Canada, 6 luglio 2010
La domenica mattina il signor Cox viene a chiamarmi per il fatidico pranzo.
Controvoglia mi butto giù dal letto.
Sono appena le una.
Non è possibile dormire in pace neanche nel mio giorno di festa!
L'idea di passare due ore della mia vita in compagnia di Steve, a un tavolo imbandito, elargendo falsi sorrisi, mi fa salire la nausea.
Mi lavo la faccia e indosso il primo paio di pantaloni che trovo. Prendo la camicia dalla sedia e chiudo a uno a uno tutti i bottoni.
Prima di entrare in territorio nemico mi concedo una sigaretta. Fumo e cerco di allontanare dalla testa il brutto risveglio.
Non voglio rovinarmi l'umore con un noioso pranzo in famiglia. Desidero mantenermi il più tranquillo possibile per questo pomeriggio. Andrò a prendere Iris e farò il secondo di molti altri passi per convincerla che il cinema è un mondo bello e emozionante, al pari delle sue montagne. E' già tutto organizzato.
Spero solo che i Cox non mi facciano fare troppo tardi.
Quando entro nella casa, lascio che la cameriera si prenda la mia giacca. La seguo fino al grande salone. Sono già tutti seduti.
Bill Cox a capotavola, il figlio alla sua destra e la moglie alla sua sinistra.
Quest'ultima, vedendomi arrivare, si solleva in piedi. "Eccoti qua, Dylan caro!" mi abbraccia stretto. "Sono così felice che hai deciso di partecipare a questo giorno tanto speciale per noi!"
Ricambio l'abbraccio svogliatamente e prendo il mio posto. Sono anche io a capotavola, faccia a faccia con il dottore.
"Allora, come ti trovi a Banff?"chiede la donna.
Il marito interviene, ancor prima che io possa rispondere, "Mi raccomando, Lydia, non lo ossessionare con il tuo solito milione di domande!"
La donna scuote leggermente la testa, "Voglio essere solo gentile con il nostro ospite!"
"Mi trovo bene" intervengo per evitare una inutile faida familiare.
Steve alla mia sinistra fissa il piatto vuoto.
Non mi rivolge né uno sguardo né una parola.
L'atmosfera che si respira è talmente carica, che se innescassi la fiamma di un accendino adesso, provocherei una vera e propria esplosione.
"Tu e Steve potreste uscire insieme qualche volta!" propone Lydia, allungando le labbra in un sorriso.
Il rampollo di casa Cox alza gli occhi e lancia uno sguardo poco carino alla madre. "Non abbiamo molti interessi in comune" borbotta.
La donna si fa seria e arriccia appena il labbro superiore. Sembra dispiaciuta dalla notizia. Credo che nella sua testa, cotonata per l'occasione, avesse in mente l'incipit di una bella e sana amicizia tra me e il suo prediletto.
Peccato che le sfuggono un bel po' di particolari, compreso il pesante cazzotto ricevuto da suo figlio in pieno stomaco.
Potrei dirle che conosco a memoria le mattonelle del suo bagno!
"Ti piace la pesca?" chiede la signora, rivolgendomi uno sguardo quasi supplichevole. "Steve è molto bravo a prendere trote. Potreste andare insieme uno di questi pomeriggi..."
"Non ho mai preso un pesce nella mia vita" le faccio presente.
Lei sospira, ma non si rassegna. "Steve, potresti insegnargli tu come si fa..." propone.
Il figlio stringe la mascella evidentemente scocciato dalla situazione.
"Mamma!" sbotta malamente, "Dylan non sa neanche cosa sia una canna da pesca e io non ho nessuna intenzione di farglielo capire!"
Lydia si rabbuia, ferita. Allunga il braccio e afferra la bottiglia del vino bianco posata al centro del tavolo. Riempie metà del suo bicchiere e lo stringe nella mano, pronta a buttarlo giù.
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L'AMORE NON ESISTE
Literatura Feminina[COMPLETA] IN TUTTE LE LIBRERIE. VINCITORE di Concorsiamo 2k17 terza classificata sezione romantici. Dylan Prince e Iris Sanders sono due poli opposti, ma paralleli. Lui è uno studente della NYU, che vive per un unico sogno: quello di sfondare co...
