte al mio amico. Prendo dalle sue mani le chiavi e lascio che tintinnino davanti ai miei occhi, "Lo farò io! "

Brian si alza di scatto, "Cosa? Non se ne parla proprio, Dylan! Sei abbastanza ubriaco!" recupera di nuovo le chiavi e le infila in tasca, al sicuro. 

"Abbastanza ubriaco?" rido, " Dunque la domanda in questione è: Quanto è ubriaco uno ubriaco abbastanza?" singhiozzo.

Brian mi guarda accigliato, le pupille dilatate e il ciuffo biondo davanti agli occhi.

Tara invece ride con me. Lei conosce la Leggenda di Bagger Vance.

"E la risposta è che è tutto una questione di cellule cerebrali" proseguo, "ogni sorso di liquore che tu bevi uccide mille cellule del cervello. Ma questo non importa perchè ne abbiamo miliardi di altre. "

Tara sghignazza divertita della mia interpretazione di Matt Damon nei panni di Rannulph Junuh, " Te lo avevamo detto noi che l'alcol brucia il cervello, non solo la droga è in grado di farlo!"

Fingo di non sentire l'allusione di Tara e vado avanti, " Prima muoiono quelle della tristezza, per cui ti fai una gran bella risata. Poi se ne vanno le cellule della calma, e così tu cominci a parlare a voce molto alta, anche se non hai nessun motivo per farlo. Ma questo va bene, perchè le cellule stupide se ne vanno subito dopo, così dici cose intelligenti. E alla fine tocca alle cellule della memoria, che sono figlie di puttana dure a morire..."

Tara applaude con trasporto.

Brian getta la testa indietro, contro il poggiatesta, "Quando finirete di prendermi in giro con le vostre sceneggiate?"

"Quando il cinema finirà di prenderci in giro con le proprie!"

Tara si alza e mi prende per mano, poi allunga l'altra verso Brian, " Forza ragazzi! Voglio andare a riposare!"

" Dormirai nel letto a due piazze tra me e Dylan?" chiede Brian.

Tara ci conduce fuori dalla palestra, " E' ovvio!" dice, " voglio starvi vicina, vicina!"

Ho come la sensazione che stanotte sarà una gran lunga notte!

L'AMORE NON ESISTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora