PREFAZIONE

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Prima di leggere questo romanzo voglio raccontarvi una fiaba. Lo so, nessuno di noi è più un bambino, ma chi l'ha detto che le fiabe sono soltanto per i bambini?

Dunque, iniziamo!

C'era una volta...

In un paese lontano tra le montagne, una dolce fanciulla. Un giorno, mentre la ragazza tornava dal fiume con il cesto della biancheria appena lavata, si imbatté nella figura di un uomo dai vestiti splendenti e dal morbido cappello.

Il giovane, seduto ai piedi di una grande quercia, era bendato e legato alle mani e ai polsi. La ragazza lo soccorse, gli tolse le funi che lo stringevano e scrostò lo sporco dalle sue ferite con una pezza pulita.

L'uomo dopo essere stato liberato continuò a lamentarsi per molto tempo; un pò per le nobili vesti lacerate, un pò per la disavventura con i briganti.

La ragazza lo lasciò sfogare poi, quando dalla bocca del malcapitato non uscirono più parole, si avvicinò a lui e gli sorrise dolcemente. Lentamente si tirò su le maniche del vestito e gli fece vedere la pelle delle sue braccia tutta ricoperta di bolle e piaghe. La donna disse che il suo corpo si riempiva giorno dopo giorno sempre di più.

Il giovane restò spiazzato. L'aggressione dei briganti, le ferite superficiali del suo corpo e la perdita dei cavalli, non gli sembrarono niente in confronto al male che doveva provare quella fanciulla. Così si mise in piedi, smise di lagnarsi e ringraziò la donna con un lunghissimo bacio. Le disse che ci avrebbe pensato lui a quelle piaghe, era un principe, facoltoso e ricco ed avrebbe ingaggiato il miglior luminare presente sulla faccia della terra per farle sparire.

Una lacrima scese dagli occhi della fanciulla, fino alle sue labbra. Nessun dottore l'avrebbe mai guarita, lei lo sapeva.

Il principe riprese il suo cammino a piedi, fiducioso. Quando fu abbastanza lontano si voltò. La ragazza era ancora lì, che lo salutava con un cenno della mano. Allora lui tornò a guardare avanti. Vide il suo orizzonte più chiaro. Vide un arcobaleno sfaccettato di sensazioni mai provate prima. Vide perfettamente il bene e anche il male.

Guardò di nuovo indietro, un'ultima volta, per ringraziare di nuovo quella donna per la sua benevolenza, per il suo amore e per il bacio più bello della sua vita, ma lei non c'era più.
C'erano soltanto gli alberi, i cespugli, le foglie cadute dalla grande quercia e mosse dal vento.

Il principe abbassò lo sguardo tristemente, sconsolato per quella fanciulla che se ne era andata ancor prima che lui giungesse in fondo al sentiero.

Sollevò la testa e fece per ripartire, ma i suoi occhi videro qualcosa di strano e misterioso; un cavallo bianco che fuggiva nel bosco, montato da quello che gli sembrò essere un vero e proprio guerriero. Sotto all'elmo però sbucavano lunghi e fluenti capelli biondi.

Fu un istante. Poi di nuovo il vento e le foglie.

L'AMORE NON ESISTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora