Capitolo 36

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Carter Pov
"Ciao Carter sono Steph. Beh volevo solo dirti che ho trovato le persone giuste per il bambino. So che l'idea non ti piace ma lo sto facendo per il suo futuro. Mi dispiace."
Non ho più avuto il coraggio di chiamarla.
Ormai aveva preso la sua decisione e io non potevo più farci niente. Sono passati mesi da quel messaggio e ancora non sono riuscito a metabolizzare la cosa.
In tutti questi mesi ho lavorato e basta. Non ho più parlato con mia sorella, non ho più visto mia nipote perché mi avrebbe fatto pensare a quel figlio che avrei potuto avere tra poco e che invece non avrò mai.
Vivevo nel mio appartamento e di lei non c'era rimasto più niente. Tutto quello che era suo è con lei a New York e a me non ha lasciato niente. Niente tranne una foto.
Tutto quello che rimane della nostra relazione è una foto.
Mi ritrovo spesso a guardare quella foto, e quando la guardo non riesco a fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se l'avessi rincorsa quel giorno, se non l'avessi fatta andare via.
Mi vibrò il telefono.
Dobbiamo parlare Carter. Dobbiamo risolvere la situazione. Adesso.
All'inizio le volevo scrivere di no, ma poi guardai quella foto di nuovo e capii che parlare con Haley sarebbe l'unica via d'uscita.
Venti minuti e sono da te.
Dopo aver inviato il messaggio presi le chiavi della macchina e uscii di casa.
Dopo venti minuti arrivai davanti al condominio dove abitavano mia sorella e Dylan.
Parcheggiai e dopo essere sceso di macchina mi avviai verso il portone d'ingresso che era aperto, presi l'ascensore fino al loro piano e poi suonai alla loro porta.
Mi aprì mia sorella "Oh, pensavo che non ti avrei più rivisto qui."
"Hai ragione, mi dispiace e.."
"Non mi interessa. O entri o te ne vai." non è mai stata così fredda con me.
Avrei voluto risponderle ma mi limitai ad entrare in casa.
Nell'appartamento c'era anche Dylan che al contrario di mia sorella mi accolse in casa calorosamente.
Ci sedemmo e mia sorella iniziò a parlare "Adesso vorrei sapere qual'è il tuo problema. Sono mesi che non mi parli e che non vuoi vederci. Sai quanto mi ci fai stare di merda? Cosa ti ho fatto di male?"
"Niente. Non hai fatto niente."
"Allora perché non sei venuto a parlare con me? Sai che ti sarei stata d'aiuto!"
"Lo so e mi dispiace è solo che.."
"Ascolta Carter non so qual'è il problema. So solo che riguarda lei, ma io, cosa c'entro con tutto questo? Sono tua sorella, non una cretina che hai trovato per strada!"
"Haley per favore calmati."
"Come posso calmarmi Dylan? Mio fratello non mi ha più voluto vedere."
"Ascolta adesso sono qui. Sono qui per chiederti scusa. Ma lo sai, non sono cose che si affrontano così facilmente. Voi siete una famiglia ormai, e vedervi così, sapere che state insieme e che avete superato tutti i problemi mi ha fatto sentire male. So che è una brutta cosa da dire ma se avessi continuato a vedervi così felici non ce l'avrei fatta."
"Avevi tutte le possibilità per andare da lei. E non l'hai mai fatto!"
"Non me lo ha permesso Haley, non fare la stupida, parli con lei tutti i giorni e sai tutto. È lei che mi ha allontanato e che non mi permetteva di andare da lei. E lo sai anche tu."
"Sì lo so. Sai però chi c'è con lei adesso?"
"Chi c'è?"
"C'è Tom con lei."
"E che ci fa lì?" non riuscivo a dirlo "Stanno insieme?"
"No, e non credo che staranno mai insieme. La sta solo aiutando."
Rimanemmo in silenzio per un po' poi lei disse "Ti ho scritto per parlare oggi perché domani andiamo a New York."
"A fare?"
"Sono passati nove mesi Carter. Potrebbe nascere da un momento all'altro."
"Non ha ancora cambiato idea vero?"
"No, e lo sai perché?"
Scossi la testa "Perché glielo abbiamo detto tutti. Tutti siamo andati a New York per convincerla ma non ha funzionato. Sai a volte i migliori amici, i parenti, non servono a molto. In questo momento l'unica persona che potrebbe farle cambiare idea è davanti a me. Non dico che tornerete insieme, ma se tu ti presentassi là e le mostrassi quanto ci tieni saresti padre."
"Haley ha già deciso, è inutile."
"Invece no! Ho parlato con Tom. Lei non è convinta. Mi ha detto che dice sempre che lo fa per il suo futuro e che quando è da sola piange. Sei l'unico che può farla ragionare. Io lo so e lo sa anche lei. Non ha scelto di lasciare suo figlio perché non si fida di te o perché pensa che non ne sei in grado. Sa che sei pronto, sei pronto da quando avevi 5 anni, hai cresciuto me e non è andata male."
"E allora perché vuole darlo via? Perché non vuole darmi una possibilità?"
"Perché non vuole essere una cattiva madre. Lei non si sente pronta."
"So che sarebbe una madre perfetta se si desse una possibilità."
"Non dirlo a me. Dillo a lei. Quindi fammi un favore. Quando sarà il momento e ti chiamerò, vieni a New York. Vieni a New York e fa si che non lo lasci."
"Va bene. Verrò a New York. Verrò con voi, ma finché non arriverà quel momento non mi farò vedere."
"Allora non ti sei perso del tutto." rispose lei sorridendo.
"Va bene stronza, vado a fare le valigie. Ci vediamo domani okay?"
Annuì e mi abbracciò.
Tornai nel mio appartamento per fare le valigie e il giorno dopo prendemmo l'aereo per New York.
Passai le mie giornate in hotel e nonostante fosse aprile a New York non c'era la stessa temperatura di Los Angeles.
Haley passava le giornate da Steph e ci parlavamo poco.
Mentre stavo cercando di fare una dormitina mi vibrò il telefono "È il momento."
Scattai in piedi "Arrivo." chiusi la chiamata e uscii dalla stanza e dall'hotel per prendere il taxi per arrivare in ospedale.

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