Capitolo 46

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Steph Pov
Tutto stava andando bene. Il paesaggio era bellissimo, l'Hotel era perfetto ed Amsterdam era una città meravigliosa.
Non erano passati però neanche due giorni che la situazione era degenerata.
La ex di Carter aveva fatto ritorno sulla scena incrinando la situazione in entrambe le coppie.
Dopo sei anni di matrimonio la situazione tra Haley e Dylan era degenerata e quando abbiamo deciso di abbandonare i nostri programmi per tornare in hotel per 'parlare' ho avuto davvero paura che potesse finire tutto.
Quando l'ho conosciuta è stato il momento in cui ha scoperto tutto sulla scommessa, e dal quel momento di loro ho saputo tutto, e nonostante ne abbia viste tante, stavolta ero davvero spaventata.
Poi ci siamo noi.
Dopo cinque lunghi anni separati, uno a Los Angeles e l'altro a New York, abbiamo deciso di mettere da parte le nostre paure e provare a stare insieme, ad essere finalmente una coppia. Ma è ovvio che se si decide di tralasciare tutto quando qualcosa va storto la storia si inizia a frammentare.
Beh, il ritorno in scena della sua ex non solo aveva dato inizio alla frammentazione, ma aveva distrutto in me ogni singola speranza di un futuro senza tornare mai al passato.
Che stupida che sono. Come posso pensare ad un futuro se il passato ancora non è risolto? Come posso essere felice se il passato è ancora dentro di me?
Carter era riuscito a chiudere la storia con London ed ero felice. Ma poi ho pensato che dovrei riuscire anche io a chiudere la mia storia, sia con Jay che con Evan. Per ciò avevo preso una decisione. Invece di tornare a New York sarei andata a Chicago e avrei chiuso per sempre questa storia.
La parte difficile sarebbe stata contattarli, ma quella ancora più difficile sarebbe stata dirlo a Carter.
L'anno nuovo era iniziato, avevamo passato una serata bellissima e per quel poco tempo ero riuscita a tralasciare tutto e a stare insieme ai ragazzi lasciando da parte i problemi. Ma ora, che era quasi il momento di partire, avevo preso una decisione.
Sono nella stanza da un po' quando sento aprire la porta.
"Ehi. Che cos'hai?"
"Devo parlarti un attimo."
Lui chiuse la porta e si sedette sul letto.
"Dopo quello che è successo ho preso una decisione."
"Che decisione?" era seriamente preoccupato.
"Non torno a Los Angeles con voi. Vado a Chicago con Haley. Abbiamo cambiato il volo e domani andiamo a Chicago."
"Per fare che cosa? Tua nonna sta male?"
"Nono, lei non c'entra niente."
"E allora perché devi andarci?"
"Vedere te chiudere una storia che ha avuto un'importanza enorme solo per avere un futuro migliore insieme mi ha fatto capire che se voglio che quel futuro si realizzi anche io devo chiudere con il passato."
"Aspetta. Questo cosa significa?"
"Vado a Chicago perché devo parlare con Evan."
"Che cosa?"
"Devo parlare con Evan e con Jay e devo chiudere questa storia una volta per tutte."
"Stai scherzando spero."
"Voglio farlo per il nostro futuro. Voglio essere sicura che quando metterò di nuovo piede a New York tutto quello che ho fatto sarà svanito e che sarà solo un ricordo passato. Non voglio che questo ci distrugga. È già successo una volta e non voglio che succeda ancora."
"Ma.. Ma cosa vuoi che me ne importi del passato? Pensi seriamente che se non avessi incontrato London qui avrei fatto qualcosa per chiudere la storia?"
"Questo non lo so. Ma se è successo vuol dire che era destino. Tu ci sei riuscito e devo farlo anche io."
"Ascolta. Ragioniamo un attimo. Spiegami meglio.. Perché vuoi farlo?"
"Quando sei venuto a New York mi hai chiesto di iniziare tutto da capo. E non posso farlo senza la sicurezza che il passato non mi tormenterà più." lui rimase in silenzio, senza sapere cosa dire "Io voglio un futuro con te, lo voglio più di qualsiasi cosa al mondo. Se lo vuoi anche tu devi fidarti di me e devi lasciarmi andare là."
"Se ti lascio andare là mi prometti che quando tornerai non mi lascerai più?"
"Te lo prometto, anzi, te lo giuro. Sarà solo una questione di giorni. Parlerò con loro e tornerò da te. Niente, giuro che niente mi fermerà a Chicago."
"Va bene. Accetto la tua scelta."
"Grazie." lo abbracciai.
"Ma mia sorella cosa ci fa a Chicago?" mi staccai "Sostegno morale."
"Mi posso immaginare il sostegno che ti può dare quella cretina."
"Non fare il cretino. Sappiamo tutti che le vuoi un bene infinito."
Scrollò le spalle e iniziò a fare la valigia senza rispondere.
Scossi la testa e iniziai a fare la valigia anche io.
La sera andammo a dormire presto perché sennò non sarei riuscita a svegliarmi.
La mattina dopo alle 7 ci dirigemmo all'aeroporto. Avremmo avuto il volo alle 9 mentre i ragazzi lo avrebbero avuto la sera.
"A proposito. Luke sa che non torni?"
"Sì."
"E come glielo hai spiegato?"
"Gli ho detto che mio padre aveva bisogno di me. So che è una scusa stupida ma non posso dirgli la verità." lui annuì e in quel momento una voce metallica ci informò dell'inizio dell'imbarco.
"Ora devo andare."
"Quando arrivi a Chicago chiamami."
"Sarai in aereo a quell'ora."
"Chiamami lo stesso. Almeno quando arriverò a Los Angeles saprò che stai bene."
Gli sorrisi "Non credo che torneremo subito a New York appena arriviamo."
"Ci tornerete di sicuro prima di noi."
"Sì, certo. Rimarremo a Los Angeles solo per quel giorno lì."
"Anche perché tuo figlio deve andare a scuola tra due giorni."
"Un giorno di assenza non farà la differenza."
"Magari a te no ma a me si. Non farmi chiamare la vicina ogni giorno per sapere se lo mandi a scuola o meno."
"Direi che sono cresciuto abbastanza per non essere controllato."
"Non sarai mai grande abbastanza per non essere controllato." intervenne Haley apparendo dietro di lui.
Carter stava per risponderle quando la stessa voce metallica lo anticipò dando l'ultimo avviso per l'imbarco.
"Haley vattene. Hanno chiamato il vostro volo. È ora che tu te ne vada."
Haley alzò il medio al fratello, baciò Dylan e si incamminò.
"Steph muoviti."
Baciai Carter e la raggiunsi.
"Sei preoccupata?" chiese Haley una volta sedute ai nostri posti sull'aereo.
"No, tanto dormirò per tutto il volo."
"Ma che hai capito cretina? Parlo di Evan e di Jay!"
"Oh. Beh, in quel caso allora sì."
"Come sai che sono sempre a Chicago?"
"Ho parlato con mia nonna, che ha parlato con altre persone del paese che le hanno riferito che vivono ancora a Chicago. Per queste vacanze dovrebbero essere entrambi a casa dei loro genitori."
"E se non ci sono?"
"Haley, so che lo fai con buoni intenzioni, ma mi stai mettendo ansia."
"Scusa.. Sai già che dire? E quale sarà il mio ruolo?"
"Tu mi aiuterai con loro. Tu verrai a casa loro con me e li convincerai a parlare con me."
"Stai scherzando vero?"
"No. Andiamo Haley, se ci vado da sola non mi parleranno mai."
"Invece se ti presenti con una sconosciuta qualsiasi sì?"
"Ma tu non sei una sconosciuta qualsiasi. Tu sei Miss Dance of America, ricordi?"
"Sì, sono Miss Dance of America di sette anni fa! Direi che è passato un po' di tempo."
"Sei quella più famosa fra tutte le vincitrici. E poi andiamo smettila, la gente per strada ti ferma per avere una foto con te o per un tuo autografo."
"E se non sanno niente in campo di danza?"
"Lo sanno Haley. Anche chi non sa distinguere la destra dalla sinistra sa chi sei. La TV la guardano in molti e i giornali li leggono. Magari hanno una ragazza che legge Vanity Fair e ti riconoscono all'istante."
"Già, poi leggono il nome di chi ha scattato la foto e riconoscono anche te."
Scossi la testa e risi "Poi mia nonna ti conosce. E se ti conosce lei ti conosce tutto il quartiere."
"Tua nonna è fantastica. È da molto che non la vedo."
"Già. Le sei mancata tanto. Appena le ho detto che saresti venuta con me era molto felice."
"Lo so. Faccio questo effetto alla  gente." ridemmo per un po' e approfittai della situazione per chiederle una cosa che volevo sapere da tempo.
"Posso farti una domanda personale?"
"Ma che domande personali? Ne esistono ancora? Non ci diciamo tutto? Puoi chiedermi quello che vuoi, lo sai."
"Va bene. È da molto che mi domandavo una cosa."
"Spara."
"I tuoi hanno mai saputo della scommessa?"
Lei abbassò un  po' lo sguardo, si passò una mano tra i capelli e poi mi guardò dritta negli occhi "No. Non hanno mai saputo niente."
"Come mai?"
"In realtà non lo so. Quando sono cresciuta e potevo iniziare a fare da sola il rapporto con i miei si è un po' spento. Non che prima ce ne fosse molto eh, però almeno ci dicevamo le cose essenziali. Non ho mai avuto il bisogno di sfogarmi con loro e loro non hanno mai voluto sapere. Però Abby lo sa. È stata la prima, anzi, la seconda, a saperlo. Non ho mai avuto bisogno di dirglielo perché quando mi sono riavvicinata ai miei io amavo talmente tanto Dylan, e lui amava tanto me da non aver bisogno di una chiacchierata con mia madre."
"Mi dispiace."
"E di cosa? Sto bene Steph, non è più un peso. Invece una domanda te la faccio io se posso."
"Certo."
"So che mi farai la stessa domanda ma devo sapere. Luke sa o saprà mai dell'incidente e di te e Carter prima di lui?"
"Sa dell'incidente."
"Glielo avete già detto?"
"Sì. Ha fatto un po' di casino a scuola, faceva delle domande sul football e sul perché Carter abbia smesso e lui non ce la faceva a mentire. Ma di noi non sa niente. Voglio farlo crescere un altro pò prima di raccontargli tutto. E tu con Mackenzie?"
"Voglio aspettare. A sette anni non puoi capire quello che nemmeno io a venti sono riuscita a capire. Voglio darle tempo. Quando me lo chiederà io le racconterò tutto. Non ci devono essere segreti con i propri figli."
"Già, sono d'accordo con te su questo."
"Per noi sono errori, per loro sono insegnamenti."
"Sì, ma sono figli nostri, dubito che non faranno più errori di noi."
"Infatti io non mi aspetto la perfezione. Per me sarà sempre libera."
"Sempre fino a un certo punto." continuai io.
"Ma come siamo finite così? Basta mi deprime parlare del futuro. Siamo troppo giovani per occuparcene non credi?"
"Sì, siamo ancora piccole." dissi iniziando a ridere seguita da Haley.
Dopo un po' ci addormentammo e mi risvegliai quando mi sentii picchiettare sulla spalla.
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti un signore vestito molto elegante che mi sorrise e disse "Signorina mi dispiace di averla svegliata ma siamo atterrati."
Mi strusciai un po' gli occhi e dissi "Oh, bene. Grazie per avermi svegliato." lui mi sorrise e si allontanò per scendere.
"Haley, svegliati, siamo arrivate." dissi dandole una botta sulla spalla.
Lei aprì gli occhi e si stirò.
Dopo esserci sistemate un po' ci alzammo e scendemmo dall'aereo.
Fuori dall'aeroporto cercai un taxi e dopo essere salite dissi la via di casa della nonna.
Arrivammo a destinazione venti minuti  dopo, pagai il tassista e mi avvicinai alla porta e suonai.
La nonna aprì poco dopo e ci accolse subito con uno dei suoi abbracci che non finivano mai.
Portammo le valigie nella mia stanza e dopo esserci date una ripulita decidemmo subito di andare da loro. Prima risolvevo questa cosa meglio era.
"Nonna, noi andiamo. La macchina la hai ancora?"
"Certo. Le chiavi sono all'entrata. Ci vediamo dopo. In bocca al lupo!"
Sorrisi ed uscimmo di casa. L'idea era di parlare con loro insieme ma sinceramente non so come fare.
Feci una piccola ricerca e scoprii che vivevano insieme. Gli stronzi vivevano insieme.
Quando arrivammo scoprii anche che vivevano anche bene. La casa era abbastanza grande, e dubito che vivessero da soli.
Scendemmo dalla macchina e molto lentamente mi avviai verso il portico.
Bussai alla porta e qualche minuto dopo aprì un tipo che non era ne Evan ne Jay.
"Ciao. Stiamo cercando due ragazzi. Jay e Evan. Vivono qui?" disse Haley al mio posto dato che non mi decidevo a parlare.
"Sì. Ve li chiamo." lasciò la porta e prima che arrivassero Haley disse "Sii diretta. Va dritta al punto e chiudi questa storia." annuii "Grazie."
Poco dopo vidi apparire Evan dalle scale e Jay da una stanza. Entrambi mi videro, si guardarono e all'unisono dissero "Steph?"
Haley mi diede una gomitata per farmi parlare "Ciao ragazzi. Potremmo parlare?"
"Sì, venite dentro."
Guardarono Haley "Oh, giusto. Lei è Haley.."
"Sì, Miss Dance of America. La mia fidanzata ti adora. "disse Evan sorridendo.
Guardai Haley con un sorrisetto vittorioso e lei scosse la testa.
Salimmo al secondo piano, entrammo in una stanza e Jay chiuse la porta a chiave.
"Di che devi parlarci?"
"Ragazzi, mi dispiace da morire. Sono stata una stronza con voi e non ve lo meritavate." loro si guardarono e Evan disse "No, non devi scusarti, è stata tutta colpa mia. Non avrei dovuto tradirti, avrei dovuto starti accanto quando hai avuto quel cambiamento. Se ti fossi stato accanto non saresti stata con Jay e questi problemi non ci sarebbero stati. Mi dispiace."
"Jay, mi dispiace per averti usato, non avrei dovuto. E il giorno del diploma non avrei dovuto reagire così."
"No, avevi ragione tu. Anche per il matrimonio di tuo padre. Non avrei dovuto essere così stronzo. Solo che vederti con un altro è stato un colpo basso per me. Mi dispiace Steph. Dovevo pensarci prima."
Jay decise di parlare "Steph sta tranquilla. È passato. Sono io ad averti spinto al tradimento e mi sono comportato da stronzo, con entrambi."
"Quindi è tutto apposto?"
Nessuno dei due rispose e mi vennero ad abbracciare "Mi siete mancati ragazzi."
"Anche tu." si staccarono "Ma parliamo di altro. Come vi conoscete voi?"
"È mia cognata." disse Haley sorridendo.
"Lei è la sorella del ragazzo che hai visto al matrimonio di papà. E lui è il mio ragazzo. E già che ci siamo diciamo anche che lui è il padre di mio figlio."
"Sei mamma?"
"Già. Non era voluto."
"Sono sicuro che è un bambino bellissimo, come te." arrossii e mi feci raccontare cosa era cambiato per loro.
Erano entrambi fidanzati, ma nessuno dei due voleva andare a convivere. Giocavano ancora a football e questa era la casa che condividevano con il resto della squadra.
Dopo aver parlato per un po' io e Haley decidemmo di tornare a casa di mia nonna.
Il giorno dopo decidemmo di tornare a New York. La mia vita era là e come avevo promesso a Carter, niente mi avrebbe tenuto a Chicago, ed ero pronta per tornare a New York senza più risentimenti e senza problemi.

Nota autrice
Ciao a tutti/e, volevo solo dire che siamo quasi arrivati alla fine di questo libro e questo capitolo è un regalo per capodanno per tutti voi che leggete.
Buon anno nuovo a tutti/e💗💗💗

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