Canada, 28 luglio 2010
Dylan paga il conto per tutti e tre.
Usciamo dalla baita sazi. Abbiamo mangiato la Tourtiere, esattamente come la prima volta che sono stata qui con Dylan. Siamo stati bene, seduti fuori sotto al portico di legno.
"Che ne dite di raggiungere il fiume e restare lì a riposare per un po'?" propongo ai due ragazzi.
Steve calcia alcuni sassolini con la scarpa e mi studia, scettico. Dylan invece mi guarda con una espressione del tutto indecifrabile.
"Vi prego!" li supplico.
Steve allora si passa una mano dietro la nuca. "Sicura di non stancarti troppo?" mi chiede.
"Ho davvero bisogno di trascorrere una giornata come tutte le altre..." confermo.
Dylan razzola dentro le tasche e tira fuori le chiavi dell'auto. "E va bene. Salite e indicatemi la strada!"
Steve si posiziona sui sedili posteriori, lasciandomi il posto davanti, accanto al guidatore. Dylan procede piano e in silenzio.
E' strana l'atmosfera che si respira dentro l'abitacolo. E' come se una fitta rete elettrica ci tenesse a debita distanza. Dylan non parla e Steve guarda fuori dal vetro, posso vederlo dallo specchietto posteriore.
Sono con gli unici due ragazzi ai quali voglio davvero un gran bene e loro sembra che non siano affatto con me. Sono persi nei loro mondi. Dylan in chissà quali pensieri e Steve, probabilmente, nella sua sbagliata percezione dell'amore nei miei confronti.
Quando arriviamo nei pressi del ruscello indico dove parcheggiare la macchina. Dylan mi aiuta a scendere e si propone di sorreggere la bombola di ossigeno portatile. Anche Steve arriva in mio soccorso e io non so dove trovo la forza per convincere entrambi che non è affatto un peso e posso portarla da sola fino al prato poco lontano.
L'odore del bosco e il rumore dell'acqua che scorre mi riempiono il cuore di gioia.
Mi fanno stare bene.
Mi siedo a terra. Dylan si mette alla mia destra e Steve alla mia sinistra. Per un attimo penso che non vorrei stare da nessun'altra parte. Essere qui ed esserci con due persone così importanti per me, vale più di qualsiasi altro viaggio che forse mai nella mia vita sarò in grado di fare. I miei occhi sono un tutt'uno con le montagne e il mio cuore con l'aria e il sole.
"A cosa state pensando?" chiedo, curiosa.
Dylan si passa una mano tra i capelli.
Lo vedo con la coda dell'occhio e il gesto mi fa venire i brividi, senza neanche sapere il perchè.
"Stavo pensando a una cosa molto triste, stavo pensando che presto dovrò tornare nel caos di New York" dice lui.
La scia di un aereo solca il cielo sopra di noi.
"Le vacanze finiscono!" replica Steve, canzonandolo.
Poso una mano sul ginocchio di Dylan e una su quello di Steve. Sono stati bravi per tutto il pranzo, non voglio che incomincino a litigare proprio adesso.
Per fortuna Dylan non dice niente. Guarda le mie dita sulla sua gamba e chiude gli occhi. Anche io li chiudo. Un attimo. Un solo attimo.
So che tutto questo presto finirà. Il nostro patto stesso sta per giungere al termine e anche il soggiorno di Dylan in Canada, però non voglio rammentarlo. Non adesso.
"E tu, Steve, a cosa stavi pensando?" sussurro, cercando di distrarmi.
Il mio amico posa la sua mano sulla mia, respingendola bruscamente dalla sua gamba. "Stavo pensando che andrò a farmi un bagno!" sbuffa.
In pochi istanti si allontana. Si toglie la maglietta e anche i pantaloni. Sfila la mascherina chirurgica che indossa e la abbandona su un grande masso.
Poi, in mutande, introduce il suo corpo dentro l'acqua. A giudicare dalla lentezza con la quale si immerge, non deve essere troppo calda.
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L'AMORE NON ESISTE
ChickLit[COMPLETA] IN TUTTE LE LIBRERIE. VINCITORE di Concorsiamo 2k17 terza classificata sezione romantici. Dylan Prince e Iris Sanders sono due poli opposti, ma paralleli. Lui è uno studente della NYU, che vive per un unico sogno: quello di sfondare co...
