Capitolo 26

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Steph Pov
La festa a sorpresa organizzata dai ragazzi era andata alla grande. Cioè, per me era andata alla grande, a parte per quel piccolo 'problema' con Carter. Parlando di Haley invece non sapevo cosa avesse fatto.
Vidi solamente Tom, era tranquillo e non sembrava distrutto per niente.
"Tom stai bene? Che è successo?"
"Ci siamo lasciati." mi disse molto tranquillamente.
"E tu la prendi così bene?"
"Andiamo sappiamo tutti che è meglio così. Da quando quel ragazzo è riapparso io sono sparito per lei e andare a New York me lo ha fatto capire. Semplice."
"Che farai allora?"
"Torno a New York. Sono venuto qui perché speravo che non le piacesse ancora quel ragazzo ma ho sbagliato quindi è meglio così."
"Mi dispiace." fece spallucce e non lo vidi più per tutta la serata.
"Andiamo svegliati. Dobbiamo andare a Hollywood."
"Mhh.. E se invece dormo ancora un po'?"
"Tu puoi farlo e io no? Nemmeno per idea."
Mi alzai controvoglia continuando a ripetermi che partecipare a quelle gare faceva parte del mio contratto estivo e che non potevo non esserci.
Nel giro di mezz'ora presi la borsa con la macchina fotografica e scesi le scale.
"Se ci mettevi di più ti lasciavamo qui!"
"Lasciavamo? Chi viene con noi?"
Dalla cucina apparsero i suoi genitori, figura di merda di prima mattina.
"Buongiorno signori Mason."
"Ciao cara. Possiamo andare tesoro?"
Carter annuì e partimmo.
I genitori di Haley e Carter erano quei tipi di genitori e di persone che erano sempre perfetti in ogni occasione. Soprattutto la loro madre. Lei era molto sofisticata e non aveva mai niente di imperfetto. Però notai che nonostante tutto era una di quelle persone che potevi considerare una madre perfetta, che ti avrebbe saputo ascoltare e che non ti avrebbe mai giudicato per come sei.
Sì, esattamente tutto il contrario di mia madre.
"Carter, tesoro, potresti andare più piano per favore?" disse lei dai sedili posteriori stringendo la mano di suo marito.
Dal suo tono di voce, non giudizioso ma preoccupato, capii che voleva solo proteggerlo e che non voleva perderlo. Ci era già andata vicina una volta.
Capendo il suo motivo di preoccupazione misi la mano sopra quella di Carter e quando si fermò e mi guardò dissi "Per favore." alzò gli occhi al cielo e annuì.
Quando ripartì rallentò un pò e disse "Se arrivate tardi poi non prendetevela con me."
Lo fulminai con lo sguardo e gli diedi uno schiaffo "Stavo scherzando ragazzi tranquilli."
Arrivammo giusto in tempo, qualche minuto prima che iniziassero le gare e quando Dylan mi vide mi fece segno di seguirlo.
Carter e i suoi genitori si andarono a sedere e io seguii fuori Dylan "Che succede? Avete risolto no?"
"Sisi però sta male, spero sia solo per l'ansia."
"Tranquillo. Avrà il ciclo."
"Non era nervosa come quando dovrebbe essere con il ciclo."
"Perché pensate sempre che siamo stronze in quel momento?"
"Perché lo siete solo in quel momento." disse sorridendo e tornando dentro.
Scossi la testa, sentendomi un pò offesa perché aveva offeso la massa femminile come se loro fossero meglio e andai dentro a sedermi accanto a Carter.
"Che hai?"
"Dylan è un cretino."
"Te ne sei accorta presto. Che ti ha detto?"
"Ha offeso la massa femminile dicendo che siamo stronze quando abbiamo il ciclo."
"Beh, non ha tutti i torti."
Lo guardai "Bene. Allora dato che sei d'accordo con lui scordati di venire a letto con me per il prossimo mese." dissi sorridendo.
"Ehi, ma io scherzavo. Dai non puoi farmi questo."
"Certo che posso."
"E dai. Lo sai che ti amo su." mi voltai verso di lui, speravo di aver capito bene ma non ero per niente sicura "Cosa hai detto?"
Mi guardò intensamente "So che hai capito ma va bene. Ho detto che ti amo." abbassai lo sguardo "L'ho detto forse troppo presto? Perché posso anche.."
"No. È solo strano sentirtelo dire."
Alzai lo sguardo "Soprattutto non me lo aspettavo adesso."
"Sono sorprendente, dovresti saperlo no? Comunque se tu non ti senti ancora di dirmelo non preoccuparti. Io so ciò che provo e non cambierà sentirti dire ti amo oggi o sentirtelo dire fra un anno. Proverò sempre le stesse cose."
"Anche io ti amo Carter. Sei il ti amo più vero che io abbia mai detto in vita mia." risposi sinceramente.
"Anche per me è la stessa cosa. Ti amo." mi fece avvicinare a lui e mi baciò.
Ci fu un colpo di tosse e ci dovemmo staccare "Mi dispiace disturbarvi ma ho assolutamente bisogno del tuo aiuto." disse Haley seduta su una delle poltrone davanti a noi sbattendo le ciglia ogni secondo.
"Arrivo." mi alzai dalla poltrona e quando fummo abbastanza lontani mi abbracciò e velocemente disse "So che non avrei dovuto ascoltare ma è stato più forte di me ed è stato un momento bellissimo e.."
"Hai ascoltato tutto?" dissi arrossendo.
"Mi dispiace! Stavo passando di lì e ho sentito che te lo stava dicendo e.."
"Sta tranquilla. Tanto te lo avrei dovuto dire. Mi hai solo semplificato la cosa. Che dobbiamo fare?"
"Abby vuole le fotografie e potresti aiutarmi a truccare le ragazze?"
"Certo. Andiamo."
Arrivammo nel camerino e dopo aver truccato tutte le ragazze feci un sacco di fotografie.
"In bocca al lupo tesoro." dissi a Maddie prima di tornare tra il pubblico.
Lei mi abbracciò e non appena mi misi seduta la annunciarono sul palco.
Haley era molto preoccupata riguardo all'assolo di Maddie.
Ci aveva lavorato tanto e non poteva assolutamente perdere. Per questo assolo non aveva voluto nessuno intorno, non voleva che nessuno vedesse il suo assolo, voleva che tutti lo vedessero qui e ogni giorno lo perfezionava. Nemmeno Abby lo aveva visto finito.
Mi concentrai sul suo pezzo, su i suoi passi, sul suo sguardo. Sembrava tutto assolutamente perfetto, anzi, era tutto perfetto. Questa ragazza aveva un talento pazzesco ma Haley era ancora più perfetta perché aveva un grande talento e oltre a essere una brava ballerina era anche una grande coreografa.
Durante l'assolo mi misi anche a piangere e quando finì e tornammo nel camerino abbracciai Haley "Sei una grande stronza! Mi hai fatto piangere!"
"Non sono stata io. È stata colpa di Maddie."
"E della sua grande coreografa direi. Maddie dov'è?"
In quel momento uscì con il vestito del gruppo e andai ad abbracciarla prendendola in braccio "Sei stata favolosa tesoro!"
"Grazie Steph." la misi giù e tornai tra il pubblico.
Carter entrò e uscì da quel posto almeno mille volte. Si stava annoiando, e non potevo dargli torto. Di tutte le gare a cui avevo partecipato questa era la più lunga di tutte.
Dopo tante ore eravamo arrivati alle premiazioni ed ero felice. Non vedevo l'ora di tornare a casa, nella mia stanza, a dormire.
Alla fine tutto il gruppo vinse e Maddie pure prendendo un punteggio altissimo. Haley era felicissima e dopo il bellissimo discorso di Maddie mi venne di nuovo da piangere ma stavolta mi trattenni.
Andai nel camerino a fare le mie congratulazioni e quando uscii vidi Carter fuori a fumare con Dylan.
So che era da pazzi ma impazzivo ogni volta che lo vedevo. Come avevo fatto a trovare un ragazzo così perfetto?
"Vorrei che smettesse di fumare. Si sta solo rovinando."
Mi voltai, sua madre. Dio ma perché faccio sempre queste brutte figure?
"Non lo so.. È meglio non dirgli niente comunque."
"Lo so. Ci ho provato tante volte e dopo anni ci ho rinunciato." sorrisi "Sai cara, voi due state davvero bene insieme." arrossii di scatto "Come..?"
"Oh tesoro sono una madre. Capisco tutto fin troppo bene." abbassai lo sguardo "È la prima volta che lo vedo così felice. Non è mai stato così bene con una ragazza. Sai, il suo stile di vita non mi è mai piaciuto. Penso che tu capisca no?"
"Sì. Haley me ne ha parlato più volte."
"È un ragazzo fantastico, non potevo desiderare figlio migliore ma a volte si comporta proprio da bambino. È la prima volta che lo vedo così serio con una persona." fece per andarsene poi disse "Mi raccomando, non dirgli che ti ho detto queste cose."
"Non si preoccupi. Non dirò niente." fece un sorriso e poi si allontanò.
"Terra chiama Steph." disse Carter passandomi una mano davanti agli occhi "Cosa stavi guardando di tanto interessante?"
"Quel ragazzo là. È talmente carino!" dissi mettendo gli occhi su un ragazzo molto carino che si trovava davanti a me e che mi stava guardando.
Carter lo guardò, fece un ultimo tiro dalla sigaretta e la buttò per terra.
"Posso scommettere che anche lui sta pensando la stessa cosa riguardo a te."
Lo guardai meglio e quando lo notò mi fece un cenno di saluto quasi.
"Credo anch'io." gli sorrisi e guardai Carter "Comunque lo so che stavi guardando me. Solo che eri talmente inebetita che non ti sei accorta che lo avevo notato."
"Non esserne così convinto. Quasi quasi vado a parlargli."
Mi staccai dalla parete e provai ad andare verso quel ragazzo ma Carter mi prese per il polso "Non ci pensare neanche rossa. Tu adesso vieni via con me." disse andando verso il parcheggio.
"Dove vai idiota? Devi aspettare i tuoi."
"Tornano per conto loro. Dato che mi hai fatto passare la giornata qui tra i miei, bambine e ragazzine ovunque adesso andiamo via."
"E dove andiamo?"
"A cena. Io e te. Da soli. Non aspettavi altro da un pò eh?" disse ridendo.
"Sisi. Fai il simpatico e vai a cena da solo. Una ragazza la trovi di sicuro."
"Ma ce l'ho già. A che me ne serve un'altra?"
"Bravo. Così ci siamo."
"Dai andiamo. Non ne posso più."
"Sì, nemmeno io."
Salimmo in macchina e Carter mi portò in un ristorante abbastanza vicino a Los Angeles.
Il ristorante era piccolo ma era molto carino e accogliente.
"Senti, volevo chiederti una cosa.."
"Sì. Chiedi pure."
"Sai io non sono sicuro ma credo che mia sorella non tornerà più a New York, soprattutto dopo oggi.." guardò un pò intorno a sé e continuò "Non che tengo molto al fatto che sia qui o meno ma.. Tu? Tu cosa pensi di fare a settembre? Tornerai a New York?"
Prima di rispondere bevvi un sorso di acqua e poi dissi "Sai.. È una cosa a cui stavo pensando da un po'.. A me piace stare qui però non so se potrò rimanere qui."
"Perché?"
"Perché non so se mio padre me lo permetterebbe mai. Stare qui vorrebbe dire rinunciare all'università e vorrebbe anche dire deludere le aspettative di mio padre."
"Ma qui hai un lavoro ben pagato."
"Ma è solo per tre mesi! Sono stata assunta da quella donna solo grazie a tua sorella. Secondo te avrei trovato un lavoro del genere senza il suo aiuto?"
"Sì, lo avresti avuto ugualmente.. Senti, va bene. Lasciamo perdere, non voglio discutere. Ne riparleremo."
Annuii e presi il bicchiere in mano bevendo.
La sua era una domanda seria a cui però non sapevo trovare una risposta. Se rimanevo a Los Angeles mio padre rimarrebbe deluso da me, ma se tornavo a New York.. Avrei perso Carter.
Non ce la potevo fare, non adesso.
Passammo il resto della serata tranquillamente e non riprendemmo più l'argomento della mia 'probabile' partenza.
"Andiamo a casa?"
"Sì. Sono un pò stanca."
Pagò il conto per entrambi e nel giro di mezz'ora tornammo a casa dei suoi.
Passarono due settimane. Io e Carter ci vedevamo poco per colpa dei lavori di entrambi ma quando riuscivano a vederci era tutto stupendo.
Questa mattina trovai Alexis e la madre dei ragazzi sedute e quando mi videro era come se stessero aspettando me.
"Buongiorno Alexis. Signora Mason."
"Stephenie direi che il tempo di 'signora Mason' lo abbiamo già passato da un pezzo. Ti prego chiamami Melissa."
"Va bene. Comunque può chiamarmi Steph."
"Ragazze io ho bisogno del vostro aiuto."
"Che succede?"
"Si tratta di Haley. Forse sarò esagerata io ma credo che non ha solo influenza."
"Melissa tu credi davvero che.." iniziò Alexis.
Lei annuì e disse "Potreste andare a comprarle un test? Non ce la faccio a vederla stare così male."
"Si. Torniamo il prima possibile."
"Sì, non si preoccupi." seguii Alexis e in macchina ci mettemmo a fare delle ipotesi.
Arrivammo in farmacia e un ragazzo ci accolse sorridendo "Di che avete bisogno."
"Abbiamo bisogno di un test di gravidanza."
"Per chi delle due? Abbiamo un bagno se volete saperlo subito."
"Oh no non è per noi." aggiunse subito Alexis "È per la nostra amica."
"D'accordo. Sono venti dollari."
Presi la bustina e lo ringraziai.
"Se fosse incinta ho bisogno di un'alleata."
"Per che cosa?"
"Per uccidere Dylan."
Risi "Non preoccuparti. Appena Carter lo saprà ci penserà lui."
Alexis si irrigidì un pochino a sentire il suo nome "Ho detto qualcosa di sbagliato?"
"No.. No, non preoccuparti. È solo una cosa passata. Pensavo che Haley te ne avesse parlato."
"Di cosa?"
"Del mio interesse per Carter."
"Ti piace Carter?"
"No. Non più. Ma mi è piaciuto per anni. Il problema è che lui mi ha sempre considerato solo come una seconda sorella. Ma non preoccuparti, è una cosa passata." fece un sorriso e disse "Se ti dovesse creare problemi chiamami. Ci penserò io."
"Si, certo."
Arrivammo a casa Mason e tirai fuori il test dalla busta e appena entrate in casa Alexis disse " È arrivato il momento della verità Haley. "
Lei ci guardo "Ma siete pazze? Nono, è impossibile." rispose lei scuotendo la testa.
"Tesoro almeno prova, almeno possiamo escludere qualcosa." ci guardò una per una poi prese il test e andammo di sopra con lei.
Dopo cinque minuti uscì dal bagno dicendo "Guardate voi, non ce la faccio."
Alexis prese il test e io, lei e sua madre lo guardammo. Io e Alexis ci immobilizzammo, sua madre sbiancò per qualche secondo ma poi sorrise.
Io e Alexis ci svegliammo da quel momento di trance e ci guardammo sorridendo e passai il test ad Haley.
"Oddio.."
"Sarai una madre stupenda." dissi io "E se quel deficiente avesse qualche problema con questa cosa, io e Steph faremo di tutto per far sì che lui o lei cresca alla perfezione. Vero Steph?" concluse Alexis per me.
"Ovviamente. In qualsiasi caso ci avrai sempre al tuo fianco."
Haley si mise a piangere e poi ci abbracciò "Grazie. Non potrei chiedere di meglio che due amiche così."
Dopo questo bel momento Haley decise di andare direttamente da Dylan ma prima tornammo in farmacia per prendere un altro test in caso avesse voluto farlo con lui e la accompagnammo a casa sua.
Io e Alexis rimanemmo sotto casa di Dylan per mezz'ora e quando tornò piangeva e disse che Dylan non aveva detto niente e che era andata via prima che potesse rifiutarla di nuovo.
"Non preoccuparti." disse Alexis "In ogni caso noi ci siamo."
"E ci saremo sempre." conclusi io iniziando a pensare a come e quanto avrei dovuto calmare Carter dopo questa notizia sconvolgente.

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