LXXXV Dylan: UNA MOSSA VINCENTE

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Canada, 26 luglio 2010

"Per quale motivo ieri non ti sei presentato?" mi chiede Anastasia, posizionandosi di fronte al suo portatile.

La scrivania è piena di nuovi documenti e carte da sistemare.

"Ho avuto dei problemi..." biascico.

"Problemi che immagino hanno un nome e cognome..." dice lei, sollevando lo sguardo dallo schermo. "Che so, tipo...Iris Sanders?"

Mi siedo e prendo la testa tra le mani.
Sono stanco e ancora scombussolato per gli avvenimenti del giorno precedente.
Brian e Tara se ne sono andati, spariti dalla mia esistenza, ma non dai miei pensieri.
Cosa sarà di noi tre quando tornerò a New York? Il modo duro con il quale li ho trattati ha fatto scaturire in loro sdegno e rabbia, abbastanza da abbandonarmi e lasciarmi in compagnia della solitudine.

"Non solo..." sospiro.

"Scommetto che c'entra qualcosa quella ragazza che si è presentata al Mr Grey" infierisce ancora Anastasia.

"Già" annuisco, "quella ragazza ormai appartiene al mio passato. Se ne è andata, mi ha detto addio ed è come se una parte della mia vita si fosse chiusa per sempre."

"Quando si chiude una porta in genere si apre un portone..." Anastasia alza le sopracciglia, invogliante. "E quello che sta nascendo tra te e Iris sembra molto più che un portone!" sghignazza.

Mi metto in piedi e inizio a camminare per la stanza. "Non c'è nessun portone" dico duramente, "tra me e Iris, intendo. Io non sono il ragazzo che tutti qui pensate che sia. Sono davvero incasinato, la mia vita intera lo è. E non solo perché ho amici che in realtà non sono mai stati tali, ma anche perché ho un padre che non crede in me, una madre che non ho mai saputo capire. Ho un rapporto con l'alcol morboso e poi...poi non so più chi sono..."

"Una bella crisi mistica!" Anastasia spinge indietro la sedia e mi raggiunge.

"Ho discusso con Iris ieri. Le ho detto della mia vita a New York, le ho raccontato del mio rapporto con Brian e Tara. Come vogliamo definirlo...speciale? Ho sentito il bisogno di confessarle tutto, lei infondo con me lo ha fatto! Ma poi sono fuggito via perché mi sono sentito totalmente scoperto ai suoi occhi..."

Anastasia si spinge verso di me. Le sue mani mi attraversano le spalle, fino a stringermi in un abbraccio. "Non scappare da Iris, non ne hai bisogno e neanche lei. Siete tutti e due in una fase particolare della vostra vita. Tu hai tutti questi dubbi e lei è in attesa di un trapianto che le rivoluzionerà l'esistenza. Vedrai che Iris capirà e sarà felice di sapere chi sei realmente. Ogni donna apprezza la lealtà e la sincerità dell'uomo che ha vicino. Non devi avere paura e né provare vergogna. Dylan, sei una persona buona, nonostante tu pensi il contrario. Iris ha bisogno di te adesso e tu di lei!"

Mi lascio coccolare dall'abbraccio di Anastasia. I suoi seni prosperosi sono un perfetto cuscino di consolazione.

"Iris ha bisogno di una persona forte vicino" biascico.

"E tu lo sei!" dice Anastasia, accarezzandomi i capelli.

"Io non lo sono affatto e Iris conosce tutti i miei punti deboli adesso..." torno a debita distanza.

"Che ne dici di prendere a una a una le tue debolezze e trasformale in punti di forza?" mi sorride lei.

"Come?" scuoto la testa. "Come posso trasformare in qualcosa di positivo tutto il brutto che ho fatto e che ho dentro?"

"Sorprendila, le donne amano le sorprese!"

Lascio andare un profondo respiro, nel tentativo di buttare fuori tutta l'angoscia che ho accumulato in queste ultime ore.

"Sei una vera amica" dico ad Anastasia. E lo penso davvero.

Prima di adesso non ho mai saputo il vero significato di questa parola, ma lei e Felicia me lo hanno fatto capire a pieno. Quello che hanno fatto per me fino ad oggi è davvero qualcosa di speciale. Mi hanno sostenuto e aiutato, nonostante non mi conoscessero affatto. C'erano loro quando vomitavo nel cesso e ci sono ancora loro adesso che ho tanto bisogno di essere sostenuto nel mio cambiamento.

"Anche tu sei un vero amico" Anastasia sorride. Le sue labbra sono dipinte di rosa questa mattina ed è un colore che le dona particolarmente. "Che ne dici di venire a cena da me e Felicia stasera?"

"Va bene" annuisco.

Lei si mette di nuovo di fronte al computer. "Naturalmente ti conviene pensare a qualcosa che sorprenda Iris in tempi brevi...vi voglio entrambi all'inaugurazione della nostra nuova casa!"

Torno a sedermi.

Qualcosa che sorprenda Iris. Qualcosa che possa farmi perdonare dal mio bruto comportamento di ieri mattina.
Penso e ripenso, cercando di farmi venire in mente qualche idea, quando escogito una cosa che potrebbe decisamente andare!

Ho lasciato un film a Iris. Gliel'ho a dir poco lanciato in giardino. Non so se lo ha visto, mi auguro di sì perché in quella pellicola c'è una scena che potrei senza dubbio riproporre. Cerco tra i cassetti dei cartoncini abbastanza grandi e mi metto all'opera.

Anastasia non dice niente, per fortuna mi lascia fare. Mi accorgo che sotto sotto sorride, ed io allora capisco che questa potrebbe essere la mossa vincente.

L'AMORE NON ESISTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora