Dean e Sam si aggiravano tra le folla del parco giochi. Vi erano bambini urlanti dovunque, che correvano e si inseguivano. Una bimba stava tirando per i capelli un'altra mentre la madre chiacchierava tranquillamente con quella a fianco.
<<I bambini di oggi, Sammy! Quanto sono chiassosi>> commentò il maggiore, sospirando.
<<Primo, non chiamarmi Sammy. Mi chiamavi così quando avevo dodici anni. Secondo, non tutti hanno avuto un papà che ha messo loro in mano una pistola>> brontolò Sam. Era sempre stato quello più timido e l'atteggiamento aggressivo del padre ne aveva accentuato questa caratteristica.
<<Ma non tutti hanno un fratello favoloso come il tuo>> ribattè Dean con un sorriso.
<<Ovviamente>>
Il biondo si guardava attorno freneticamente, sollevandosi sulle punte dei piedi nella speranza di superare la calca.
<<Cosa stai cercando?>> chiese Sam, ridacchiando della goffaggine dell'altro, che inciampò in una pietra.
<<Dovevamo incontrarci qui con Cas>> spiegò, continuando ad ispezionare l'area. Nessuna traccia dell'angelo o dei suoi occhioni azzurri. Improvvisamente, un sorrisetto furbo animò le labbra del biondo, che guardò il fratello.
<<Che hai in mente?>> domandò preoccupato. Dean trasse un respiro profondo, prima di sollevarsi su una panchina e urlare: <<Dean Winchester non merita di essere salvato!>>
Scese con un balzo e tornò a fissare Sam.
<<Cosa speri di...>> fece per chiedere ma l'altro lo zittì con un gesto della mano.
<<Tre>> sussurrò, sempre sorridendo e tenendo il conteggio anche con le dita.
<<Due>>. Ancora nessuna traccia di Castiel.
<<U...>>
<<Chi ha osato dire ciò? Lo disintegro!>> gridò qualcuno tra la folla. Sam si voltò, stupefatto. Un Castiel inferocito si aggirava tra la folla. Gli occhi blu saettavano ovunque alla ricerca di quella persona sconsiderata che aveva osato offendere il suo Winchester.
<<Ecco qui il mio angioletto!>> esclamò Dean, andandogli incontro con il fratello, il quale, in quel momento, rideva di gusto.
