Capitolo 21

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Steph Pov
La bellissima vacanza a Los Angeles non era iniziata proprio nei migliori dei modi, anzi, era proprio tutto il  contrario.
Dovevamo venire qui per il diploma e per passare una bella vacanza, ma non tutto andava secondo il programma.
La cerimonia del diploma di Haley mi aveva riportato ad un anno fa.
Soprattutto quando Haley aveva fatto quel discorso. Infatti devo dire che anche per lei questo giorno era stato un pò penoso. Aveva ragione Carter, questo giorno faceva proprio schifo.
Quel discorso non era programmato, ne sono sicura, doveva aver detto tutto quello perché lo aveva visto.
Comunque Haley mi chiese se potevo darle una mano alla sua scuola mentre lavorava, ed io accettai non sapendo che fare e soprattutto perché almeno non avrei visto Carter.
Mi svegliai molto presto e quando anche Haley scese in cucina dissi "Ma fate così tutte le mattine?"
"Sì, però quando torna Abby possiamo anche andare più tardi.. Andiamo?"
"Sì." presi la felpa e ci avviammo verso la scuola di danza.
Era bellissima come scuola, era molto professionale e aveva tantissime sale per le prove.
All'ingresso c'erano tantissime foto e tanti articoli di riviste o giornali del paese.
Capii presto che in questa scuola c'erano parecchi corsi, ma quello più importante era quello dove insegnava Haley.
Le ragazze che ne facevano parte erano tutte ragazze bravissime e la loro era una squadra che ogni weekend partecipava a delle gare in tutto il  paese, e per quanto avevo capito vincevano sempre.
Erano pochissime in quella squadra e ogni settimana venivano valutate attraverso un pezzo di gruppo e l'insegnante faceva una piramide, dalla peggiore alla migliore.
Era veramente una figata! Stavo iniziando a chiedermi quanto cazzo spendevano le mamme di queste ragazze per farle stare in questa scuola e in questa squadra.
Col passare delle ore iniziai a conoscere tutte le ragazze della squadra e, anche se di danza ne capivo poco o nulla, a volte Haley mi lasciava il controllo magari mentre provavano gli assoli e mentre lei ne preparava altri.
Quando finivano il pezzo mi chiedevano se avevano sbagliato qualcosa o altro, ma dato che non capivo nulla dicevo sempre che erano bravissime e che non sbagliavano nulla.
Verso l'una Haley le mandò via e fece fare una piccola pausa anche a me.
Non so come ci riusciva. Si allenavano per ore intere con mezz'ora di pausa e basta e anche per me, che non facevo niente, stava iniziando a essere faticoso.
Uscii dall'edificio e fuori trovai Tom "Ehi."
"Come sta andando?"
"Non so come faccia, è molto stressante."
"Anche per te che non fai niente?" chiese ridacchiando.
"Si ridi ridi. Voglio vederti al mio posto idiota."
"Sto scherzando. Tieni."
"Cos'è?"
"Vi ho portato il pranzo.." gli sorrisi "E qui ci starebbe bene un bel grazie."
Mi avvicinai, gli diedi un bacio sulla guancia e dissi "Grazie Tom. Sei un tesoro."
"Ora si che ci siamo. Ci vediamo dopo." mi mise le mani sul viso e mi baciò la fronte.
Tom era un ragazzo stupendo, era un amico fantastico e gli volevo un bene infinito.
Verso le due tornai dentro ed Haley piangeva.
"Haley che cos'hai?" Dissi sedendomi accanto a lei.
"Ho visto Dylan li fuori."
"E non è un bene?"
"Era con una ragazza."
"Haley mi dispiace tantissimo!" Dissi abbracciandola.
"Non dovrei nemmeno starci male Steph, il problema è questo."
"Sai non vi vedevate da tanto tempo, forse è stato solo strano vederlo con un'altra persona, farebbe strano anche a lui vederti con Tom."
Le risposi sinceramente "Hai ragione. Grazie." le sorrisi e tornammo a lavorare, e lavorammo fino alle 7, ero stanchissima.
Appena arrivammo a casa andai a fare una doccia e quando andai in cucina vidi Tom frustrato. Da quando Haley aveva visto Dylan era come se avesse perso del tutto la sua felicita.
Carter se ne stava lì senza capire, Tom stava male e mi venne un'idea.
"Carter dove sono i bicchieri e l'alcool?"
Il suo sguardo si alzò verso di me "Vuoi farla bere?" disse alzando la voce.
"Non proprio. Puoi fidarti di me una volta tanto nella tua vita?" dissi alzando la voce a mia volta e alla fine mi disse dove si trovavano i bicchieri e salii le scale e bussai alla porta. In mano avevo troppa roba.
"Vai via Tom."
"Non sono Tom, sono Steph, posso entrare?"
"Sì." quando vide l'alcool e le sigarette mi guardò stranita.
"Fidati, funziona." sorrise e versai in due bicchieri alti un pò di tequila con la vodka.
Brindammo e buttai giù un pò del contenuto.
"Se ne è andato?" Disse con le lacrime agli occhi.
"No, lui non se ne andrà mai. Sta solo cercando di aiutarti"
"Steph gli ho detto delle cose davvero cattive, mi sento così male per avergliele dette."
"Haley può succedere di dire delle cose che non vorresti, basta saper rimediare dopo "
"Credi che mi perdonerà?"
"Ne sono più che sicura.. È per Dylan?"
Annuì "Steph io non riesco nemmeno a capire il perché. È passato un anno da quando ci siamo lasciati e da quando ho saputo della scommessa. Io quando lo vedo dovrei provare solo rabbia, invece è l'unica cosa che non ho provato quando oggi l'ho visto." dice sincera.
"Forse non l'hai provata perché lui ti ha fatto stare bene e di sapere di quella scommessa non ti è mai importato niente." dissi facendo una pausa per poi buttare giù il resto del bicchierino "Senti io vado di sotto, riflettici un pochino e cerca di capire cosa vuoi." Mi guardò e disse "Io so cosa voglio, io ho bisogno di chiedere scusa a Tom."
"Va bene. Io vado giù." Dissi alzandomi tenendo in mano il mio bicchiere e uscii sul retro.
Perché tutto deve essere sempre complicato? Perché quel ragazzo non ha avuto la stessa importanza che hanno avuto tutti gli altri? Perché lui fa così male? Perché non posso dimenticarlo come gli altri?
Sentii qualcuno dietro di me che mi mise una felpa sulle spalle. Mi voltai. Perché proprio lui? Perché adesso?
Tornai a guardare davanti a me, non ce la facevo ad affrontarlo.
Si mise davanti a me ma io non lo guardai non ci riuscivo proprio.
"Steph. Steph ti prego, parlami."
Mise le mani sulle mie ginocchia e sentivo il suo sguardo fisso su di me, ma non potevo cedere.
"Ti prego, parlami. Non chiedo molto, voglio che tu mi parli. Ti prego."
Continuai a guardare per terra, se lo avessi guardato negli occhi avrebbe vinto lui e stavolta non poteva succedere.

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