Capitolo 24

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Steph Pov
"Dobbiamo parlare."
Quelle parole le aspettavo da giorni e finalmente erano arrivate.
Dovevo però ammettere che ero più in ansia del previsto.
Dalla serata delle coppie avevo preso una decisione definitiva. Dovevo assolutamente chiudere con Chase.
Il giorno prima quando tornai a casa di Haley andai a cercare Chase che mi disse subito che lui e Tom sarebbero dovuti tornare a New York, ma la cosa che mi sconvolse di più fu quando mi chiese "Tu vieni con noi vero?"
"No. Io sto bene qui, non voglio tornare a New York. Ho promesso ad Haley che sarei stata qui per tutta l'estate e non è che se tu devi tornare là questo mi costringe a venire con te. E comunque dobbiamo chiarire una cosa."
"Cioè?"
"Ti ricordi quel patto che avevamo fatto quando sono arrivata a New York l'anno scorso?"
"Sì, la cosa migliore che io abbia mai fatto." disse sorridendo soddisfatto.
"Mh senti.. Tutto questo tra noi deve finire." il suo sorriso soddisfatto svanì dal suo volto "E perché dovrebbe finire? Sta andando tutto bene no?"
"Si. Cioè, prima andava tutto bene, ora non più."
"E quindi.."
"Quindi dobbiamo chiudere quel patto Chase. Ci sono milioni di ragazze molto meglio di me e che ti vengono dietro da anni ma tu non le consideri nemmeno!"
"A me non interessano altre ragazze, a me piaci tu."
"Senti Chase ascolta, tu sei un ragazzo fantastico ma a me in realtà interessa un'altra persona."
"Quindi fra noi finisce qui?"
"Ma certo che no! Sarai sempre il mio migliore amico." gli voglio bene e non vorrei perderlo.
Scosse la testa "Mi dispiace Steph, ma non ce la faccio ad essere il tuo migliore amico quando provo qualcosa di più per te. Proprio non ce la faccio." disse infine uscendo dalla stanza.
"Chase.."
Ma ormai era troppo tardi, avevo perso uno dei miei migliori amici, ma non potevo farci niente. A me piace Carter, e molto anche, ma perdere l'amicizia di Chase farebbe molto male.
Io ed Haley li accompagnammo all'aeroporto la sera stessa e prima che se ne andasse lo presi per un braccio e lo abbracciai. Mi strinse forte e dissi "Perdonami Chase."
"No, hai ragione tu, non avrei dovuto innamorarmi di te. Sono un coglione. Ma sarei ancora più stupido se andassi via da qui senza avere la certezza che potrò sempre contare sulla mia migliore amica."
"Mi mancherai tanto. Grazie Chase, grazie di tutto."
Gli diedi un bacio sulla guancia e se ne andò seguendo Tom.
"Stai bene?"
"Sì. Tu?"
Haley annuì "È meglio per entrambe Steph."
"Lo so."
Ci dirigemmo verso la macchina e tornammo a casa.
Quando Carter entrò in casa ero da sola ed ero pronta ad affrontare questa conversazione. O almeno credevo di esserlo.
Posò una busta per terra e per qualche secondo rimasi immobile senza dire niente.
"Andiamo a parlare fuori? Almeno non ci disturberà nessuno?"
"Em.. Sì, certo." lo seguii fuori e chiuse la porta a chiave "Perché chiudi?"
"Perché conosco le persone che vivono qui, e la privacy non esiste."
Annuii mettendomi seduta vicino al bordo della piscina.
Carter si mise a sedere vicino a me "Sinceramente non so da dove dovrei iniziare."
Sinceramente nemmeno io saprei cosa dire, e non mi sono mai sentita così. Sono sempre stata sicura nella mia vita. L'unica volta in cui sono stata così poco sicura è quando ho visto uscire mia madre per sempre dalla mia vita, e tutt'ora con lui lo sono ancora di più di quel santo giorno. Non sono sicura, non sono sicura proprio per niente.
"L'unica cosa che so e di cui mi sono reso conto è che da quando ci siamo  conosciuti non sono più la stessa persona. Non ho mai chiesto a una ragazza di uscire con me, non ho mai fatto così tanti viaggi in vita mia solo per vedere una ragazza, ma con te è stato tutto molto strano fin dal primo giorno. Sono sicuro che la prima idea che ti sei fatta su di me fosse che io sono un imbecille, e ti giuro che io non ho mai fatto niente per far sì che una ragazza cambiasse idea su di me."
"Sai, ho incontrato molti ragazzi come te e davvero, nessuno si è mai sforzato di essere una persona diversa."
"Io ci sto provando, ti giuro che ci sto  provando, ma.."
"Ascolta, non mi interessa che tu cambi. Non voglio che tu cambi solo per me, non avrebbe un senso logico Carter. Non mi sei piaciuto dal primo momento con quel tuo carattere schifoso per poi farti cambiare."
"Capisco, però sto cercando di cambiare almeno un pò perché tu mi piaci davvero tanto e non vorrei rovinare tutto per colpa del mio carattere."
"Non succederà."
"Comunque" disse avvicinandosi mettendomi una mano sul ginocchio "io credo di essermi innamorato di te."
"Non stai scherzando vero?"
"Ti sembra che io stia scherzando? Non sono mai stato più serio di così." sorrisi "E tu? Cosa stai pensando?"
"Sto pensando che anche io credo di essermi innamorata di te. Ma non può funzionare se continui a stare con quella li."
"Con Rachel?" annuii "Ci siamo lasciati. Cioè, in realtà non siamo mai stati insieme, ma l'unico modo per farglielo capire era dirle che la stavo lasciando quindi diciamo così."
"Non lo so.. Non vorrei ritrovarmela intorno.."
"Non preoccuparti. Ma allora? Che ne dici di noi due insieme?"
"Come una coppia?"
"Certo, cosa intendi tu per coppia?"
"Ah non lo so, a quella ragazza le hai detto che stavate insieme solo per farla contenta e.."
Si mise a ridere "Con te è una cosa diversa. Fidati. Allora, che ne dici?"
"Sì, proviamoci."
Si avvicinò mettendomi una mano sulla guancia e mi baciò.
Però nel momento in cui lo fece mi chiesi se stavo facendo la cosa giusta, a fidarmi di nuovo di un'altra persona per una vera relazione. Ero pronta?
"Che cos'hai?"
"Stavo solo pensando.."
"Ho sbagliato qualcosa?"
Ma perché devi rovinarti la vita a pensare a questo?
Perché è già successo una volta e non voglio stare male di nuovo.
"No.. Solo stupidi pensieri, non preoccuparti."
"Sei sicura di stare bene?"
"Certo." feci un sorriso e mi venne in mente una grandissima stronzata.
"Torno subito." mi alzai "Dove stai andando?"
"Fidati." andai in cucina e presi un pennarello indelebile.
Dopo aver preso il pennarello tornai a bordo piscina.
"Dammi il braccio."
"Perché?"
"Non chiedermelo. È una stronzata lo so benissimo, ma questa volta voglio essere sicura."
Dopo qualche secondo di confusione da parte sua si alzò la manica del braccio dove non aveva il tatuaggio e lo avvicinò.
Aprii il pennarello e scrissi sul suo braccio la data di oggi.
Se lo guardò e sorrise "Perché scrivermi sul braccio la data di quando ci siamo messi insieme? Hai paura che io possa dimenticarlo? Mi credi così stupido?"
"No." risi ma non volevo dirglielo davvero. Queste erano le classiche stronzate che si fanno alle medie, con la tua prima cotta, non a vent'anni. Ma scriverlo poteva sembrare un modo per far capire alle altre persone che lui era già impegnato. Si okay, più ci penso più sembrava una grande cavolata.
"Aspetta. Forse ho capito cosa vuol dire."
"Ah si?" dissi mettendo il tappo al pennarello.
"Sì, ma non te lo dirò. Quando sarà il momento te lo dirò e vedremo se ho davvero capito."
"Come vuoi. Comunque dovrei andare a dormire, non vorrei litigare con tua sorella perché domani mattina non mi sveglio." dissi alzandomi.
"Quella piccola stronza ti sta contagiando troppo."
"Vorrei ricordarti che se non fosse per lei a quest'ora sarei sempre a New York."
O a Chicago.
Ecco, anche peggio.
"Okay, su questo hai ragione.." mi prese la mano e mi fece avvicinare a lui.
Mi baciò e disse "Comunque domani se vuoi venire a svegliarmi.."
"Tranquillo, non verrò a svegliarti così presto." feci un sorriso "Buonanotte."
"Buonanotte." entrai in casa.
Ero davvero felice. Mi sarei aspettata di tutto ma non che fosse innamorato di me.
Qualcuno mi tirò per un braccio e per poco non caddi per terra.
"Ma che fai?"
"Scusa non volevo spaventarti."
"Che succede?"
"Voglio sapere assolutamente tutto!"
"Domattina ti racconto tutto te lo giuro."
"D'accordo. A domani." disse salendo le scale di corsa.
È pazza. E forse questo è l'unico motivo per cui abbiamo legato sin dal primo giorno. Siamo entrambe pazze.
Andai nella mia stanza e mi misi sotto le coperte guardando il telefono che non aveva smesso di vibrare per tutta la sera.
Mio padre mi aveva chiamato cinque volte e mi aveva inviato una ventina di messaggi.
Lo chiamai e dopo due squilli rispose "Cos'è questa storia Stephenie?"
"Di cosa stai parlando?"
"Perché non siete tornate a New York con i ragazzi?"
"Perché stiamo lavorando. Perché dovrei tornare a New York quando qui ho un lavoro ben pagato mentre là non saprei che fare?"
"Ascolta tesoro, stiamo solo parlando di una vacanza estiva. Io ti ho mandato a Los Angeles per divertirti, poi hai trovato un piccolo lavoro e mi sta benissimo, però dato che i ragazzi sono tornati a New York pensavo, anzi, era più che ovvio, che dovevate tornare anche voi."
Mi alzai del tutto dato che ormai non avevo più sonno e dissi "Papà ma ti senti? È luglio, sono qui da un mese e mezzo e il nostro accordo era che saremmo tornate a New York a settembre, qualche giorno prima dell'inizio dei corsi per rimetterci in pari con gli orari e che mentre eravamo qui avremmo studiato per non farci trovare impreparate. L'accordo era questo papà, non era quello di tornare a New York perché quei due si devono allenare."
"Quello che non capisco è perché non potete tornare un po' prima.."
"Ascolta. È successo qualcosa per caso? Perché sei così ansioso?"
"No, non è successo niente.."
"Papà!" odiavo quando si comportava da adolescente cresciuto. Quando mi doveva dire qualcosa ma non sapeva come fare si comportava come facevo io. Nemmeno io mi comporto più così!
"D'accordo. Mi sembrava meglio dirtelo per persona ma fai come vuoi. Ho fatto la proposta di matrimonio a Sasha."
"Stai scherzando vero?"
"Perché dovrei farlo?"
"Oh mio dio sto per vomitare. Ma sei impazzito? Ha cinque anni più di me! Potrebbe essere mia sorella cazzo!"
"Le parole! Comunque pensa positivo, con questi pochi anni di differenza fra di voi sarà più semplice andare d'accordo."
Oddio ma cosa sto ascoltando? Ma ha bevuto qualcosa prima di chiamarmi?
"Senti non ce la faccio ad affrontare l'argomento adesso" adesso che sono così felice, avrei voluto aggiungere "ne possiamo riparlare per favore?"
"Certo. Buonanotte." non risposi e chiusi la telefonata.
La mattina dopo, prima di fare lezione, Haley volle sapere tutto, e quando dico tutto intendo proprio tutto.
Le raccontai ciò che era successo e poi mi abbracciò "Sono così felice per te! Non aspettavo altro che una cognata decente."
"Ehi non esagerare, stiamo insieme da un giorno e ti stai facendo già troppi pensieri." dissi facendo ridere entrambe.
In quel momento arrivarono le bambine e Maddie, quella forse più simpatica fra tutte, si fermò davanti a noi e mi guardò quasi ispezionandomi.
"Oggi sei molto felice."
"Si nota così tanto?" Haley e Maddie annuirono e Maddie disse "Aspetta, forse ci sono." si mise una mano sulla fronte come se si stesse concentrando "Ti sei fidanzata con Carter vero?" guardai Haley che era sorpresa  quanto me "Okay, capisco che tu possa indovinare delle cose fra me e Dylan ma fra lei e Carter.. Come fai a saperlo?"
"Dai loro sguardi l'ultima volta che hai ballato con noi si capiva tutto." disse facendo un sorriso andando verso la spogliatoio.
Verso le sei e mezza tornai a casa e trovai un post-it sulla porta della mia stanza Alle 7.30 fatti trovare pronta. Ti devo ancora un primo appuntamento. Carter
Sorrisi e corsi a prepararmi dato che avevo solo un'ora.
Alle 7.45 scesi le scale, io e la puntualità non andiamo d'accordo.
Mi ritrovai davanti Carter con dei jeans strappati e una camicia nera.
"Un quarto d'ora di ritardo. Non mi è mai successo prima d'ora."
"Dovrai abituarti." dissi sorridendo.
"Dai andiamo su, non possiamo ritardare troppo."
Mi prese per mano e andammo verso la macchina. Gli chiesi più o meno cento volte dove stavamo andando ma non mi rispondeva. Si limitava ad alzare le spalle e a dirmi di stare tranquilla.
Arrivammo davanti a un grande hotel e quando scesi di macchina Carter guardò l'orologio e disse "Guarda, mi hai fatto fare proprio una bella figura a farmi arrivare venti minuti in ritardo."
"La prossima volta ti fai più intelligente e prenoti un pò più tardi."
Scosse la testa ed entrammo dentro dirigendoci verso un ristorante grande e bellissimo.
Parlammo per tutta la durata della cena e dopo mi portò fuori dove c'erano dei divanetti bianchi dove ci sedemmo.
Mi sistemai il vestito che si tirava su a ogni movimento facessi.
"È stata una bella serata, davvero. Non stavo così bene da tanto."
"Forse non sono mai stato bene così."
"Sono felice di essere la prima a farti stare così bene allora."
Dalla camicia rivoltata si vedeva ancora la data che li avevo scritto la sera prima. Carter notò che stavo guardando quella data e disse "Stavo per dimenticarmene. Chiudi gli occhi."
"Perché?"
"Vediamo se ho capito cosa vuol dire no?"
"E se non hai capito?"
"Credo che sia una cosa bella ugualmente. Dai chiudi gli occhi." sospirai e feci ciò che mi chiese. Mi sentii prendere il braccio e pochi minuti dopo disse "Vai, vediamo se sono così stupido come pensi." aprii gli occhi e guardai il braccio dove c'era una scritta.
"Dai mi hai copiato!" dissi facendo il broncio.
"Guarda meglio, ti fermi alle apparenze."
Effettivamente notai che sotto la data c'era scritto 'e da questo giorno sei solo roba mia.'
"Allora? È questo che intendevi no? Quando uno lo guarda capisce questo no?"
"Sì."
"Ecco, e io ho fatto in modo che fosse più comprensibile possibile."
"A modo tuo sai essere veramente dolce."
"Lo so." mi avvicinai a lui e lo baciai.
Non so per quanto sarebbe durata questa felicità, ma speravo per più tempo possibile e speravo di non aver sbagliato e di non sbagliare niente con lui perché stavolta non me lo sarei mai perdonata.

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