Capitolo 42

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Steph Pov
La settimana era cominciata con difficoltá e non vedevo l'ora che arrivasse il weekend.
Con Carter a New York il mio stile di vita era un po' cambiato.
Quando siamo usciti insieme quando è arrivato qui mi aveva detto che avrebbe voluto ricominciare da capo.
E lo sta facendo davvero.
Almeno due volte a settimana mi chiede di uscire e ogni volta che usciamo ha sempre con sé un mazzo di rose.
Con questo suo modo di fare mi sembra di tornare indietro nel tempo, al periodo in cui ci siamo conosciuti e a quell'estate a Los Angeles dove mi sono innamorata davvero di lui.
E ora, facendo questi piccoli sforzi, mi sta facendo innamorare di lui per la seconda volta. Solo che ancora non voglio dirglielo. Non sono ancora pronta.
Questa mattina ero in ufficio a controllare le cose che mi avevano portato quando mi squillò il telefono.
"Steph. Il capo vuole vederti."
"Okay. Falla entrare."
Buttai giù poco dopo aprirono la porta ed entrò il mio incubo peggiore.
Mi alzai "Buongiorno."
"Stephenie ho una notizia per te."
Questa tizia ha un suo modo per farmi incazzare.
Si mise seduta sulla sedia davanti alla mia e mi mostrò la copertina di un giornale.
"Sai che noi dobbiamo mostrare sempre il meglio no?"
"Certo."
"Il meglio lo sta davvero facendo questa ragazza." disse puntando il dito sul servizio dedicato ad Haley.
"Quindi, dato che hai tutti questi rapporti con questa ragazza, fai qualcosa per me. Voglio un servizio favoloso. Non fare cavolate. Voglio che sia il miglior servizio di sempre."
Stavo per rispondere quando mi suonò il telefono.
"Rispondi pure."
Presi il telefono "Steph scusa il disturbo, ma qui sotto c'è un ragazzo che dice di doverti parlare."
"Digli che aspetti."
"Dice che è urgente."
"Sono occupata adesso."
Ma bussarono subito dopo alla porta.
"È qui."
"Ma chi? Chi è qui?"
"Lui."
"Digli di aspettare." la segretaria annuì e mentre stava chiudendo la porta il capo disse "Aspetta. Fallo entrare."
"Cosa?"
"Sì, voglio proprio vedere il tuo fidanzato."
"Va bene. Fallo entrare."
Lei chiuse la porta "Comunque non sto insieme a quel ragazzo." e appena entrò avrei voluto cancellare la mia frase.
Era vestito benissimo ed era figo come sempre. E anche lei se ne accorse.
"Che ci fai qui? Vedi che sono impegnata?"
"Oh no Stephenie, tranquilla. Io sono Jane Smith. Benvenuto nella mia azienda."
Carter si accorse di essere entrato nel momento sbagliato e si scusò subito "Mi scusi davvero. Non pensavo che fosse con il suo capo."
"Tranquillo. Dammi pure del tu."
Che cosa? Non si fa dare del 'tu' da me o dai suo dipendenti e da Carter invece sì?
"Io sono Carter Mason. È un piacere conoscerti. Non volevo disturbare."
"Stai tranquillo. È stato un disturbo piacevole."
Ci sta flirtando? Il mio capo sta flirtando con lui? No, non mi sta bene. Non mi sta bene proprio per niente!
Riportai l'attenzione su di me "Mi hanno detto che è una cosa importante. Dimmi pure."
"Oh sì. Scusa. Beh mi hanno chiamato da scuola di Luke."
"Che ha fatto?"
"Non me lo hanno detto. Mi hanno chiesto se potevamo andare a parlare con la sua insegnante."
"Quindi tu sei il padre di quell'adorabile ragazzino?"
Adorabile ragazzino? Ma se lo butta sempre fuori dall'ufficio! Brutta gatta morta!
"Sì. Sono io."
"È un bambino carinissimo."
"A che ora dobbiamo andare?"
"Hanno detto il prima possibile."
"Stephenie puoi andare. Ci vediamo domani. Carter, è stato un piacere conoscerti."
"Anche per me." presi il giubbotto e lasciai l'ufficio con Carter.
Ero nervosa. Quella cretina ci aveva provato con lui e lui le aveva dato spago per tutto il tempo.
Uscimmo dall'edificio e iniziai a camminare "Dove vai? Ho la macchina."
Mi voltai e salii in macchina.
"Che hai? Non volevo disturbare ma hai detto che se riguarda Luke.."
"So cosa ti ho detto e non mi sembra di averti detto niente."
"Che ti prende?"
"Niente. Vai ora." lui spense il motore.
"Sei gelosa per caso?"
"No. È solo che quella odia Luke e se dovesse succedere qualcosa tra di voi lo tratterà di merda."
"Non dire cazzate Steph! Qual'è il problema?"
"Se ci stai provando con me di nuovo e vuoi fare il serio, non flirtare con il mio capo!" dissi urlando.
"Era lei che flirtava con me."
"Tu le rispondevi!" lui iniziò a ridere.
"Vedi Steph, a volte bisogna essere furbi e devi saper attirare l'attenzione."
"Che vuoi dire?"
"Io avevo bisogno di vederti prima di andare da Luke, mi hanno detto che eri con il tuo capo, ho chiesto se era un uomo o una donna, mi hanno detto che era una ragazza sulla trentina e ho pensato che se volevo vederti prima dovevo entrare. Sapevo che avrei fatto colpo."
"E ne vai anche fiero?"
"Sì. E fidati. Se succederà anche a te una cosa del genere quando avrò qualcuno a rompermi, lo farai anche tu, farai colpo anche tu e mi incazzerò anche io. Capito adesso?"
"Sì. E sei un cretino Carter."
"Ma potrei esserti utile."
"Ma mi incazzerei sempre." dissi prendendo il telefono "Un giorno verrò nel tuo ufficio quando sarai impegnato e ti farò sbottare. Proverò molto presto."
"Ed io perderò il lavoro."
"Vai, muoviti."
Partì e poi disse "Stasera siamo a cena con Haley e Dylan. Te lo ricordavi vero?"
"Sisi lo so. Luke starà con Mackenzie. A loro baderà Maddie."
"Perfetto."
Dopo una ventina di minuti Carter parcheggiò davanti alla scuola di Luke.
"Siamo arrivati. Andiamo."
"Spero che non sia per una stronzata perché lo tolgo dalla scuola."
Mi aprì il portone e ci dirigemmo verso la stanza dell'insegnante.
"Voi siete i genitori di Luke Mason?"
Disse una signora sulla cinquantina con un sorriso dolce e caloroso.
"Sì."
"Venite pure allora." disse facendoci entrare in una stanza piena di banchi e piccole sedie.
"Mi dispiace di avervi fatto venire qui così, ma devo parlarvi di una cosa importante. Oggi Luke si è comportato molto male."
"Che ha fatto?"
"Giudichi lei." disse girando il computer che mostrava un video della sorveglianza. Un ragazzino ha preso di mira una bambina, Luke si è intromesso, il ragazzino lo ha spinto e Luke gli ha tirato un pugno. Mi misi una mano sulla fronte e scossi la testa.
"Si chiama legittima difesa." rispose Carter.
"Signor Mason lei pensa che questa sia una cosa bella?"
"Ha solo difeso una bambina e si è difeso. Non mi sembra che abbia fatto niente di così problematico da farmi perdere ore di lavoro."
"Carter!" dissi guardandolo "Mi scusi. Parlerò con Luke, non succederà mai più."
"Se vogliamo dirla tutta perché ci siamo solo noi? I genitori dell'altro ragazzino dove sono? È lui che ha iniziato. Nostro figlio ha solo fatto il suo dovere."
"Signor Mason, suo figlio ha sei anni e a quest'età non si picchiano i coetanei. È questo l'insegnamento che dà a suo figlio?"
"No. Io gli insegno solo a lottare per ciò che conta nella vita. Niente di più e niente di meno. Adesso se vuole scusarci. Grazie e arrivederci."
Lui si alzò e mi prese per mano facendomi alzare.
"Luke dov'è?"
"Ve lo chiamo subito."
Aspettammo fuori da una classe e rimanemmo tutti in silenzio.
Quando entrammo in casa Luke disse "Mamma, papà, mi dispiace. Non punitemi."
"Perché gli hai dato un pugno?"
"Stava dando fastidio alla mia amica."
"E allora?"
"E allora dovevo difenderla."
"Si ma perché dargli un pugno?"
"Papà ha detto che per una persona a cui tieni si fa tutto."
"Tu tieni a lei?"
"Sì."
"È la tua fidanzatina?" chiese Carter sorridendo.
Luke annuì "Perché le dava fastidio?"
"Perché lei sta con me e non con lui. A lui dava noia e se l'è presa con lei. Scusa mamma, ma dovevo farlo."
"Sono fiero di te Luke! Non potevo chiedere di meglio!" disse abbracciandolo.
Okay, sono gelosa. Sono gelosa di mio figlio ed ha sei anni! Cosa succederà quando sarà più grande e mi porterà ragazze a casa ogni giorno? No, basta. Non voglio pensarci.
"Va bene Luke. Stavolta passi, la prossima volta ti punisco."
"Non succederà più." disse abbracciandomi per poi andare in salotto.
"Ed entrambi sappiamo che succederà tante altre volte."
"Tale padre tale figlio."
"Siamo fatti per far innamorare e per far ingelosire le ragazze."
"Spero che Luke non sia così cattivo e che non faccia ingelosire nessuna."
"Succederà Steph, e non potrai farci niente."
"Stronzo." dissi allontanandomi da lui.
"Dove vai?"
"A finire il lavoro che non ho finito in ufficio e poi mi preparo." risposi chiudendo la porta della mia stanza.
Finii il lavoro e poi andai a farmi la doccia.
"Ma sei cretino?" dissi quando uscendo dal bagno mi ritrovai lui davanti.
"Perché?"
"Stavo facendo la doccia, mi hai spaventato."
"Perdonami allora." disse sfottendomi "Vado a farmi una doccia. Muoviti, sai com'è fatta."
"Venti dollari che arrivano dopo di noi."
"Va bene." disse stringendomi la mano.
Controllai che la porta fosse chiusa e mi cambiai. Misi una gonna nera a vita alta e una camicetta bianca senza maniche.
Mi asciugai i capelli e mi truccai.
Luke era già con Maddie e Mackenzie quindi non dovevo preoccuparmi di doverlo portare a casa dei ragazzi.
"Sei pronta?" disse lui aprendo la porta.
Spensi la luce e una volta davanti alla porta d'ingresso mi infilai le scarpe nere e presi il giacchetto di pelle.
Quando arrivammo al ristorante erano le otto e mezza. Ci accompagnarono al tavolo e, come avevo previsto non erano ancora arrivati.
Mi misi a sedere sul divanetto di pelle e dissi "I soldi Carter."
Sbuffo. Tirò fuori il portafoglio e mi porse una banconota da venti dollari.
Arrivarono venti minuti dopo "Brutta stronza mi hai rubato il posto!"
"Dovevi arrivare prima." mi alzai e ci abbracciammo.
"Carter togliti. Lasciami il posto." lui si alzò e si mise accanto a Dylan.
Ordinammo la cena e prima che arrivasse da mangiare Carter guardò Haley e disse "È proprio come sei anni fa."
"Sì, ma ora c'è Dylan, sei anni fa no."
"Perché volevi qualcun altro al tuo fianco Haley?"
"No cretino. Era solo per far capire che è meglio così. Invece tu Steph, con tutti i tipi che potevi avere perché proprio lui?"
"È colpa tua. Me lo hai fatto conoscere tu."
"Già, non sai quanto me ne pento."
"Ma vaffanculo stronza." io e Haley ci mettemmo a ridere e Carter e Dylan si guardarono.
"Dobbiamo dirvi una cosa ragazze." iniziò Dylan.
"Ci avete tradito?"
"Ma che cazzo dici? Vogliamo chiedervi una cosa."
"Questo mi preoccupa."
"Dai parlate."
"Bene." i ragazzi ci guardarono e Dylan disse "Come lo vedete un bel viaggio ad Amsterdam per capodanno?"
"Ma cosa vi siete bevuti?"
"Eddai ragazze."
"Volete portare i bambini ad Amsterdam?"
"No. Infatti i bambini non verranno."
"Cosa? E dove li lasciamo?"
"Ascoltate ragazze, non vogliamo farvi incazzare, ma.."
"Da quando sono nati i bambini non siete più le stesse."
"Cosa?"
"Andiamo su, se ve lo avessimo chiesto 6 anni fa sareste partite anche il giorno stesso, invece ora avete detto subito di no dal primo momento."
"Abbiamo delle responsabilità ora, voi pure."
"E poi dobbiamo pensare al lavoro."
"Ma falla finita Haley. Tu sei il tuo capo e per quanto riguarda te Steph, se ci provo un po' con il tuo capo ti da tutti i giorni di ferie che vuoi. Eddai! Per Natale saremmo lo stesso tutti dai nostri genitori. Li lasciamo lì e dopo Natale partiamo. Il 26 partiamo e torniamo il 3. Sono otto giorni."
"Ma perché volete andare in vacanza senza i ragazzi?"
"Non che la nostra vita ci faccia schifo, anzi, è solo che abbiamo ancora 26 anni e vorremmo divertirci almeno un'ultima volta. Solo noi quattro, come una volta."
Io ed Haley ci guardammo "Dateci un minuto." e ci dirigemmo verso il bagno.
"Allora?"
"Forse dobbiamo accettare."
"Tu dici?"
"Sì. Entrambe le nostre gravidanze sono arrivate in momenti inaspettati e a causa di ciò non abbiamo fatto più niente di interessante e, soprattutto, niente di quello che farebbero due ventenni. E poi è tutta la vita che aspetto di andare ad Amsterdam."
"Sì ma sarà tutta una vacanza tra coppiette, e io e Carter non lo siamo."
"Per ora. Sai quante cose cambiano in un mese? E poi al massimo ritornerete una coppia là. Sarebbe molto romantico."
"Smetti di sognare ad occhi aperti."
"Comunque che mi dici?"
"Va bene. Andiamo."
Tornammo al nostro tavolo e i ragazzi ci guardarono "Allora?"
"Andiamo ad Amsterdam!"
Entrambi sospirarono di sollievo "Menomale avete detto sì, sennò con questi biglietti non sapevamo che fare." disse Carter tirando fuori dalla tasca quattro biglietti.
"Ma sei cretino? Li avevi già comprati? E se dicevamo no?"
"Sapevamo che avreste detto di sì."
"Comunque tutto è già  organizzato, l'Hotel è il migliore della città, abbiamo preso due stanze e là ci organizzeremo per cosa visitare. Il volo è il 26 mattina a Los Angeles, quindi Steph, devi chiedere più giorni di ferie e tu, Haley, hai due scelte. O chiudi la scuola o la lasci a qualcuno."
"A questo punto la chiudo. Non credo che Maddie rimarrà a New York da sola."
"Perfetto. Vedete? Noi abbiamo già pensato a tutto."
"E se non mi danno le ferie?"
"Lì entro in gioco io."
"E come?"
"Le chiederò di uscire."
Sputai il vino "Cosa hai detto?"
"Sto scherzando. Lo sai che esco solo con te."
"Sei un cretino fratello, fattelo dire." disse Haley parlando al mio posto.
"Sta zitta scema." continuarono a battibeccare per tutta la serata.
Quando uscimmo dal ristorante andammo a casa di Haley e Dylan e, dato che era tardi, prendemmo Luke e tornammo nel mio appartamento.

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