Capitolo 27

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Carter Pov
Nei giorni seguenti alle gare di Hollywood ho dovuto lavorare tantissimo per recuperare le ore.
Ormai erano passate due settimane e questa mattina, mentre guardavo la posta ho visto una lettera indirizzata a mia sorella.
"È arrivata una lettera per Haley." mio padre apparve dalla cucina e prese la lettera "Oh, per fortuna è arrivata."
"Che cos'è?"
"Puoi aprirla. Ma non dirle niente. Voglio aspettare il momento giusto per dirglielo."
Aprii la lettera e lessi che la volevano a fare da giudice a una competizione di danza in TV.
"Che ne pensi?"
"Che è piccola per fare tutto questo?"
"E smettila! È una ragazza con molto talento quindi se lo merita." disse l'uomo che non l'ha fatta esibire e non l'ha fatta allenare per due anni.
"Certo. Io vado."
Decisi di andare da Dylan. Era da un pò che non lo vedevo e volevo che sapesse della proposta. E poi volevo sapere come si stava comportando con lei.
Salii le scale fino al suo piano e poi bussai alla porta e mi venne ad aprire Dylan. Sembrava un pò nervoso.
"Scusa non volevo disturbare."
"Tranquillo, nessun problema."
"Allora bro? Che si dice?" mentre entravo e ci sedevamo vedevo che mi guardava un pò stranito "Come va con mia sorella? Tanto lei non mi dice niente." si tranquillizzò un pò e poi disse "Ho paura di perderla, di nuovo."
"Non credo che succederà. Oggi è arrivata una lettera per lei."
"Cioè?"
"Lei non sa ancora niente. Mio padre sta aspettando il momento giusto. Però io l'ho letta."
"E che dice?"
"Non dirle niente per favore."
"Non dirò niente. Vuoi una birra?" mi chiese alzandosi.
"Sì." mi portò la birra e si rimise seduto "Allora? Questa lettera?"
"La vogliono come giudice a So You Think You Can Dance."
"Non è troppo piccola per essere un giudice?"
"È quello che pensavo anche io ma a quanto pare no."
"Che ci vuoi fare, ha tanto talento. E dove dovrebbe fare il giudice?"
"Hollywood."
"Quindi se accetta non tornerà a New York?"
"No, non lo farà ne lei ne Steph." dissi anche se non era una cosa del tutto sicura. Era più quello che speravo io.
"Come va con lei a proposito?".
"Bene. Ora è con mia sorella a fare non so cosa."
"E perché lei non tornerà a New York?"
"Non vuole più frequentare l'università. Vuole chiudere per sempre con quel mondo." alla fine non dissi una cazzata perché lei voleva davvero smettere di studiare.
Dylan annuì e cambiai argomento "Comunque Hollywood non è lontano..".
"Lo so."
"Fidati accetterà. Non può dire di no a un'opportunità del genere."
"Ne sono sicuro, ma lei sta bene anche all'università."
"Si ma il ballo è la sua vita e farebbe solo una cazzata se non accettasse, e so che lei non ne fa." dissi convinto della mia risposta.
Dylan aprì la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse. Guardai l'orologio "Okay senti devo andare, ci vediamo bro."
"Certo." ci salutammo come facevamo qualche anno fa e me ne andai scendendo le scale per andare verso il  parcheggio.
Salii in macchina e tornai a casa.
Quando tornai a casa vidi Steph che stava salendo le scale e la seguii.
Non si accorse di niente finché non si girò e per poco non cadde "Sei uno stupido."
"Mi dispiace. Pensavo che tu te ne fossi accorta." scosse la testa "Che dici, andiamo da qualche parte?"
"Ehm.. No, forse è meglio di no."
"Stai male?"
"No. Sono solo un pò stanca."
"Allora andiamo a dormire." la presi per mano ma la lasciò "Ho fatto qualcosa?"
Scosse la testa "No, non hai fatto niente. È solo che è meglio se non stiamo così insieme."
"Che vuol dire scusa?"
"Non prenderla male. Stasera è meglio che stiamo ognuno nella nostra stanza. Ci sono i tuoi al piano di sotto. Ho appena legato con tua madre non voglio che si faccia un'idea sbagliata su di me."
"E dai come se me ne importasse qualcosa."
"A me si. Dai ascolta facciamo così. Se proprio non ce la fai vieni da me okay? Però almeno provaci."
"Non ti capisco ma va bene." si avvicinò e la baciai "Buonanotte."
Ero ancora dubbioso riguardo a questa sua strana decisione ma decisi di andare nella mia stanza e di riposare dato che in questi giorni avevo dormito poco e nulla.
Bussarono alla porta e questa si aprì mostrando mia sorella "Posso?"
"Si vieni."
Si chiude la porta alle spalle "Ho bisogno di dirti una cosa molto importante Carter."
"Che succede? Non riguarda Dylan vero? Ci ho parlato prima e non mi ha detto che avevate litigato." dissi cercando di essere il più gentile possibile.
"Non abbiamo litigato. È successa solo una piccola cosina." la preoccupazione la stava uccidendo, era troppo ansiosa e dopo questa frase lo ero anche io.
"Cosa hai fatto?" dissi un pò meno comprensivo.
Fece un respiro, chiuse gli occhi e iniziò a parlare "Quella sera io e Dylan siamo andati a letto insieme e non abbiamo usate precauzioni. Nessuno dei due era ubriaco o altro, avevo solo bisogno di lui."
Sì, e io che ci devo fare? Avrei voluto chiedere ma evitai e le feci segno di continuare "Quindi?"
"Avevo un ritardo del ciclo e tra nove mesi non saremo più quattro in casa." collegai tutto, l'ansia, quelle nottate passate a vomitare.. Strinsi gli occhi riducendoli a due fessure e urlai "Ti ha messo incinta?"
"Zitto Carter non urlare." disse ma non l'ascoltai, mi alzai continuando a parlare "Non ci credo, pensavo fosse diventato serio stavolta invece no, è il solito coglione di sempre!" mi misi una maglia pronto per uscire di qui e andare ad ucciderlo.
"Carter non è colpa sua! Abbiamo fatto una cazzata e ora ne pago le conseguenze."
"Ne paghi le conseguenze? Che cazzo dici Haley? Io quel coglione del cazzo lo ammazzo!" mi fermai "Aspetta, ma perché non mi ha detto niente? Non glielo hai detto?"
"Si gliel'ho detto. Ma se non ti ha visto incazzato ha capito che non te lo avevo detto e che non era una cosa che doveva fare lui!" cercai di uscire di lì ma mi stava sbarrando la strada "Carter sta fermo cazzo! Non andare da lui hai capito bene? Non mi ha detto niente e finché non mi dirà qualcosa non andrai da lui!" ora si che volevo picchiarlo "Ah e il coglione non vuole nemmeno prendersi le sue responsabilità? Io lo ammazzo per davvero!"
"Stai fermo cazzo! Se vai a parlare con lui io non ti parlo più!" queste parole di solito mi avrebbero spinto a non fare cazzate ma stavolta, tanto ero accecato dalla rabbia, mi fermai, la guardai e le dissi "Ora come ora non me ne può fregare un cazzo!"
Quando vidi le lacrime sul suo viso dissi "Haley io.."
"No, vattene a fanculo Carter! Mi dispiace di aver rovinato la tua vita, non era mia intenzione, io volevo solo avere una persona a cui voglio bene intorno e pensavo che tu mi volessi bene, invece ho solo sbagliato. Tanto lo faccio sempre, tanto gli errori li faccio sempre io in questa casa no?! Vaffanculo!" rispose lei alzando la voce e andando nella sua stanza.
Mio padre era sulle scale e scuotendo la testa disse "Ma che le hai detto?"
"Ho sbagliato okay? Ho sbagliato."
Bussai alla porta di Haley e la chiamai varie volte "Haley."
"Vattene! Non ti voglio vedere!"
"Ti prego fammi parlare Haley." dissi entrando nella sua stanza sedendomi sul suo letto.
"Ma mi ascolti quando parlo? Ti ho detto di andartene!" disse con cattiveria.
"Tanto adesso tu parli con me! Senti mi dispiace Haley okay? Sei mia sorella, la mia piccola sorellina e ti voglio un bene infinito e sapere tutto questo, vederti crescere così velocemente, fa male. Avrei voluto aiutarti a crescere ma sei già cresciuta da sola e troppo in fretta. Tutti facciamo delle cavolate e forse questa non lo è nemmeno, anzi non lo è proprio, ma vederti così sicura, così avanti con la tua vita mi fa capire che forse avrò perso per sempre la mia sorellina."
Mi guardò "Carter io.."
"No. Non ti ho mai aiutato per niente. L'incidente ci ha diviso, tu sei cresciuta e lo hai fatto da sola. Io volevo essere un esempio per te e invece per te non ho fatto niente. Potrai mai perdonarmi per non aver fatto niente per te?" non avrei mai pensato di dirlo, non pensavo nemmeno di avere dei pensieri a riguardo.
"No, tu hai fatto tutto quello che potevi fare. Fin quando siamo stati insieme sei stato il mio unico esempio, e forse è per questo che faccio queste cose. Io ti voglio bene Carter e vorrei solo che tu non te ne andassi mai."
"Io e te, una cosa sola."
"Superiamo ogni ostacolo e lo facciamo."
"Insieme." dicemmo insieme quelle parole, come quando eravamo piccoli. Mi abbracciò e iniziò a piangere "Dai piccola non piangere. È colpa di Dylan?"
"Io non lo so okay? Non so cosa vuol fare e sto male."
"Non preoccuparti per lui, se non ci sarà lui ci sarò sempre io. Per i momenti di difficoltà io ci sarò sempre." ci stringemmo la mano e l'abbracciai.
Passarono un pò di giorni, Haley passava ogni giorno a Hollywood e Steph lavorava prendendo il posto di Haley a scuola per quelle settimane in cui lei faceva lo show.
Questa mattina quando mi svegliai scesi le scale e sentii la voce di mio padre che diceva "Non devi convincere me, ma Carter. Non ti farà fare niente." mi affacciai in cucina e vidi Dylan.
"Per cosa devi convincermi?"
"Noi andiamo a lavoro. A dopo." rimanemmo noi due e lui disse "Dobbiamo parlare."
"Che vuoi?"
"Ho bisogno di chiederti una cosa.. Cioè non proprio di chiederti qualcosa. Ho bisogno solo che tu lo sappia."
Presi una tazza dallo scaffale e dissi "Ascolta Dylan, è mattina e io non.."
"Voglio chiederle di sposarmi." mi cadde la tazza dalla mano e si frantumò in mille pezzi per terra.
Lo fissai "Forse ho capito male. Forse sto ancora dormendo. È uno scherzo vero?" mi misi a ridere "Si Dylan, sai fare degli scherzi stupendi, sei proprio bravo."
"Sono serio Carter." tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina e l'aprì "Ti sembra che io stia scherzando?"
"Ascolta, non so cosa ti stia passando per la testa ma se sei serio la risposta è no."
"Per quale motivo non posso farlo? Sai cosa provo per lei."
"Si ma questo non cambia le cose, la risposta è sempre no."
"Ascolta, almeno prova a capirmi."
"Provo a capirti? Come faccio a capirti? Hai scommesso su di lei, l'hai lasciata e l'hai messa incinta. E ora mi stai chiedendo se puoi sposarla. Come faccio ad essere comprensivo?"
Non riuscivo a capire, voleva avere la mia approvazione su una cosa che non avrei mai permesso e lo sapeva perfettamente.
"Hai ragione, ho fatto tante cazzate con lei ma è l'unica per cui io abbia mai provato qualcosa e l'unica di cui mi sia mai importato qualcosa. Con quella scommessa ho sbagliato e ti giuro che quando l'ho conosciuta meglio per me quella scommessa doveva essere cancellata ma non me lo hanno permesso e ti giuro che me ne sono pentito tanto e non voglio più sbagliare con lei."
Mi passai una mano tra i capelli "E se ti dicesse di no perché si sente troppo piccola ancora?"
"Aspetterò. Crescerò quel bambino e glielo chiederò di nuovo più in là."
"Tu sei esattamente come me Dylan, sappiamo già che ti stancherai. Come pensi di poter vivere con mia sorella per ventiquattro ore su ventiquattro? Ti stancherai, la tradirai e.."
"Non succederà Carter. Sai che se non fossi sicuro di qualcosa non lo farei."
Sospirai "Siete stati insieme per quanto? Per qualche mese. Poi vi siete lasciati, e vi siete rimessi insieme solo qualche settimana fa. Sei davvero sicuro di quello che stai facendo? Sei davvero sicuro di non voler avere altre donne nella tua vita?"
"Stai cercando di farmi cambiare idea vero?"
"No, voglio solo farti capire. Il matrimonio è una cosa seria, non hai ancora ventun'anni e vuoi già fare un passo così importante? Sei veramente sicuro di tutto questo? Sei sicuro di voler stare con una sola persona per tutta la tua vita?"
"Se quella persona è lei voglio farlo. Sarei capace di rinunciare a tutto per lei e se questo vuol dire rinunciare ad andare con altre ragazze lo farò. E non mi fermerà nessuno. Io volevo solo avvertirti, non avevo bisogno della tua approvazione. Ma penso che tu lo sappia già da solo." detto questo uscì dalla cucina e se ne andò da casa mia.
Non so quando glielo avrebbe chiesto, non so cosa gli avrebbe risposto e non so se sarò mai d'accordo con tutto questo, però so benissimo che se lei  dicesse di sì io non potrei vietarglielo.

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