Steph Pov
Ormai sono a New York da due settimane e devo dire che ho iniziato proprio bene l'anno!
Aspettate che vi faccio capire cosa è successo in queste due settimane..
Quando Nick la sera del mio arrivo mi aveva fatto incazzare non andai davvero a dormire sul divano.
Cioè, in realtà ci provai, ma ci si stava troppo male quindi la mia scelta è andata a ricadere su il suo coinquilino.
Avevamo bevuto entrambi, nessuno dei due sapeva davvero dove si trovasse e come è finita? Semplice, sono andata a letto con Tom.
Sono proprio un genio direi.
Nick non l'ha presa bene, Tom era andato a casa sua a Miami per qualche giorno e quindi mi ero ritrovata da sola.
Quindi la conclusione è stata che per una settimana quello che ho fatto è stato frequentare Christian e ho avuto modo di conoscerlo meglio e ne sono stata felice.
Ho scoperto che ha una sorella, e che non sta molto bene e lui sta cercando di starle vicino.
Si, ha deciso di starle vicino soprattutto perché aveva un secondo fine.
Sua sorella stava male per un problema con il suo ex e lui le stava vicino perché era interessato alla sorella del suo ex. Si via, un casino totale.
Ero in corridoio quel pomeriggio quando mi sento chiamare.
Mi giro e vedo Nick, non me l'aspettavo.
"E tu non mi odiavi?" chiesi incrociando le braccia.
"Non ci sono stato bene okay? Non è stato semplice per me!"
"Cosa c'è di difficile scusami? Non pensavo potessi starci male, ci conoscevamo da mezza giornata." dissi ovvia.
"Ma sai che a volte succede che in mezza giornata una persona si interessi parecchio ad un'altra?"
"È probabile." risposi rimanendo vaga.
Scosse la testa, si avvicinò e mi baciò.
Non mi staccai, non feci nulla, perché alla fine mi andava bene cosi.
Ed ecco come in nemmeno due settimane sono riuscita a farmi odiare da tutte le ragazze del campus.
Certo, ovviamente avevamo subito chiarito la cosa.
Io non ero pronta ad affrontare di nuovo quello che è successo durante l'ultimo anno di liceo e lui ha capito cercando di portare anche qualcosa di nuovo.
In poco tempo eravamo diventati migliori amici e Nick si era chiaramente aperto con me, ma io non ero pronta a dire tutta la verità perché un pò mi parevo cretina ad aver creduto che tra me, Evan e Jay ci potesse essere un legame di amicizia o di più e Nick aveva compreso la situazione dicendomi che quando sarei stata pronta lui mi avrebbe ascoltato.
Non avevo mai avuto un migliore amico maschio, beh sinceramente nemmeno una migliore amica però ora sento che quella tra me e Nick sarà una splendida amicizia.
Mio padre mi aveva comprato una macchina nuova e anche parecchio costosa. Non so cosa mi dovesse dire ma non era una buona cosa di solito quando faceva cosi, infatti anche stavolta avevo capito bene.
Questa mattina mio padre ha ben deciso di farmi una 'sorpresa' venendo a rompermi le scatole con la sua fidanzata per annunciarmi la loro nuova decisione.
L'urlo di Sasha è stato sentito in tutta l'università e mi ho toccato tapparle la bocca per farla smettere.
Per lui era stato semplice 'Tesoro io e Sasha ci sposiamo' prima guardai lui e poi guardai lei che mi mostrava l'anello da milioni di dollari quasi soddisfatta.
Li buttai letteralmente fuori dalla mia stanza, presi dei vestiti così a caso decisamente incazzata e andai da Nick.
"Ehi che ti succede?"
"Mi uccidi se ti dico che preferirei tornare a Chicago piuttosto di stare qui?" dissi buttando la borsa sul tavolo della cucina.
"Si, e sai che lo farei." si mise vicino a me e mise una mano sulla mia cercando di calmarmi "Dai, mi dai una spiegazione?"
"Mio padre e la sua segretaria si sposano."
Nick iniziò a tossire "Con quella li?"
"Già. È cosi orribile." dissi disgustata solo all'idea "Quando torna Tom?" chiesi cambiando argomento.
"Se non ho capito male ha detto stasera."
"Menomale."
"Tuo padre ha trovato una compagna di stanza per te?"
Scossi la testa "Però ci sta provando. Non vuole che abbia ancora solo amici maschi. Non di nuovo."
"Beh purtroppo però è cosi."
"Ricordati che è colpa tua se tutte le ragazze mi odiano!" esclamai accusandolo del fatto che io non abbia amiche.
"Sei tu che ci sei stata! Io ci ho solo provato e tu ci sei stata!" rispose ridendo.
Mi sorprendeva che la prendesse cosi bene e con cosi tanta ironia.
"Cretino."
"Senti volevo farti una domanda, ma non prendermi per idiota va bene? Se dici di no ci ridiamo sopra e basta okay?"
Lo guardai, era abbastanza serio.
"Vai, sentiamo la novità."
"Hai presente no, gli amici a volte fanno queste cose.."
"Sii chiaro Nick. Al massimo ci ridiamo sopra, come hai detto tu."
"Senti dato che non vuoi relazioni serie e tu sai che sono parecchio attratto da te, che ne dici di diventare una specie di amici con benefici?" azzardò facendomi rimanere a bocca aperta.
"Ma che dici? Ma sei scemo?"
"Andiamo su. Saremo sempre come adesso, amici che però ogni tanto vanno a letto insieme."
"Cazzo ma sarebbe come avere una relazione!" lui scosse la testa, si alzò e disse "No Steph, sarebbe tutta un'altra cosa. Tu puoi frequentare chi vuoi, puoi stare con chi vuoi e io pure. È come se ci usassimo a vicenda per soddisfare dei bisogni." aprii la bocca per ribattere ma la richiusi subito mettendomi a pensarci seriamente.
No dai ci stai pensando seriamente?
Disse la parte razionale e intelligente del mio cervello.
Beh, perché no? Infondo io e lui eravamo molto intimi già da un pò e non sembrava una brutta idea.
Presi la parte intelligente del mio cervello e quella menefreghista e ovviamente fu la seconda a vincere.
"Va bene, ci sto. Ma non troppe volte senno sembreremo una coppia. Sono già odiata da troppa gente."
"Perfetto allora." disse allungando la mano e io gliela strinsi.
"Ovviamente nessuno lo deve sapere, chiaro?"
"Certo. Ci useremo e basta. Come quando uno di noi vuole uscire con qualcuno, ci useremo per uscite a quattro o stronzate varie. E tranquilla Steph, ormai mi conosci abbastanza bene quindi ti puoi fidare di me." replicò con un sorriso.
"Certo che lo so stupido."
Mi vibrò il telefono, messaggio.
Era da parte di mio padre, mi chiedeva se potevo essere nel suo ufficio tra un ora.
"Quanto è noioso." dissi bloccando il telefono.
"Chi?"
"Mio padre."
"Che vuole?"
"Vuole parlarmi fra un'ora."
"Ti accompagno io."
"Ho la macchina idiota."
"La riprendi dopo quando torniamo qui. Io devo andare al campus oggi e se tanto stasera torna Tom dovrai tornare qui lo stesso quindi ti accompagno io."
"Va bene. Allora però andiamo."
Prese le chiavi e altre cose che li servivano e arrivammo al campus una mezz'ora dopo.
Entrai nell'ufficio di mio padre sorpassando Sasha, non avevo voglia di parlare con lei.
"Stephenie." ma lei però si.
Mi voltai e dissi "Che succede?"
"Volevo chiederti una cosa."
"Okay, dimmi pure."
"Che ne dici di farmi da damigella al matrimonio?"
Ma era davvero seria?
"Ti ha chiesto mio padre di chiedermelo?"
"No. È stata un'idea mia. Ovviamente ho chiesto anche a lui ed è d'accordo ma è stata una mia scelta questa."
"Vuoi che io sia la tua damigella? Ma se non ci sopportiamo nemmeno!"
"Appunto. Potrebbe essere una buona occasione per iniziare ad andare d'accordo. Quando io e tuo padre ci sposeremo diventerò la tua matrigna e non voglio che ci siano problemi. Dovremmo diventare una famiglia e non voglio problemi quando magari decideremo di avere altri figli o altro."
La guardai per un pò e dissi "Stai tranquilla. Non credo che mio padre arriverà mai ad avere un altro figlio. Forse è un pò troppo vecchio."
"È di tuo padre che stiamo parlando Stephenie."
"Ecco facciamo cosi. Se vuoi andare d'accordo con me non chiamarmi più Stephenie, ma Steph. Stephenie è il nome scelto da mia madre e non sopporto di essere chiamata cosi. Se vuoi essere una buona matrigna" anche se ci credo poco "da ora in poi chiamami Steph va bene?"
Stavolta fu lei a guardarmi con uno sguardo fisso, sembrava essere rimasta sconvolta.
"Va bene Steph."
"Per il matrimonio ci penserò." dissi poi infine per accontentarla.
Lei fece un sorrisetto falso e poi mi lasciò andare da mio padre.
"Allora? Che mi volevi dire?"
"Si siediti per favore." disse senza nemmeno guardarmi.
Mi sedetti e aspettai che finisse di lavorare al computer.
Quando alzò lo sguardo dal computer dissi "Hai finito? Non posso stare qui per molto."
Si voltò definitivamente verso di me e disse "Questa sera andrò a San Francisco."
"Per fare?"
"Forse ho trovato la tua nuova compagna di stanza." disse felice.
"Se ne sei felice tu.."
"Andiamo tesoro, almeno ti farai un'amica femmina e lascerai stare per un pò tutti quei ragazzi."
"Vorrei ricordarti mio caro padre che sei stato tu a presentarmeli."
"Lo so. Ma di certo non pensavo che ti ci trovassi cosi bene."
"Invece hai sbagliato."
Scosse la testa "Comunque, parlando di questa cosa, domani sarò a San Francisco perché, a sorpresa, sono stato invitato alle gare nazionali di ballo. Ti ricordi la ragazza che secondo te avrebbe passato le selezioni?"
"Si."
"Ecco, lei non si è presentata e andrò a San Francisco proprio per questo."
"E tu come sei stato informato? Come fai a sapere che lei sarà li?"
"La sua amica. È stata lei a informarmi."
"Molte volte ti hanno chiesto di andare a vedere molti studenti e tu hai sempre detto no. Perché stavolta hai detto di si?"
"Perché io credo che lei abbia davvero tanto potenziale tesoro."
Aggrottai le sopracciglia e lui disse "Ascolta se non ci credi facciamo cosi. Vieni con me alla gara domani e vediamo se ha abbastanza potenziale per stare qui dentro."
"Tu vuoi che io venga con te? Stai scherzando?"
"No. Vieni a vederla. Secondo me rimarrai parecchio sorpresa."
Ci pensai su "Va bene. Vengo con te. Ma se mi sembra una ragazza troppo strana e perfettina non starà in stanza con me."
"Ci sto. Se non ti piace le cambio la stanza." sorrisi e dissi "Quando partiamo quindi?"
"Direi stasera. La gara è domani."
"Allora vado a preparare una borsa o qualcosa da portare via."
"Va bene. Ci vediamo alle 9 fuori dal comprensorio allora."
Uscii dal suo ufficio e mandai un messaggio a Nick dicendoli di raggiungermi nella mia stanza.
"Allora?"
"Vado con mio padre a San Francisco stasera. Mi ha trovato la compagna di stanza." risposi aprendo la porta.
"E tu vai li per..?"
"Mio padre mi ha promesso che se non mi piacerà non avrò una compagna di stanza quindi voglio vedere che tipo è."
"E tu vuoi rimanere sola qui dentro?"
"No. Io credo che sia adatta. Voglio solo essere sicura. Comunque salutami Tom e chiedigli scusa."
"Tranquilla, non tornerà ancora per un pò."
"Perché?"
"Ha avuto dei problemi e resterà la ancora per un pò."
"Oh."
Presi una borsa e ci misi un po di vestiti, quelli necessari per due giorni e poi dissi "Mi accompagni a mangiare qualcosa? Non ho voglia di mangiare sull'aereo."
"Si ma paghi tu."
"Nemmeno per idea."
Scoppiò a ridere "Tranquilla sto scherzando. È ovvio che pago io."
"Dai andiamo su." esclamai tirandolo fuori dalla stanza.
Però forse la sua idea di 'andiamo a mangiare qualcosa' era un pò diversa dalla mia.
La mia idea era di andare in qualche fast food mentre lui mi portò in un ristorante tutto da precisini che costava anche parecchio.
"Nick è tardi. Ho un aereo da prendere." dissi guardando l'orologio che mi ricordava che avevo solo 15 minuti per tornare al dormitorio, prendere la mia valigia e andare molto velocemente all'aeroporto.
Sbuffando si alzò dalla sedia e andò a pagare.
Mancavano tre minuti alle 9 e non riuscivo a trovare la chiave.
Solo in quel momento mi ricordai di averla lasciata dentro.
"Nick devi aprirmi la porta."
Scosse la testa "Prima devo pagare e ora devo anche scassinare una porta, che bella serata." concluse aprendo la porta.
"Grazie grazie grazie!" risposi prendendo la borsa e la chiave.
Mi feci accompagnare davanti al cancello dove c'era già la macchina nera di mio padre.
Salutai Nick e entrai in macchina "Sei in ritardo."
"Sono le 9 e 02! Ti è andata anche troppo bene." fu l'unica cosa che dissi finché non arrivammo a San Francisco.
Al contrario di come avevo pensato non prendemmo l'aereo ma ci accompagnò l'autista di mio padre.
La gara iniziò parecchio presto "Come si chiama la tizia?" chiesi sbadigliando.
"Mason."
Cercai la tipa sull'ordine di entrata.. Scherziamo vero?
"È la numero 892! Devo stare qui tutto il giorno?"
"No. Le gare sono suddivise in categorie. E lei farà due categorie."
"Hai un posto riservato vero?"
"Non ci sono solo io qui. Cerchiamo dei posti vicini al palco e non lamentarti. Ti comporti da bambina viziata solo quando sei con me?"
"Non mi comporto da bambina viziata. È solo che dato che ti avevano invitato pensavo che avessero riservato un posto per te."
"Smetti di farti problemi e muoviti se non vuoi stare in piedi tutto il giorno."
Lo seguii e trovammo posto abbastanza vicino al palco.
Mi subii ore e ore di danza e solo dopo non so nemmeno quante ragazze mio padre mi disse "È la prossima."
"Poi ce ne andiamo vero?"
"Dopo di lei ci sono altre 10 persone poi la premiazione. Ci parlo e poi ce ne andiamo."
Abbassai la testa e la rialzai quando dissero "E adesso accogliamo con un pezzo pop la numero 892!"
Sul palco salì una ragazza che sembrava tutto tranne che una ballerina. Aveva scarpe da ginnastica, vestiti di pelle.. Niente che ricordasse una ballerina.
Amavo la seconda canzone che aveva usato. Alla fine dell'esibizione, tutti, mio padre compreso, si alzò in piedi applaudendo. Le era piaciuta tanto.
"Che ne dici?"
Era piaciuta anche a me, forse avremmo potuto davvero stringere amicizia.
"Sì. Possiamo condividere la stanza."
Sorrise compiaciuto e dopo la premiazione andò alla sua ricerca mentre io approfittai del tempo per andare fuori a prendere un po d'aria.
"Scusa mi presteresti un accendino?" Chiesi al ragazzo davanti a me che sorrise "Certo."
"Grazie mille." Dissi allontanandomi.
Quando vidi arrivare mio padre buttai la sigaretta dietro a un cestino, non potevo rischiare di farmi vedere.
"Possiamo andare."
"Che ti ha detto?"
"Andrò a Los Angeles venerdì e domenica verrà con me a New York.'
Sorrisi "Fantastico."
Arrivammo a New York in tarda serata e appena arrivai nel mio dormitorio mi stesi sul letto addormentandomi all'istante.
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You are my disaster
RomanceDue ragazzi. Due anime semplici ma incasinate. Due ragazzi che non sanno come risolvere i loro problemi. Lei: Stephenie Kene, 19 anni, era la classica principessina viziata ma nei primi anni di liceo tutto cambia e la principessa viziata si colora l...