Capitolo 28

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Steph Pov
È difficile dire quanto tutto sia cambiato dopo solo un mese e mezzo che sono qui.
Da quando ho deciso di lasciare Chicago ho sempre pensato che non mi sarei più spostata da New York, ho pensato che quello dovesse essere il mio posto, il posto in cui la mia vita sarebbe ripartita da zero.
Però quel pensiero non è durato per molto.
Da quando Haley è arrivata a New York facendomi conoscere Carter è cambiato tutto.
Certo, ovviamente speravo che una volta arrivata a New York avrei fatto nuove amicizie, ma non avrei mai pensato che avrei trovato una persona così tanto importante e sincera da portarmi con sé a Los Angeles e trovarmi anche un lavoro.
Si pensa che tutto nella vita debba avere un senso logico e che tutto debba essere perfetto, ma io ho smesso di crederci quando l'idea della famiglia perfetta che mi ero fatta nel corso degli anni è sparita nel nulla quando mia madre se ne è andata senza farsi più sentire e quando mio padre, per evitare troppi sguardi indiscreti da parte dei suoi concittadini, se ne è andato trasferendosi a New York.
Mio padre non è stato d'accordo con me fin da subito quando sono voluta venire qui perché pensava che avrei cambiato idea sul college ed aveva perfettamente ragione.
Da quando Haley ha iniziato a fare da giudice in TV ho dovuto prendere il suo posto nella scuola, e tutto questo prevedeva accompagnare in giro le ragazze per gareggiare ogni weekend, giudicarle quando Abby non c'era e assegnarli gli assoli in base all'ultima competizione svolta. E io non ero capace di fare tutto questo.
Di solito facevo fare dei video alle competizioni e per formare la piramide li mostravo ad Haley che mi consigliava e mi diceva di lasciare fare tutto a Maddie. Semplice no?
Fin'ora lo è stato, ma questa settimana Haley ha deciso di portarsi Maddie a Hollywood per farla esibire in TV ed è stato parecchio difficile far sì che tutto fosse perfetto.
Comunque, in ogni caso, anche questa volta erano riuscite a vincere e quindi ero soddisfatta del mio lavoro con loro.
A un certo punto sentii bussare a una porta molto bruscamente, ed era troppo vicina per non essere quella della mia stanza. La porta si aprì e mi alzai "Non volevo svegliarti."
"Nessun problema, vieni pure."
"Steph devo dirti una cosa." accesi la luce e dissi "Che succede?"
"Dylan mi ha fatto la proposta!" disse allungando la mano mostrando un bellissimo anello con un piccolo diamante.
Mi alzai in piedi e l'abbracciai "Sono così felice per te Haley! Allora, quando vi sposate?"
"Presto. Sto pensando alla data."
"Lui vuole prima o dopo?"
"Spererei prima."
"Oddio sono così felice per te."
"Grazie. Adesso ti lascio dormire. Ci vediamo domani mattina." disse uscendo dalla mia stanza.
Mi rimisi seduta sul letto, mi misi a pensare. Matrimonio. La mia migliore amica aveva davvero capito chi fosse importante per lei e si sarebbe sposata. E io? Io non avrei avuto altra scelta se non quella di tornare a New York.
Mezz'ora dopo bussarono di nuovo alla porta "Avanti."
Carter entrò nella stanza "Non pensavo tu fossi ancora sveglia."
"Stavo solo pensando."
"Ti ha dato la notizia?"
"Si. Sono così felice per lei. Tu.. Come stai invece? Che ne pensi?"
In questi giorni Carter non era stato il massimo della simpatia e da quando Haley mi ha dato quella notizia ho capito perché si comportava così.
"Dylan me ne aveva parlato. Pensavo stesse solo scherzando. Invece era serio. L'unica cosa che pensavo era che gli dicesse di no."
"Carter ascolta, tu hai fatto la cosa giusta okay? Se tu non avessi dato almeno un briciolo di approvazione a Dylan lui non lo avrebbe fatto."
"Lo avrebbe fatto ugualmente."
"Si ma tu gli hai dato la tua approvazione.. O almeno un po'.. E lei ti ringrazierà per sempre per averlo fatto."
"Ne sei sicura?"
"Si. Ne sono certa." e ne ero sicura davvero. Non avevo mai visto due persone andare d'accordo e avere un legame così stretto come il loro.
"Va tutto bene?"
"Si, sono un pò stressata per il lavoro ma va tutto okay."
"Posso farti una domanda?"
"Sì."
"Che cos'è che ti ha spinto così tanto da trasferirti di punto in bianco a New York?"
"In che senso?"
"Per quanto riguarda la fotografia c'erano dei buoni corsi anche a Chicago no? Perché andare fino a New York?"
"Avevo bisogno di cambiare posto. In quel posto tutti sapevano tutto di tutti e stavo iniziando a stufarmi. Andare in un posto dove per esempio non ti conosce nemmeno il tuo vicino di casa era la cosa migliore per me."
"New York non mi è mai piaciuta troppo."
"Per questo non vuoi che io torni là?"
"Anche per quello."
"Perché non ti piace New York?"
"Prima mi piaceva. London ne ha cambiato la mia opinione."
"London? Chi è London?"
"La mia.. La mia ex.."
"E che ha fatto per aver cambiato la tua opinione su una delle città più belle del mondo?" dissi cercando di sembrare meno preoccupata di quanto in realtà fossi.
"Non è tanto il fatto della città. New York è stupenda, non fraintendermi, è solo che quella città è piena di distrazioni."
"Ogni città è piena di distrazioni."
"Si ma New York è grande e se sei una ragazza che si fa prendere dal primo che passa puoi essere sicuro che le distrazioni sono ovunque."
"Perché andare a cercare altri ragazzi quando aveva te?"
"Non lo so. Forse la distanza.. Non ne ho idea. Ma non è stato semplice nemmeno per me, ho avuto troppe distrazioni e la distanza non mi hai aiutato, ha peggiorato solo le cose. È per questo motivo che ho aspettato che tu venissi qui. Ho aspettato che fossimo nello stesso posto per poter rimanere nello stesso posto."
Abbassai la testa non sapendo cosa dire "Comunque penso che tu conosca suo fratello."
"E chi è?"
"La prima volta che siamo usciti insieme. Pensaci bene."
Pensai per qualche secondo "Christian?" dissi provando a dire un nome. Non ricordavo perfettamente chi ci fosse con noi quella sera, non ero concentrata su gli altri.
"Esattamente. London è la sorella maggiore di Christian. Da chi credi che lui avesse preso tutti i suoi modi di fare?"
"Ce l'hai anche con lui?"
Annuì "Che motivo hai per avercela con lui?"
"Quando stavo con sua sorella lui era sempre dietro a lei e quando ci vedevamo con noi c'erano anche Haley e Alexis. Entrambe erano pazze di lui, da migliori amiche avevano parlato e avevano deciso che sarebbe stato lui a scegliere. Lui approfittò della situazione per farle litigare, alla fine scelse Alexis e lei ed Haley non parlarono per un pò. Lui lasciò Alexis, loro fecero pace e quando lui tornò disse che stare con Alexis era solo una prova per capire che le piaceva davvero mia sorella e di perdonarlo ma a quanto so io lei in quel momento stava con Dylan."
"Non è il tipico ragazzo di cui puoi fidarti. L'ho capito appena l'ho conosciuto."
"Cosa hai pensato di lui quando l'hai conosciuto?"
"Che era un idiota che andava dietro a tutte e tutte ci cascavano."
"Anche tu ci sei cascata."
"No, io l'ho fregato."
"Che intendi dire?"
"Lo hai detto tu. Tutte ci cascano, tutte tranne io. Lui si faceva ogni ragazza ubriaca o che aveva il cuore spezzato o altro. Io ho fatto la stessa cosa che ha fatto lui. Mi sono approfittata di lui quando aveva il cuore spezzato per colpa di una certa ragazza chiamata Haley. Hai compreso adesso?"
Scosse la testa "Perché fai questo?"
"Cosa?"
"Perché ti comporti così? Cosa ti hanno fatto per essere così cattiva?"
Mi ha preso un pò alla sprovvista "Io non sono cattiva! È che mi dà fastidio. I ragazzi possono fare ciò che vogliono, fanno soffrire mezzo mondo ma va tutto bene no? Finché lo fanno i ragazzi va bene, poi però se lo fanno le ragazze non va più bene niente. Se lo fanno i ragazzi sono fighi, se lo fanno le ragazze sono troie."
"Non ti stavo considerando.."
"È da prima di venire a New York che mi ci chiamano e ormai ci ho fatto l'abitudine. Non mi definisco una ragazza del genere. Okay ho fatto la stronza tante volte ma ogni volta che l'ho fatto c'è sempre stato un motivo più che serio per farlo." presi un respiro e dissi "Forse non capirai ma se vuoi che io mi comporti da stronza lo farò e se c'è un vero motivo per farlo lo farò."
"Ora non posso capirti. Non so proprio tutto su di te, ma se tu mi parlassi di tutto questo.."
"Non so se sono pronta adesso.. Scusami, ho bisogno di aria." mi alzai e uscii dalla mia stanza per andare in giardino.
Tutte queste cose, il racconto della sua ex, Christian, il collegamento con Jay e con Evan.. Forse era troppo.
Pensavo di essere diventata più forte di così, pensavo di poter affrontare una conversazione normale riguardante il mio passato riguardo alle relazioni, invece ancora non ne sono capace. Ne sarò mai davvero capace?
Forse la cosa migliore da fare sarebbe stata tornare a Chicago per un pò ed affrontare la cosa, ma sarebbe stato troppo difficile per me.
Il giorno dopo, non si sa come, mi sono ritrovata nel mio letto. Dopo essere uscita in giardino ieri sera mi ero sdraiata su un lettino da spiaggia che c'era sul bordo della piscina e sono più che sicura di essermi addormentata lì.
Questa mattina mi svegliai verso l'ora di pranzo.
Carter non c'era e appena scesi in soggiorno fui informata che saremmo dovute andare a cercare i vestiti.
I matrimoni non mi sono mai piaciuti troppo. Ogni volta in cui sono stata a un matrimonio non mi sono mai divertita, anzi, mi faceva tutto abbastanza schifo.
La maggior parte delle volte erano proprio gli sposi a non piacermi e se penso che fra qualche mese dovrò essere obbligatoriamente presente a quello di mio padre e della sua assistente mi si rivolta lo stomaco.
Ma questo però è tutta un'altra cosa. Fra due mesi, almeno da quello che ho capito questa mattina, quel giorno arriverà per la mia migliore amica, potrà finalmente dire di avere una famiglia tutta sua e dovrà essere il giorno più bello della sua vita e non posso essere l'amica bastarda che se ne frega.
Una volta in macchina per arrivare al negozio Haley si voltò dal sedile anteriore della macchina di sua madre e disse "Ovviamente ho deciso cosa farete tutti voi quel giorno."
Si sistemò un pò sul sedile e continuò "Mamma.. Tu sai ciò che devi fare. Alexis e Steph damigelle d'onore e per quanto riguarda te Maddie, sarai la favolosa bambina che porterà i fiori."
"Chi saranno le altre damigelle?"
"Chiederò alle mie cugine.. Qualcuno troverò non preoccupatevi."
"Tesoro ma se non vuoi nessun altro non è obbligatorio avere altre damigelle."
"Ci penserò."
"E Carter?" chiesi io infine pensando che gli avrebbe chiesto di accompagnarla all'altare.
Arrivammo all'atelier e Melissa scese di macchina lasciandoci da sole.
"Carter farà da testimone a Dylan e papà mi accompagnerà all'altare."
"Che cosa? Perché? Hai sempre voluto che Carter ti accompagnasse all'altare e quando arriva il momento non glielo chiedi?" le chiese Alexis che prima di questa risposta era della mia stessa idea.
"Come facevo a chiedergli di accompagnarmi all'altare se non era nemmeno d'accordo riguardo al matrimonio? E poi Dylan ha detto che gli avrebbe chiesto di fargli da testimone e io non potevo dirgli di no. È il suo migliore amico ed è giusto così."
"Si ma è tuo fratello! Dylan avrebbe capito!"
"Ma Carter avrebbe detto di no!" si voltò guardando la strada "Lui ha sempre detto che mi avrebbe accompagnato per il mio giorno importante, ma voleva che io crescessi e non si aspettava di certo che sarebbe successo tutto così presto. Lui non è pronto ad accettare la cosa e non so se lo sarà mai." a quel punto intervenni io "Carter ti vuole bene Haley. Quando Dylan glielo ha detto lui è stato preso alla sprovvista ma era felice. Se tu pensi che lui non voglia il tuo matrimonio con Dylan ti sbagli perché lui vuole solo il tuo bene ed è tuo fratello. Non riuscirebbe  ad accettare la cosa nemmeno se glielo chiedessi fra dieci anni. È una cosa  normale e dovresti essere felice che ci tenga così tanto."
"Già, Steph ha ragione. Io farei carte false per averlo come fratello."
Haley si mise a ridere e poi disse "Okay mi avete convinta. Adesso andiamo perché sennò mia madre ci uccide."
Scendemmo di macchina e passammo più di due ore all'interno dell'atelier.
Trovare i nostri vestiti era stato semplice, trovare quello di Haley un pò meno però.
Dopo una crisi riguardante il vestito giusto o sbagliato e dopo aver visto Haley andare in depressione totale perché pensava di non essere abbastanza per lui finalmente è riuscita a trovare il vestito adatto a lei.
Le stava benissimo, sembrava fatto apposta per lei, è come se fosse stato tenuto infondo rispetto agli altri solo per essere trovato da lei.
Tornando a casa non riuscii a parlare con Carter e forse fu meglio così, perché non avrei saputo che dirgli riguardo alla crisi nervosa della serata precedente.

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