Carter Pov
Riuscire a convincere mio padre a lasciarmi andare a Miami era stato difficile anche per Haley.
Ci vollero tre settimane per convincerlo ma alla fine decise di darmi due giorni di ferie e basta.
Quindi, avendo solo due giorni, non sono potuto andare a New York e quando ero arrivato a Miami erano già tutti dentro.
Appena entrai nell'edificio vidi subito Tom.
Mi avvicinai molto lentamente sperando che Steph o lei uscissero dal camerino, ma Tom mi vide e provò a fare conversazione cercando di convincermi che lui e mia sorella stavano bene insieme e cazzate varie.
Steph uscì dal camerino "Ehi."
"Ciao. Come va?" l'abbracciai e disse "Io sto bene tu?"
"Va tutto bene."
"Senti non è che andresti a parlarle?"
"Che ha?"
"Non lo so, dice che tu non saresti più arrivato, che non si ricorda più niente e che non vuole andare sul palco."
"Bene, ha iniziato presto con le paranoie mentali."
"Che cretino." disse ridendo e spingendomi dentro al camerino.
"Ehi piccola." si girò e mi venne ad abbracciare quasi con le lacrime agli occhi "Ehi che cos'hai? Calmati." annuì e si guardò intorno. Misi la mano in una tasca e dissi "C'è qualcosa di diverso in te oggi sorellina." si guardò "Girati." mi guardò confusa e dissi "Fidati."
Si voltò e le misi la collana che Dylan le aveva regalato per il suo compleanno.
La feci voltare verso di me e le misi il cappellino "Ecco, ora sei uguale."
Guardò la collana e guardò me "Perché?"
"Perché quella collana ti serve e lo sai. L'avevi quel giorno e l'avrai oggi. Ti avrà fatto soffrire ma ti ha fatto anche sorridere. Smetti di farti andare bene tutto e affronta la realtà, questa ti serve e lo sai! Invece quello che non ti serve è quel tipo la fuori."
"Imbecille, mi avevi quasi convinto." bussarono alla porta e le dissero che toccava a lei esibirsi.
"Magari ti sta guardando."
Lei si girò e disse "Ci manca solo quello ora. Se glielo hai detto ti uccido Carter." e io scoppiai a ridere.
"Chi è che magari la sta guardando?" chiese Tom passando lo sguardo da me a Steph che aveva capito a chi mi riferivo.
"Nessuno Tom, Carter è solo un po' cretino e si diverte a farla incazzare."
Lui annuì e si allontanò un po' quando Haley iniziò a ballare.
"Sta ballando per lui vero?"
"Credo di sì."
"Esattamente come la prima volta."
La guardai "Come fai a saperlo?"
"Ero lì quando ha ballato per la prima volta. Quel giorno ho anche visto per la prima volta Dylan." ora si che ero confuso "Che cosa?"
"Ero lì perché volevo vedere che tipo di persona era e mentre mio padre era a parlare con lei io ero a fumare fuori e c'era anche lui."
"Come fai a sapere che era lui?'
"Perché era in ansia e gli ho chiesto l'accendino. L'ho riconosciuto quando siete venuti a New York insieme. Semplice."
Com'è che quel giorno lei era lì e io non l'ho nemmeno vista?
Scossi la testa decidendo di lasciar perdere l'argomento.
Comunque aveva ricevuto le approvazioni di tutti i giudici e quando scese dal palco piangeva.
Andai ad abbracciarla e ancora piangeva "Sei stata stupenda tesoro." abbassai la voce e dissi "Sarebbe molto fiero di te se fosse qui." Haley mi guardò e pensavo che da un momento all'altro potesse uccidermi invece disse "Lo spero tanto." sorrisi e le diedi un bacio sulla fronte.
"Devi andare già via?"
"Sì, ringrazia tuo padre." rise "Grazie Carter."Steph Pov
Haley ormai faceva coppia fissa con Tom e io provavo a stare con Chase.
E Carter? Beh Carter mi piace tanto e forse il problema è questo.
L'ultima volta che mi è piaciuta una persona mi ha tradito e non che non mi fidi, sia chiaro, ma lui sta a Los Angeles e io sto a New York, e io non sono sicura di potercela fare.
Quando tornammo a New York andammo da Chase dove io e Tom avevamo organizzato una festa per Haley.
"Una festa?"
"È per te cara."
Sorrise e mi abbracciò.
Chase nel giro di venti minuti aveva mandato via tutti e capii il perché solo quando andammo in cucina.
Quel ragazzo è veramente un cretino.
"Dai ragazzi ci provo io, ma dopo lo fai anche tu!"
"Sì Haley ti dico che lo faccio." dissi ridendo.
Già ballare non era cosa per me, figuriamoci ballare attaccata a un palo.
Guardai Chase, non c'era niente che lo accomunasse a Carter.
Ci ero rimasta male quando ha detto che doveva tornare a Los Angeles ma Haley mi ha spiegato che suo padre l'aveva costretto a lavorare nella loro azienda perché faceva troppi viaggi a New York, e lì mi ero sentita ancora più in colpa.
Okay so che non devo essere sempre al centro di tutto ma Haley mi ha detto cosa pensano i suoi della vita di Carter, e quindi dirli che faceva tutti quei viaggi per una ragazza non li avrebbe fatti felici.
Odio ammetterlo ma quel ragazzo mi manca, l'ho visto solo qualche ora fa e già mi manca.
A farmi uscire dal mio stato di trance fu Chase che mi passò una mano davanti al viso "Stephenie. Che hai?"
Scossi la testa "Non chiamarmi così." dissi ammonendolo "Che vuoi?"
"Andiamo a dormire? Domani abbiamo scuola."
"Sì, andiamo." andammo nella sua camera e mi addormentai quasi subito.
La mattina dopo mi svegliai tardissimo e dato che quel coglione dormiva ancora mi alzai e gli diedi una botta facendolo alzare "Oh! E fammi dormire!"
"Oh, e dobbiamo andare ai corsi!" urlai cercando dei vestiti.
Andammo in cucina e non vedendo nessuno dissi "Vedi, se ne sono andati."
Mi misi seduta controllando se avevo tutto per la scuola e dalle scale apparirono Haley e Tom.
"Buongiorno."
"Potevate svegliarci no?"
"Ci siamo svegliati ora anche noi."
Prendemmo la roba e con una macchina ci avviammo tutti e quattro all'università.
Le ore passarono abbastanza velocemente e verso le quattro mi incontrai con Haley.
"Andiamo al campo?"
"Sì.. Stasera che si fa?" Chiese mentre camminavamo per andare al campo di football.
"Non lo so, credo che andremo o da Tom o da Chase come sempre."
"Sai anche se non occupiamo più il dormitorio è la stessa cosa." disse ridendo.
"Lo so e ci avevo già pensato ma papà non si fida a mandarci a vivere da Chase, potrebbe succedere casino.."
"Perché non ci prendiamo un appartamento solo per noi? I soldi me li mandano ogni mese quindi per me non è un problema."
"Potrebbe andare.. Papà di te si fida quindi possiamo provare a chiederglielo."
"Almeno lasciamo spazio a persone che il dormitorio lo usano." ci mettemmo a ridere.
Infondo non aveva tutti i torti, eravamo sempre a casa di Chase e non eravamo mai al dormitorio perché avevamo paura di farci beccare.
Presi il telefono e cercai degli appartamenti abbastanza decenti e poco costosi per poter pagare le spese senza problemi.
Salvai dei siti in cui avevo visto degli appartamenti belli e poco costosi e vidi che Christian e Tom stavano litigando e stetti alla larga.
Passammo la serata a casa di Chase e Tom, dato che Carter non poteva, decise di andare con Haley a Miami.
Io le avevo detto di no perché dovevo parlare con mio padre e perché volevo risolvere delle cose.
La sera dello spettacolo di Haley ero a casa di Chase e stavo cercando qualcosa da mangiare.
"Cazzo Chase ma in questa casa andate avanti a fast food?"
"Sì, problemi?"
"Quanto non ti sopporto quando fai così!"
"Nemmeno io ti sopporto, in questo periodo sei tutta impazzita! E lo sei diventata quando Haley ti ha presentato quel ragazzo!"
Chiusi il cassetto, era così tanto evidente?
Negare, ora dovevo solo negare.
"Ma cosa dici? Ma sei pazzo?"
"È da quando te lo ha presentato che non mi consideri più. Prima Nick e ora lui. Che avete fatto? Siete andati a letto insieme? Cosa ti ha fatto per farti impazzire così tanto?"
"Ma ti senti quando parli? E anche se fosse? Comunque ascolta smettila. Se interessavo a quel ragazzo e se mi interessava non sarei qui a quest'ora!"
"No, tu sei qui solo perché quello è obbligato a stare a Los Angeles e lo sai quindi non dirmi cazzate!"
"Sei uno stronzo Chase, fattelo dire!"
Okay forse aveva ragione, prima ero sempre felice perché sapevo che prima o poi, più prima che poi, lui sarebbe venuto a New York, invece ora ero meno felice perché sapevo che lui era obbligato a stare a Los Angeles.
Presi la borsa e andai verso la porta ma Chase mi prese per un polso e mi fece girare verso di lui "Che vuoi? Non hai capito? Te lo devo scrivere?"
"Scusa. Hai ragione, sono uno stronzo e ho un po' di paura."
"Paura di cosa?"
"Di perderti" lasciò la presa "Sai da quando quel ragazzo è entrato nella tua vita e ho visto che ti faceva felice ho capito che forse ho dato troppo per scontato il nostro rapporto."
Parole, soltanto parole.
"Il nostro rapporto? Io e te siamo solo amici. Okay amici che a volte vanno a letto insieme ma non importa. E questo non vuol dire avere un rapporto, vuol dire solo divertirsi!" urlai tenendo la mano sulla maniglia della porta.
"Sì, per me è avere un rapporto. Non siamo fidanzati e non siamo nemmeno amici. Siamo più che amici e meno di fidanzati e per questo vuol dire avere un rapporto. Anche se è strano ma è ugualmente un rapporto!"
"Chase ora basta okay? Non puoi farmi questi discorsi, non tu e non adesso. Siamo intesi?"
"Si ma.."
"Fammi finire! Vuoi che questo 'rapporto' rimanga così? Ecco allora non immischiarti nella mia vita sentimentale." dissi puntandogli un dito sul petto "Ci siamo capiti?"
"Tutto chiaro. Ora possiamo guardare il programma? Haley si arrabbia se non la guardi." lasciai la maniglia e rimisi la borsa sul tavolo sedendomi sul divano.
Il giorno dopo decisi di andare a parlare con mio padre per l'appartamento.
"Ciao tesoro. Siediti." feci ciò che mi disse e iniziai a parlare "Senti papà io ed Haley abbiamo preso in considerazione l'idea di prenderci un appartamento."
Mio padre alzò la testa "Un appartamento? Solo voi due? Ma sei impazzita per caso?"
"Perché? Non mi sembra una brutta idea! Io e Haley andiamo molto d'accordo e siamo diventate delle vere amiche. Non era quello che volevi? Non volevi che mi trovassi un'amica?"
"Si ma vivere in un appartamento da sole mi sembra esagerato no?"
"Papà siamo abbastanza grandi. Ho quasi vent'anni e poi ognuna di noi pagherebbe le proprie spese. Per favore papà, sai che puoi fidarti."
"Tesoro io.."
"Parla con i suoi genitori papà. Lei lo ha già fatto e loro sarebbero felici di parlare con te. Per favore."
Mio padre si tolse gli occhiali e si mise una mano sulla testa "Va bene. Parlerò con i suoi genitori. Ma voglio farlo di persona."
"E quindi..?"
"E quindi dì ad Haley di chiamare i suoi e poi dì a Sasha di prenotarmi un volo per Los Angeles."
"La chiamo subito." presi il telefono e rispose al secondo squillo "Haley ho parlato con papà. Vuole parlare con i tuoi genitori."
"È fantastico."
"Vuole parlarli di persona.."
"Ci penso io. Chiamo mia mamma, fra 10 minuti ti richiamo." buttò giù e dopo dieci minuti mi richiamò "Ehi i miei sono d'accordo. Dì a tuo padre di prenotare il volo. Quando vorrebbe andare?"
"Chiedo." misi una mano sul microfono "Papà quando vuoi andare a parlarli?"
"Domani sera?"
Misi il telefono all'orecchio "Domani sera?"
"Certo. Nessun problema. Glielo dico. Ci vediamo stasera."
"A stasera." attaccai e dissi "Allora vai domani sera."
"Perfetto. Puoi chiedere a Sasha di prenotare il primo volo disponibile?"
"Sì, vado subito."
Uscii dal suo ufficio e vidi Nick "Ehi."
"Ciao."
"Che ci fai qui?"
"Dovevo parlare con tuo padre."
"Puoi andare. È da solo ora." sorrisi e andai dalla sua segretaria.
"Ciao Sasha."
"Che vuoi?"
"Papà ha chiesto se puoi prenotare un volo per Los Angeles." si mise seduta e guardò il computer "Per quando?"
"Per domani mattina."
"Perché va a Los Angeles?"
"Non sono affari tuoi."
Mi guardò male e fissò il computer "Fatto. Domani alle 8. Vai a dirglielo su, così te ne vai poi." disse muovendo la mano come per farmi andar via.
Odio questa ragazza, la odio veramente tanto e ancora non riesco a capacitarmi del fatto che mio padre vuole sposarla.
Bussai alla porta dell'ufficio di mio padre e poi aprii "Scusate. Papà domani mattina alle 8 hai il volo prenotato."
"Grazie mille tesoro."
"Ci sentiamo domani sera allora?"
"Sì, vi chiameremo per dirvi la nostra decisione. Ma non sperarci troppo per favore. Potrebbero non essere d'accordo."
"Va bene. Ciao papà. Nick." mi salutò con un cenno e andai nella mia stanza.
Appena mi stesi sul letto mi addormentai. In queste notti non avevo dormito per niente, e pensare che quando ero a Chicago andavo a dormire prestissimo.
Certo, quando ero a Chicago non mi muovevo di casa. Non avevo così tante amiche da uscire così tanto ed Evan non era il tipo che usciva spesso.
Infatti quando lui si allenava io stavo in casa a studiare.
Solo quando mia madre se ne è andata ho iniziato a chiedermi se era colpa mia, se non ero la figlia che desiderava avere. Ho sempre saputo che lei voleva che uscissi di più, mi diceva sempre che se continuavo così sarei rimasta da sola e che si vergognava di me quando parlava con altre persone perché io in tutti gli anni di liceo non ho mai fatto una cazzata mentre invece tutte le altre ragazze della mia età sì, e lei si vergognava di me.
Forse se mi vedesse ora sarebbe fiera e non si vergognerebbe più.
Forse dovrei anche ringraziarla perché se non se ne fosse andata non avrei mai capito quanto ci si possa divertire, non mi sarei mai fatta i capelli di un altro colore, non avrei tradito il mio ragazzo con il suo migliore amico, non avrei mai avuto il coraggio di vivere nuove esperienze, oggi non sarei qui, non avrei mai conosciuto la mia nuova migliore amica e non avrei mai conosciuto Carter.
Sì, dovrei ringraziarla davvero. Se solo sapessi dov'è lo farei.
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You are my disaster
RomanceDue ragazzi. Due anime semplici ma incasinate. Due ragazzi che non sanno come risolvere i loro problemi. Lei: Stephenie Kene, 19 anni, era la classica principessina viziata ma nei primi anni di liceo tutto cambia e la principessa viziata si colora l...