XXVI Iris: REGISTA UNICORNO

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Canada, 1 luglio 2010

" Questo è per te, cara" La signora Molly mi porge un cartoncino. Sopra c'è scritto il mio nome, circondato da grandi cuori rosa.
Il colore non è dato in modo uniforme.
Si capisce che è stata lei l'artefice della pittura.

" E' bellissimo" lo rigiro tra le mani.

" Sono riuscita a rimanere con il pennarello all'interno dei contorni!" si compiace del lavoro fatto.

" Mi sembra un ottimo traguardo!" La abbraccio. L'affetto che provo per questa donna è davvero incalcolabile.

" Ah! Quasi dimenticavo!" si allontana da me. Fruga nelle tasche del suo soprabito e recupera un altro foglio. " Questo è per Steve. Potresti darglielo tu quando lo vedi? Adesso che è nel periodo di pausa dalla terapia è difficile che possa incontrarlo di persona"

Prendo il disegno tra le mani. È identico al mio, soltanto che i cuori sono verdi. "Certo! Glielo farò avere sicuramente" dico.

Sempre che riesca a prenderlo in un momento di tranquillità. A giudicare da come se ne è fuggito via ieri e da quanto era nervoso questa notte, nel tragitto dalla taverna a casa, sembra esserci qualcosa che lo turba in modo costante.
Forse la sua agitazione dipende dalla presenza intorno casa del ragazzo di New York. Conosco bene Steve, è un tipo che tiene davvero molto ai suoi spazi!

" Adesso devo andare, altrimenti il fisioterapista mi sgriderà del ritardo!" si congeda Molly, baciandomi la guancia.

" Buona giornata"

La mia migliore amica, se così posso chiamare l'unica figura femminile con la quale riesca davvero ad aprirmi e confidarmi, si china sul proprio bastone. A piccoli passi raggiunge l'ingresso della palestra.

Piego i cartoncini e li infilo in tasca. Faccio il mio ingresso nella <<stanza grigia >> , prendendo posto nella prima poltrona che trovo libera.

L'infermiera mi scopre il braccio, accede al mio catetere e appende la flebo.

Le casse in filodiffusione sono sintonizzate su una stazione radio locale. Stanno parlando del grande afflusso di turisti previsto per questa estate. Ne so qualcosa. La taverna di Pedro anche la notte scorsa era strapiena di uomini e ragazze. Non li ha spaventati neppure la pioggia.

Fisso oltre il vetro. Il cielo anche quest'oggi è coperto di nubi, ma non sembrano chiamare altra acqua. Sono nuvole chiare.

A un certo punto la porta della stanza si apre, lasciando entrare Anastasia e il suo aiutante.
Sposto l'attenzione nella loro direzione.
La donna sembra dare istruzioni sul da farsi con alcuni scatoloni. A quanto pare è arrivato il corriere con le scorte dei farmaci.

Il ragazzo non sembra molto entusiasta del lavoro fisico che gli spetta.
Solleva i cartoni e segue la sua tutor, trascinando malvolentieri un piede dietro l'altro.

Non riesco a non notare come, anche questa mattina, il giovane sia vestito in modo impeccabile. La camicia che porta sotto al camice gli cade sul torace e sui fianchi alla perfezione. Anche i suoi jeans sono ordinati.

La cosa mi fa sorridere. E' buffo vedere un tipo tanto elegante faticare con scatole e cartoni.

Continuo a fissarlo. C'è qualcosa nell'aria che mi spinge a restare incollata a Dylan e ai suoi spostamenti.

L'AMORE NON ESISTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora