Capitolo 5

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Steph Pov
Il lunedì mattina quando mi alzai e mi trovai a guardare la stanza vidi che era del tutto vuota. Non c'era più niente di mio.
Tutto quello che mi apparteneva era già nel mio dormitorio a New York e qui c'era rimasta ormai solo una valigia con quello che mi era servito in questi giorni.
Mi vestii e mi truccai e dopo aver fatto colazione presi la valigia e andai verso la porta.
Mio padre mi aspettava fuori e io non avevo ancora salutato mia nonna.
"Tesoro, starai bene a New York?"
"Si. Voglio solo dimenticare tutto nonna, e stare qui peggiorerebbe la situazione."
"Mi mancherai tanto tesoro mio."
"Anche tu." l'abbracciai e asciugai le lacrime.
"Ciao nonna."
"Ciao Steph. Ricorda una cosa, non farti condizionare da nessuno capito? Non voglio più vederti soffrire per colpa di un ragazzo intese? Prendi tu in mano la situazione Steph capito?"
Annuii e l'abbracciai di nuovo prima di lasciare quella casa.
Il volo per fortuna partì in orario e quando eravamo seduti mio padre mi chiese di togliere le cuffie "Stai bene tesoro?"
"Si, benissimo." mentii.
Mi rimisi le cuffie e le tolsi solamente quando arrivammo al campus del college.
"Bene." iniziò aprendo la porta di una stanza "Questa sarà la tua stanza. Per ora ho deciso di lasciarti da sola però spererei di trovarti una compagna di stanza adatta. Fra qualche settimana ti arriveranno tutti gli orari dei corsi e.." bussarono alla porta e mio padre disse "In perfetto orario. Venite pure." e nella stanza entrarono due ragazzi.
"Grazie mille ragazzi. Se avete bisogno di qualcosa fatemi sapere." poi si voltò verso di me "Io tesoro ora devo andare e ti lascio nelle loro mani. Mi raccomando!" e detto questo se ne andò.
Li guardai. Se questi erano ragazzi di cui potersi fidare forse mio padre si faceva di qualcosa di pesante.
Avevano entrambi una felpa della squadra di football del college ed erano entrambi molto carini.
"Ciao, io sono Tom Ryder e lui è il mio amico Nick. Benvenuta." disse sfoggiando un bellissimo sorriso.
"Io sono Stephenie ma per favore chiamatemi Steph. Fate parte della squadra?" ironizzai.
"Si vede molto?" rispose Nick.
Gli sorrisi e Nick disse "Il nostro compito adesso è aiutarti a sfare i bagagli e accompagnarti a fare il giro del college. Che ne dici?"
"Va bene. Vi posso chiedere un favore ragazzi?"
"Certo."
"Può rimanere tra noi tre il fatto che io sono la figlia del rettore?"
"Certo. Nessun problema. Andiamo?"
Annuii e li seguii.
"Per che corso sei stata presa?"
"Fotografia. Ho bisogno di farvi una domanda ragazzi.. Come fate a piacere così tanto a mio padre?"
Tom e Nick si guardarono e Tom disse "Beh, io sono il quarterback della squadra di football, lui è il mio vice, quest'anno abbiamo portato la squadra della scuola al vertice della classifica con il punteggio massimo e poi siamo dei bravissimi ragazzi."
"Okay, mi avevate quasi convinto. Quest'ultima parte vi ha fregato. Non ci credo che siete dei bravi ragazzi." dissi quando entrammo in palestra.
"Sei proprio intelligente sai?"
"E anche carina." aggiunse Nick.
"Non avete altre ragazze che vi girano intorno? Per esempio le cheerleader."
"Ci gira intorno tanta gente ma non ci piacciono le cheerleader."
"E, cosi solo per sapere eh, se volessi diventare amica vostra e rubarvi una di queste belle felpe, come funzionerebbe?"
Si guardarono e Nick si tolse la felpa e me la diede e io lo guardai con aria interrogatoria.
"Per questa per ora puoi tenere la mia, e per essere nostra amica non ci sono problemi, vero Tom?"
"Nessun problema per noi. Stasera facciamo una festa a casa nostra. Vieni anche tu con noi? Ci pensiamo noi a convincere tuo padre."
"Ehm io.."
"Andiamo Steph su. Andiamo a parlare con tuo padre, ti cambi e vieni via con noi cosi ci aiuti."
"Va bene. Ci sto."
"Allora diamo una fine a questo tour, o almeno per ora, e andiamo a parlare con tuo padre."
Arrivammo davanti al suo ufficio e i ragazzi bussarono ed entrammo.
"Ciao. Come ti stai trovando tesoro?"
"Molto bene."
"E loro? Come si stanno comportando?"
"Bene. Posso andare a una festa con loro papà?"
"Dove?"
"A casa nostra signor Kene. Stia tranquillo, lo sa, può fidarsi di noi."
Mio padre sospirò "Ci vai solo perché devi farti degli amici." sorrisi soddisfatta e vidi che i ragazzi si batterono il pugno e uscii con loro al mio seguito.
"Sasha." dissi alla fidanzata di mio padre.
"Stephenie" disse con un sorriso tirato.
"Stronza." dissi quando fummo abbastanza lontani da non essere sentita da lei.
Quando arrivammo nella mia stanza presi dei vestiti e andai in bagno.
"Come conosci quella tipa?"
"Sasha? È la fidanzata di mio padre. Ma non andiamo molto d'accordo."
"Sei pronta?"
Uscii dal bagno e Nick mi mise un braccio intorno alle spalle "Cara Steph stasera capirai davvero cosa vuol dire frequentare due giocatori di football."
Purtroppo per loro sapevo già cosa volesse dire e l'ultima volta non è andata proprio bene.
La ferita di Evan è ancora aperta e ancora fa male.
"Ho già avuto abbastanza esperienza."
"No, i liceali non capiscono niente. Ti faremo capire davvero cosa vuol dire."
"Perché ci dici questo? Non è che sei impegnata vero?"
"Cosa? Nono. Storia finita."
"E giocava a football."
"Già." risposi abbassando la testa.
Non mi chiesero nient'altro e fui veramente grata ad entrambi.
Casa di Nick e Tom era pazzesca, non posso credere che vivano solo loro due qui dentro.
"Signorina Kene benvenuta a casa nostra."
Rimasi veramente stupita, qui c'era veramente di tutto.
"Stasera ti faremo vedere chi è meglio frequentare e chi.. Beh, non si merita la tua amicizia." disse Tom sorridendo.
"E voi chi dovreste essere scusate? I miei tutori?" chiesi ridendo.
"No, certo che no. Quella sarà una scelta tua ovviamente. Noi vogliamo solo aiutarti."
Nick tirò fuori diverse bottiglie da un armadietto e disse "Domanda importante. Sei abbastanza competitiva Stephenie?"
Lo stava proprio chiedendo a me?
"Qui ci sono ragazze davvero cattive. Voglio solo darti una mano, e se starai con noi dovrai essere molto competitiva."
"Fidati, sono una vera stronza." dissi mostrando il mio sorriso migliore.
"Meglio per te tesoro. Non vorrei essere al tuo posto."
"Fidatevi. Vi sorprenderò già da stasera." risposi aiutandoli a preparare il necessario per la festa.
Verso le otto iniziò ad arrivare un sacco di gente e tutti quanti mi guardarono in modo strano.
Pensando di essere sola dissi "Ma perché mi guardano tutti cosi? Che ho che non va?"
"Proprio niente." rispose qualcuno dietro di me.
Saltai letteralmente dallo sgabello e mi misi una mano sul petto. Mi ha spaventato.
"Mi dispiace, non volevo spaventarti." rispose il ragazzo sorridendo.
Era veramente carino, era biondo, alto e aveva un bel fisico.
"Ti posso offrire da bere?" chiese con due bicchieri in mano.
"Certo." risposi prendendo un bicchiere "Io sono Christian." disse stringendomi la mano.
"Io sono Stephenie ma puoi chiamarmi Steph."
"Allora Steph, per rispondere alla tua domanda. Non hai niente che non va, sei solo nuova ed è strano vedere una ragazza nuova già cosi popolare."
"Come faccio a essere popolare? Sono arrivata qui oggi pomeriggio." dissi bevendo un sorso del contenuto del bicchiere.
"Tom e Nick." rispose semplicemente.
"Tom e Nick? Ma di che parli?"
"Sai, non so se ne hai avuto a che fare in passato ma questi due sono parte della squadra di football e sono anche bravi, quindi ogni ragazza farebbe qualsiasi cosa per arrivare a loro."
"E quindi?"
"Quindi guarda quelle ragazze li." disse indicandomi due ragazze.
"Due cheerleader. Quindi?" chiesi un pò confusa.
"Quindi mettila cosi. Tutte le altre ragazze frequentano gli altri della squadra tranne queste due."
"E io avrei colpe perche..?"
"Fammi finire che capisci. Allora, come dicevo, loro non frequentano ne Tom ne Nick perché entrambi vogliono aspettare una ragazza giusta, e sai, vedere una ragazza, nuova soprattutto, in giro con loro per tutto il giorno e prima della loro festa a casa loro, sai è un pò strano per loro."
"Mi dispiace, io non ho colpa di niente. Non mi sono invitata da sola qui, hanno fatto tutto loro e.."
"Dai amico smetti di mettere strane idee in testa a Steph! Non ci frequenterà più."
"Le dicevo solo la verità."
Nick si avvicinò e disse abbastanza forte da farsi sentire da Christian "Tranquilla, anche se frequentassi solo lui non si farebbero problemi a farti del male."
"Wow, come sei simpatico. E poi sarei io a metterle strane idee in testa eh?"
"Scherzo amico dai." in quel momento arrivò anche Tom e quando lui e Christian si guardarono i loro sguardi divennero duri. Qual'era il loro problema? Christian e Nick andavano d'accordo, perché non era cosi anche con Tom? Avrei dovuto farmi spiegare questa storia un giorno.
"Comunque ora che ci penso, tu non mi hai ancora detto delle cose mentre io ti ho parlato di tutto."
"Va bene. Che vuoi sapere?"
Più o meno sapevo che domanda aspettarmi, infatti quando Christian mi chiese "Sei per caso fidanzata?" non mi sorpresi per niente.
Faceva male dirlo perché questa domanda mi ricordava il giorno del diploma, quando avevo scoperto il tradimento di Evan. Certo nemmeno io ero stata cosi sincera però me ne accorsi quasi subito e chiusi subito la cosa mentre lui si è fatto anche scoprire.
Scossi la testa pronta a rispondere ma Nick rispose al posto mio "Non più amico. È felicemente single."
Felicemente single. Direi proprio di no. Sono tutto tranne che felicemente single.
Le ore passarono e la gente stava iniziando ad andarsene.
Forse avevo bevuto un pò troppo.
Guardai l'orologio che era in cucina.
Merda.
"Ragazzi, devo tornare al campus, è tardi."
"Puoi stare qui per stanotte."
Alzai un sopracciglio e Nick cercò di dire qualcosa di sensato "Abbiamo bevuto troppo fra tutti stasera, non vorrai mica rischiare di fare un incidente o di essere fermata dalla polizia vero?"
Lo guardai, nonostante avesse buttato giù litri di alcool non aveva tutti i torti.
Se la polizia ci avesse fermato io sarei finita nei guai e mi sarei sognata di poter uscire ogni sera.
"Dove posso dormire?"
"Non ho camere in più. Quindi o con me o con Tom."
"E se io sto in una delle vostre stanze e voi state nella stessa stanza?" chiesi sapendo di aver fatto una domanda idiota.
"Quanto hai bevuto? Sei sicura di saper reggere bene l'alcool?"
Risi e dissi "Si lo reggo abbastanza bene. Scusa non dicevo sul serio."
"Senti so che forse non ti fidi di noi ma non succederà niente, te lo giuro Steph."
"Quindi mi assicuri che se dormo nella tua stanza non verrò toccata?"
"Dai ascolta facciamo cosi. Non voglio finire nei guai con te prima del previsto e capisco che forse hai paura a fidarti per cose successe prima di venire qui, quindi ti propongo una cosa." ma ero davvero cosi sicura che avesse bevuto davvero?
"Ti ascolto."
"Facciamo cosi. Tu dormi nel mio letto e io dormo per terra. Ti presterò una maglietta cosi domani puoi metterti questa roba. Ci stai?"
"Dormiresti davvero per terra per me?"
Sorrise e annuì conducendomi in camera sua "Ma se ne parli con qualcuno la prossima volta ti lascerò dormire fuori di casa." gli feci la linguaccia e mi tirò una sua maglietta.
Mi chiusi in bagno e mi vestii.
La maglietta di Nick mi arrivava al ginocchio. Perfetto direi. Feci una treccia e uscii dal bagno.
"Wow. Ti sta bene. Davvero." gli sorrisi "Grazie. E grazie anche per farmi stare qui."
Mi misi sotto le coperte e Nick mi chiese "Ti posso fare una domanda?"
"Certo."
"Perché hai lasciato Chicago?"
Non so se ero pronta ad affrontare questa domanda, non volevo rispondere a questa domanda ma se non mi fossi aperta con gli unici amici che avevo qui non sarebbe andata a finire bene. Tanto non dovevo raccontargli tutta la verità no?
"Sei abbastanza sobrio per affrontare questo discorso?"
"Si, direi di si."
"Vieni qui."
"Ora te la faccio io questa domanda, sei sicura di essere sobria?"
Lo guardai mettendo la testa di lato "Sì."
Si alzò da terra e si mise vicino a me.
"Quanto è stato stupido quel ragazzo?"
"Come scusa?" chiesi guardandolo.
"Cosa ha fatto per fare stare cosi male una ragazza così stupenda?"
"Niente di che. La distanza ci avrebbe allontanato lo stesso."
"Steph, per favore."
"È vero! Come puoi vivere una relazione a distanza Nick? Tu hai mai avuto una relazione seria nella tua vita?" chiesi iniziando a scaldarmi.
Lui abbassò la testa "Stavate insieme da tanto?"
"3 anni."
Deglutì. Come immaginavo.
"Se non si sono mai avute delle relazioni non si può capire una persona che viene da questi momenti difficili!" Nick rimase in silenzio e io scossi la testa "Come pensavo." mi alzai dal letto "Grazie per l'ospitalità ma dormirò sul divano."
"Steph io.."
"No, non preoccuparti." e chiusi la porta dietro di me.
Mi sdraiai sul divano e mi coprii con una coperta e cercai di dormire senza piangere. Non potevo iniziare cosi male.
Non sono venuta qui per pensare ad Evan ma per crearmi una nuova vita, e non ci riuscirò se non riesco nemmeno a mantenere il controllo durante una conversazione.
Basta. Devo provare ad andare avanti come se non fosse mai successo niente. È l'unico modo per poter riniziare a vivere.

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