LXXX Iris: DREAMS ARE MY REALITY

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Canada, 24-25 luglio 2010

Ballare con Dylan è qualcosa di fantastico.
Per un attimo è come se tutto quello che c'è fuori da questa pista non esistesse e io voglio che sia così. Ne sento proprio il bisogno.

Le parole di Steve mi hanno tormentata per tutto il giorno e adesso è giunto il momento di darci un taglio. Forse Dylan ha ragione; Steve è geloso. Probabilmente sta vivendo il suo arrivo come un'invasione di campo, come qualcosa capace di ledere alla nostra sacra amicizia.

E' inutile cercare di fargli capire che non è così. E' inutile anche solo provarci.
Steve non ascolta. Steve è troppo arrabbiato, ma così tanto da inventarsi pure la storia sulla fidanzata? Non lo so. Probabilmente mi sto sbagliando. Forse quella donna esiste davvero.
E se fosse stata Felicia? Forse era lei che è passata a trovarlo...

Chiudo gli occhi e mi impongo ancora una volta di non pensarci. Adoro come sta andando questa serata. Mi piace il fatto di essere con Dylan vestito di tutto punto, bellissimo come il sole. Mi piace aver sperimentato un cocktail alcolico e mi piace anche stare in pista.

Come può Steve dire che Dylan è tanto pericoloso? Come può anche solo pensare che a New York lui si imbottisse di alcol e droga?

Dylan è un ragazzo comune, con i suoi guai e i suoi problemi, un ragazzo che forse ogni tanto si rifugia in una stupida bottiglia, ma niente di più.

"Ti stai divertendo?" La voce del mio accompagnatore mi distoglie dai pensieri che mi affollano la mente.

"Da morire!" alzo le braccia al cielo e mi lascio andare alla musica. Le spalle, il collo, il mio stesso petto cercano di muoversi a ritmo con le note frizzanti e ripetitive.

Dylan mi balla vicino. Lo sento nel buio della sala, sotto all'intermittenza di luci che vanno, vengono e tornano ancora. La sua presenza e il suo profumo mi fanno girare la testa.

La gente fa un caos tremendo e la musica è così forte da farmi fischiare le orecchie. Non sono mai stata libera e sciolta come in questo momento.

Poi tutto il caos finisce improvvisamente. Interrotto, staccato da qualcosa o meglio qualcuno che posiziona sulla mia testa un paio di grandi cuffie.

Apro gli occhi. Dylan è a un passo da me, più vicino di prima, più vicino di sempre. I suoi occhi scuri sono poggiati sul mio viso e la sua bocca appena storta in un sorriso.

Una musica dolce inizia a cantare dalle cuffie fino alle mie orecchie, una musica che riconosco all'istante.

"E' la canzone del film.." dico, sorpresa. "E' quella che Matt fa sentire a Vic mentre stanno ballando in pista, proprio come noi...adesso..."

Dylan non dice niente, anche perché pure se parlasse non sarei affatto in grado di sentirlo. Si limita a posare le mani sulle mie braccia e avvicinarmi al suo corpo. Posso sentire ancora di più il suo profumo, posso respirare a pieno questo momento magico e totalmente inaspettato.

Dreams are my reality, the only kind of reality.
Maybe ny foolishness is past and may no at last.
I'll see how she real thing, a wondrous wordl where I like to be...

Intorno a noi tutti continuano a saltare e muoversi come se avessero un demone in corpo, mentre io e Dylan ci limitiamo a fare piccoli passi sul posto, rigorosamente abbracciati l'uno all'altro.

Chiudo gli occhi di nuovo e mi lascio andare completamente.

Forse i sogni sono davvero l'unico genere di fantasia vera. E stasera sto vivendo proprio uno di quelli, un diverso tipo di realtà.

Dylan mi stringe così forte a sé da farmi perdere anche il più piccolo contatto con il presente. Il suo respiro si insinua tra i miei capelli nel modo più dolce e sensuale che possa esistere. Non servono le parole, non serve niente se non le dolci note che solo io posso sentire.

Le luci vanno e vengono e pure i ragazzi e le donne che ci ballano intorno. Tutto si muove, si sposta, tutto tranne noi. Tranne io e il mio sogno, io e la mia realtà.

Poi accade qualcosa che fa cambiare le cose, qualcosa di repentino e sconvolgente. Le cuffie che ho sulla testa vengono strappate via in malo modo e gettate a terra, sotto ai piedi di ragazzi poco distanti.

Dylan si scosta da me con una espressione infastidita se non addirittura scocciata, e una ragazza, una bellissima donna dai capelli scuri e lunghi mi spinge di lato e si getta contro di lui urlando come una furia.

"Sei un bastardo! Sei un perfetto bastardo!"

La gente si allarga intorno a noi. Mi massaggio la spalla indolenzita a causa dello strattone ricevuto e guardo confusa la scena.

"Adesso ho capito perché ti stai comportando così! Dovevo immaginare che c'era una ragazza di mezzo, come ho potuto non pensarci prima?" La bruna urla così tanto che la sua voce oltrepassa i colpi stessi della batteria.

Dylan cerca di placare l'irruenza della ragazza, afferrandola per i polsi e spingendola indietro, ma non ci riesce.

La tizia si ferma un istante, giusto il tempo di riprendere fiato, poi riparte all'attacco più agguerrita di prima.

"E' per lei che sei cambiato così tanto? E' per lei che mi hai negato pure un bacio, non è vero?" punta un indice minaccioso contro di me.

Improvvisamente la sala cala nel silenzio. Non un silenzio reale è chiaro. La musica continua a suonare ritmica e la gente a muoversi, eccetto i pochi che sono così prossimi a noi da vedere lo spettacolino che Dylan e la misteriosa ragazza stanno dando. Io però non sono più in questa pista. Non sono più in questo locale, ma sono improvvisamente precipitata dentro una grande cappa di vetro, una bottiglia di giganti dimensioni che mi schiaccia e mi costringe al suo interno. I suoni sono tutti ovattati e le persone che mi sono vicine sfuocate. Solo l'indice della ragazza che mi indica e il volto del ragazzo, che fino a poco fa ballava con me, restano ben distinti.

Ci sono le labbra di Dylan, morbide e schiuse, le sue spalle abbassate, la sua camicia stropicciata e poi ci sono i suoi occhi. I suoi occhi sono così scuri che non riesco a leggervi assolutamente niente all'interno. Sono occhi che all'improvviso non conosco più.

Il mio cuore precipita in un abisso di non ritorno.

"Scusami Iris, torno subito" Dylan mi passa vicino, afferra la ragazza per un braccio e la trascina fuori dalla pista.

Resto immobile a guardare i due uscire dal locale. Mi sento piccola e fuori posto.
Cosa ci faccio qui? Cosa ci faccio con questo ragazzo? Sono di nuovo la Iris di un tempo.
E Steve questa volta aveva ragione sul serio. Dylan ha una fidanzata e io sto giocando con un uomo che a quanto pare non conosco affatto.

Le cuffie rotte ai miei piedi e la folla che mi balla di nuovo intorno mi riportano al presente. Sono solo io.
Io e il mio sogno distrutto.

NOTE AUTRICE:

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Un abbraccio,
Serena

L'AMORE NON ESISTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora