Canada, 31 luglio 2010
"Iris! Ti sembra questa l'ora di tornare?"
La voce di mio padre si alza dal divano, seguita dalla sua figura assonata. Nel frattempo la porta si chiude alle mie spalle.
"Vuoi spiegarmi dove sei stata fino a quest'ora? "avanza di un passo verso di me, "Dylan aveva promesso che ti avrebbe riportato a casa a mezzanotte e invece sono le una passate. Ero in pensiero! Ti rendi conto delle tue condizioni? Hai una bombola di ossigeno da portare con te, sei in lista per un trapianto, dovresti essere sempre rintracciabile..."
"Papà..." mi avvicino a lui, posizionandogli una mano sulla spalla. "Calmati, per favore. Sto bene, è tutto okay..."
Il mio vecchio si lascia cadere di nuovo sul divano. Si prende la testa tra le mani e butta fuori un grande respiro. Mi siedo al suo fianco, lisciandogli la manica della vestaglia da notte.
"Scusami, Iris. Tu sei grande. Le ragazze della tua età hanno la loro libertà, i loro momenti, non dovrei essere così assilante, non capisco cosa mi stia prendendo. Il fatto è che quando sei lontano non sono tranquillo. Non fraintendermi, sono felice che hai conosciuto Dylan, sono felice che stasera tu sia uscita con lui, eri così bella, sembravi una principessa e...accidenti, è solo colpa mia! Non dovrei essere qui a rimproverarti. Non sono affatto un buon padre. Mi dispiace..."
"Papà, non..."
"E' davvero molto tardi. E' meglio se torno di là prima che Eva inizi a chiedersi dove sia finito suo marito..." si alza, repentinamente.
"Ehi, papà..." lo chiamo di nuovo.
Lui mi guarda, ma i suoi occhi sono persi in un altro luogo, distanti, quasi irraggiungibili.
"Stasera sono stata davvero bene e tu non devi preoccuparti. Devi fidarti di me. So quello che faccio. Ho quasi venti anni ormai..."
"Mi fido di te" dice lui, infilando le mani nelle tasche di maglia.
"E non è vero che sei un cattivo padre. Tu se il padre migliore del mondo!" gli faccio occhiolino.
Il mio vecchio sorride e il suo sguardo si accende, tornando presente.
Allungo le braccia e mi tuffo contro il suo corpo. Mi stringo a lui, annusando il suo odore paterno. Le preoccupazioni, le ansie e i timori si dissolvono mentre siamo l'uno tra le braccia dell'altra. Mio padre è la mia vita. La mia intera esistenza.
Quando salgo le scale per andare nella mia stanza non posso fare a meno di voltarmi e guardarlo scomparire nel corridoio. Strascica i piedi e con essi le ciabatte morbide.
Passo di fronte alla camera di Rose. La debole luce accesa e le pareti rosee incorniciano il sonno della mia sorellina. I suoi capelli biondi sono sparsi sul cuscino e le sue piccole mani sono posate sulla coperta. Le sue dita sono perfette.
Accedo alla mia stanza, disfacendomi delle scarpe, che lancio in un angolo.
Abbandono sul letto il Dvd che mi ha donato Dylan, per poi scendere le spalline del mio vestito. Lascio che cada a terra e mi guardo allo specchio. Il mio corpo, coperto solo dagli slip, mi appare diverso. Scruto la mia pelle e anche il mio torace e i miei seni, che si alzano e si abbassano in modo veloce. E' stata una sera stancante, lunga ma decisamente diversa.
E' stata la sera più stravagante e vera della mia vita intera.
Passo una mano tra i capelli, portandoli dietro le orecchie. I miei occhi incontrano il loro riflesso e vi restano incollati per non so quanto tempo. Non c'è più una ragazzina di nome Iris Sanders di fronte a loro, ma una donna. Una donna che porta lo stesso nome e lo stesso cognome, ma in modo più adulto e più maturo.
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L'AMORE NON ESISTE
ChickLit[COMPLETA] IN TUTTE LE LIBRERIE. VINCITORE di Concorsiamo 2k17 terza classificata sezione romantici. Dylan Prince e Iris Sanders sono due poli opposti, ma paralleli. Lui è uno studente della NYU, che vive per un unico sogno: quello di sfondare co...
