New York, 21 settembre 2020
"Prego, entra pure!"
Rose accede cauta, guardandosi intorno.
"Benvenuta nella mia umile dimora" accendo la luce al neon e le faccio strada all'interno.
"Questa non è una umile dimora, questa è la dimora più carina che abbia mai visto nella mia vita!" squittisce Rose, spingendosi in un giro su se stessa.
"E' solo un bilocale" faccio spallucce.
Lei si ferma, posa un dito su una delle mensole della cucina e lo fa scivolare per tutta la lunghezza del legno. I suoi occhi scorrono sulle cornici posate sopra. Il giorno della mia laurea, l'anniversario di matrimonio dei miei genitori.
Diana.Rose si sofferma su quest'ultima.
"La tua ragazza?" chiede, leggermente accigliata.
Infilo le mani nel cappotto e scuoto la testa. E' assurdo che quella foto sia ancora lì sopra, mi chiedo come mai non mi sia venuto in mente di toglierla e strapparla o anche solo...bruciarla?
"La mia ex" affermo.
Rose prende il quadretto tra le mani. Aggrotta la fronte e stringe gli occhi sull'enigmatico sorriso della ragazza che ha tentato invano di riportarmi alla vita.
"Non mi piacciono i capelli rosa. Non mi sono mai piaciuti"
Mi allento la sciarpa e mi sbottono il cappotto. "E' una foto di sei anni fa, era un colore molto in voga in quel periodo" ricordo.
Rose rimette il quadretto al suo posto e si volta, tornando a guardarmi. I suoi occhi mi scavano così nel profondo, che mi sento in dovere di giustifarmi.
"Non è stata una storia importante, ho solo provato a ricominciare, ma..."
"Ma non ci sei riuscito" conclude Rose, facendo un passo avanti.
"Già" annuisco.
La piccola di casa Sanders, ormai divenuta una donna a tutti gli effetti, improvvisa un sorriso. "Forse non hai ancora trovato la persona giusta, quella che ti aiuti a fare i conti con i tuoi fantasmi"
Sospiro, stringendo forte il labbro inferiore sotto ai denti. Rose alza le sopracciglia, lanciando di nuovo un'occhiata alla figura della mia ex.
"Certo con quei capelli...chi vorrebbe mai ricominciare?"
Scuoto la testa e trattengo un sorriso. Rose fa spallucce, come se avesse detto e scoperto la cosa più ovvia di questo mondo. E io, per la prima volta dopo tanto tempo, scoppio a ridere. Non una risata forzata o di circostanza, ma una risata vera e propria, di quelle che si fanno da bambini quando ci solleticano, di quelle che si fanno tra amici, di fronte a due lattine di birra e una barzelletta.
Rose mi spintona appena, ricambiando la mia ilarità. Poi entrambi torniamo seri e il silenzio di nuovo ci scava dentro le ossa."Che ne dici di un succo di frutta?" rompo l'imbarazzante quiete che si è creata.
Rose arriccia le labbra, spostandosi dietro le orecchie alcune ciocche di capelli. "Non dovresti offrirmi qualcosa tipo...vino fresco, gin o non so...barbon?"
"Non ti piace il succo di frutta?"
Lei si sfila la giacca, lasciandola cadere su una delle sedie imbottite presenti nella stanza. "Ovvio che mi piace, ma non sono più una bambina. Adesso posso bere anche qualcosa che contenga tracce di alcol..."
"Non tengo alcol in casa" affermo.
Rose porta una mano sulla fronte, strofinandovi il palmo. "Astemio?" chiede.
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L'AMORE NON ESISTE
Literatura Feminina[COMPLETA] IN TUTTE LE LIBRERIE. VINCITORE di Concorsiamo 2k17 terza classificata sezione romantici. Dylan Prince e Iris Sanders sono due poli opposti, ma paralleli. Lui è uno studente della NYU, che vive per un unico sogno: quello di sfondare co...