Carter Pov
È possibile perdere la testa per una ragazza che nel corso di un anno avrai visto si e no per qualche giorno e che nel giro di qualche settimana sei arrivato fino al punto di trovartela in giro per casa? Forse si, perché se non fosse così a questo punto non mi sentirei così strano e così vuoto.
La domenica mattina Dylan arrivò con un sacchetto e mi chiese se potevo portarlo a Haley e io ne approfittai per parlare della mia situazione con Steph. Bussai alla sua porta e quando entrai dissi "Possiamo parlare un attimo?"
"Perché tutti adesso, perché?" disse mettendo la testa sul cuscino. Sì, come se dovesse dormire più di dodici ore.
"Dai Haley è importante su.." non mi considerava, era il momento del piano di riserva "Va bene, allora la tua colazione la mangio io." tre, due, uno..
Era seduta e disse "Il cibo è mio."
Le passai il sacchetto e mi misi seduto sul letto "Ma perché mi complichi la vita in questo modo?"
"Non l'ho comprato io!"
"Di cosa mi devi parlare?"
"Io credo di essere innamorato di Steph." mi guardò intensamente negli occhi e rispose "Diglielo."
"Tu la fai facile Haley. L'ho fatta stare male e ho fatto tanti casini con lei."
"Ne sono consapevole. Ma prova almeno a parlare con lei, dille cosa stai provando per lei e vedi come va."
Per me poteva anche bastare questa chiacchierata, avevo capito cosa dovevo fare e dovevo farlo il prima possibile. Però quando la vidi sorridere mentre apriva quel sacchetto capii che non stava sorridendo solo perché davanti a sé aveva da mangiare, ma perché aveva capito chi le aveva mandato quel sacchetto.
"Sai piccoletta, dai sempre dei consigli stupendi, ma perché non li ascolti anche tu?" mi guardò "Perché non la fai finita di fingere che non te ne importi niente di lui e ci vai a parlare?"
"Lui ormai è uscito dalla mia vita."
Sì certo, e io sono un santo.
"Se fosse vero avresti già buttato via tutto e non sorrideresti. Ma il mio è solo un consiglio, la scelta è solo tua." dissi per poi uscire dalla sua stanza. Se è furba, e so che lo è, ci avrebbe parlato e avrebbe risolto tutto, ma non ci confido molto. Forse era passato davvero troppo tempo.
Qualche giorno fa Steph aveva provato a parlarmi ma Rachel ci aveva distratti e aveva fatto in modo che la nostra conversazione finisse li.
Dalla chiacchierata con mia sorella avevo capito una cosa molto importante, che Steph mi perdonasse o meno, Rachel doveva sparire.
Il giorno dopo Dylan mi raccontò che Haley aveva parlato con lui e che gli aveva chiesto 'del tempo' e lui aveva acconsentito, ma so per certo che non avrebbe resistito così tanto.
Comunque, tornando a Rachel, non potevo scaricarla mentre lavorava, quindi quando venne nel mio ufficio le chiesi se la sera saremmo potuti uscire.
"È successo qualcosa? Mi devo preoccupare?"
"Dobbiamo solo parlare. È una cosa importante."
"Okay.. Ci vediamo dopo allora."
Appena finii il mio orario giornaliero uscii dall'ufficio e vidi Rachel "Dai andiamo su."
"Cosa? Devo andare a casa a cambiarmi prima!"
"No Rachel. Dobbiamo parlare e dobbiamo farlo il prima possibile."
La convinsi e cercai di portarla in un posto in cui non avrei fatto una brutta figura.
"Allora? Che devi dirmi?"
Diretto. Dovevo essere diretto. Avevo lasciato milioni di ragazze per stupidate, stavolta che avevo un motivo serio per lasciarne una non potevo avere troppi problemi con lei.
"Senti, non so cosa tu pensi che siamo noi due, ma io e te non stiamo insieme. Non voglio farti stare male ma il motivo per cui siamo usciti insieme è che.."
"Tu mi stai lasciando?"
"Per prima cosa, noi non stiamo insieme ma, se la vedi così mettiamola così. Okay sì, ti sto lasciando."
Si alzò dal tavolino e alzò la voce "Tu mi stai lasciando? Ma perché che cosa ho fatto, io.." la gente si stava voltando verso di noi e cercai di farla zittire ma poi disse "Aspetta. Ora ho capito. È per quella ragazza vero?"
"Quale ragazza?"
"È per quella sciaquetta con i capelli rossi che mi stai lasciando?"
"Rachel ascolta io.."
"Spero che tu stia scherzando! Come può piacerti una persona del genere?"
"Vieni, andiamo via su." lasciai cinquanta dollari sul tavolo e la portai fuori.
Quando fummo fuori dal ristorante mi voltai verso di lei e vidi che aveva le lacrime agli occhi "No eddai non piangere." non sopporto le persone che piangono, soprattutto se lo fanno per motivi inutili come questi.
Magari per lei non é cosi inutile, sennò non piangerebbe idiota.
Ignorai la mia vocina interiore e lei disse "Non pensavo che mi avresti lasciato per lei. Comunque va bene, domani do le dimissioni."
"Che cosa? Perché dovresti?"
"Come posso lavorare con te se ti piace quella?"
"Lei non c'entra niente. È colpa mia e basta. Però non licenziarti. Ti serve questo lavoro, lo so."
Avevo colpito nel segno. Sapevo quanto avesse bisogno di soldi e non poteva perdere un lavoro perché sono interessato ad un'altra ragazza.
"Mi dispiace."
Annuì "Non licenziarti."
"Non mi licenzierò."
"Me lo prometti?"
"Sì. Te lo giuro." le sorrisi "Grazie Carter. Non sei così tanto cattivo allora." disse facendo un sorrisetto.
"Lo so. Sono un ragazzo fantastico."
"Ci vediamo domani."
Annuii e tornai a casa. Quando entrai in casa c'erano i ragazzi seduti intorno al tavolino, ma Haley e Steph non c'erano.
"Le ragazze?"
"In camera.. Potresti parlare con tua sorella?"
Sospirai e salii le scale bussando alla porta "Va via."
"Sono Carter."
"Va via anche tu, andate tutti a fanculo!" okay, non avevo voglia di discutere, non stasera. Ci rinunciai e andai a dormire. Svegliarsi la mattina dopo delle serate e delle nottate in bianco era una cosa terribile e speravo che stanotte sarei riuscito a dormire. Ma nemmeno stanotte successe.
Sentii una porta chiudersi e mi voltai verso di essa "Haley?" dissi sapendo che non sarebbe mai stata Steph.
"Sì."
"Che sta succedendo?"
"Ho bisogno di te Carter." e iniziò a piangere. Mi misi seduto e l'abbracciai "Dai tesoro che hai fatto?" chiesi anche se sapevo già la risposta.
"Io.. Non lo so nemmeno io Carter. Tom se ne è andato e.."
"E stai male?"
"No, cioè si ma mi ha detto delle cose cattive."
"Cosa ti ha fatto?" calma Carter, calma su. Iniziai a ripetermi ciò per non sbottare.
"Mi ha detto che sono tornata qui solo per Dylan."
"Ed è vero?"
"No, io non sono tornata qui per lui."
"Lui invece si sai?"
"Che cosa?"
"Lui è tornato qui per te, ma ti ha trovata già occupata."
"Lo so. Ho parlato con lui."
Mh, allora ecco perché Steph la copriva ogni sera "Ecco dove finivi ogni sera! E quindi? Cosa è venuto fuori?"
"Che sono cogliona." disse appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Non sei cogliona Haley."
"Si Carter lo sono. Ho mentito a Tom per una settimana perché dovevo parlare con Dylan, gli ho mentito quando abbiamo fatto la serata delle coppie e gli ho mentito su tutto quello che riguarda Dylan."
"Guarda che nemmeno lui è un santo eh, qualche cazzata l'avrà fatta anche lui."
"Io e lui non avevamo mai litigato prima di venire qui.. Anzi, prima di rivedere Dylan se devo essere sincera."
Okay, era il momento di comportarsi da buon fratello maggiore e farle un bel discorsetto.
"Senti Haley tutti abbiamo dei problemi, tutti dobbiamo ritornare sui propri passi un giorno, e tu lo stai facendo perché stai facendo tornare Dylan nella tua vita e anche se sarà difficile sappi che se lo vuoi davvero poi sarà la cosa più bella del mondo."
Wow, anche io ero sorpreso da quello che avevo appena detto. Non pensavo che avrei mai tirato fuori un discorso del genere.
"Tu ti fidi di me vero Carter?"
La guardai negli occhi "Sempre. Ma perché me lo stai chiedendo?"
"Perché nessuno si fida più di me." mi dava fastidio quando diceva queste cose. Erano solo cavolate e lei lo sapeva. Ma è inutile contraddirla, si arrabbierebbe e non la sopporterei.
Presi la sua mano e la strinsi "E a te che importa? Io mi fido di te, e anche lui si fida di te, e tanto."
"Tom non si fida."
Ma perché è così cocciuta?
"Non stavo parlando di lui. Stavo parlando di Dylan sorellina."
"Come lo sai?"
"Lo so e basta." dissi non dilungandomi troppo a darle spiegazioni sulle mie conversazioni con Dylan.
"Non ti da più fastidio che stia con lui?"
"Non ha mai smesso di darmi fastidio però se tu sei felice con lui non posso tenerti lontana da lui. Però, se dovessi scegliere lui davvero, se fa qualche cazzata lo ammazzo." mi strinse la mano e rise "Ti prego perdonami, non volevo allontanarti prima."
"Lo so quindi non chiedermi scusa, non hai bisogno di scusarti con me."
"Grazie Carter, grazie davvero."
"Rimani qui con me?"
"Non voglio darti fastidio."
"Smetti di dire così, tu non mi dai fastidio. A volte mi comporto da stronzo quando ci sono le ragazze o gli amici ma tu non mi dai mai fastidio."
"Grazie Carter."
L'avvicinai e l'abbracciai dicendo "Domani parlerò con Steph."
"Bravo. Voglio vederti felice e lo sai.." si staccò dall'abbraccio guardandomi seriamente "Devi parlare con la.. Dai non farmela offendere su.."
"Già fatto."
"E?"
"L'ha presa male, come doveva prenderla scusa?"
"Sisi certo. Cosa ci vedranno le ragazze in te.."
"Ma sei proprio stronza lo sai?"
"Lo so. Dai però voglio sapere la verità.. Dove hai conosciuta quella li?"
"Chi, Rachel?"
"Si, proprio lei."
Sospirai "È la mia segreteria idiota."
Mi guardò e dopo qualche secondo scoppiò a ridere "Sei uscito con la tua segretaria? Ti prego dimmi che stai scherzando."
"Ma cosa ridi imbecille! Da cosa pensi che sia venuto fuori Tom eh?" smise di ridere. Colpita e affondata.
"Vaffanculo."
"Sempre gentile."
"Buonanotte stronzo."
"Notte." spensi la luce e mi addormentai.
Quattro ore dopo suonò la sveglia, ma Haley non ci pensava nemmeno a spegnerla.
"Haley! Spegni quella sveglia! Voglio dormire!"
Dissi dandole una botta sulla schiena facendola svegliare e facendola alzare dal letto borbottando un vaffanculo.
Non l'ascoltai e mi rimisi a dormire mettendomi il cuscino sopra la testa per non sentire i suoi rumori.
Mi alzai verso le 10, feci una doccia e quando scesi le scale non trovai nessuno.
Non sapevo quando sarebbero partiti o se erano già partiti, ma sinceramente non mi importava. Ora dovevo pensare ad organizzare il compleanno di quella pazzoide e avevo bisogno del ragazzo che la conosceva bene quasi quanto me, perché stavolta, avrebbe potuto avere di nuovo un'occasione con lei se avesse sfruttato il suo potenziale con lei.
Andai a casa di Dylan e quando aprì la porta non gli diedi tempo nemmeno di parlare "Bro, il coglione se ne va."
Rimase sulla porta "Che vuol dire che se ne va? Lo ha mandato via?"
"Nono, o almeno non per ora. Torna a New York per allenarsi bro, questa è la tua occasione!"
"Bro ho promesso a tua sorella che non le avrei più rotto finché non avrebbe deciso." ma perché solo quando sono d'accordo loro non sanno mai fare la cosa giusta?
"Va bene, non farti vedere e non parlarle. Ma almeno puoi aiutarmi con la sua festa di compleanno?" chiesi sapendo, anzi, sperando, che mi avrebbe aiutato.
"È venerdì giusto?"
Annuii "Non posso fare tutto da solo, ho bisogno di qualcuno che la conosca bene, e per quanto non vorrei ammetterlo, tu la conosci meglio di tutti."
Non rispose, forse stava pensando, non lo so, ma avevo bisogno di una risposta ora. Devo fare fin troppe cose in questi giorni e se si rifiutasse di aiutarmi sarei nei casini.
"Ti prego Dylan, lo apprezzerà. Mi puoi aiutare per favore?"
Sospirò "Va bene. Ti aiuto ad organizzare la sua festa di compleanno."
"Lo sapevo che avresti accettato. Però dove possiamo farlo?"
"Qui c'è un appartamento grande e vuoto, si portano i tavoli, da bere e poi ci sono delle stanze al piano di sopra. C'è parecchio spazio. Domani se vuoi chiedo se posso prenotare la per quella sera?"
"Ne sei sicuro?"
"Certo, tu pensa a cosa ci serve e poi ce ne occupiamo."
"Grazie bro. Allora ci vediamo domani." ci scambiamo il nostro saluto e me ne andai.
Ora era il momento di pensare al suo regalo.
Andai alla scuola di danza all'orario indicato da Abby e quando mi vide mi fece entrare nel suo ufficio.
"So cosa vuole. Però costa un bel pò." in questi giorni avevo chiesto ad Abby di aiutarmi per fare un regalo indimenticabile ad Haley per essere sicuro di non sbagliare e lei, come sempre, fu molto disponibile per aiutarmi.
"I soldi non sono un problema penso tu la sappia. Cosa vuole?"
Mi mostrò una pagina di un giornale dove c'erano delle scarpette da danza. Quello che mi sorprese di più però fu il costo "Trecento dollari per un paio di scarpe?"
"Lo so che è tanto per una cosa del genere però penso che sia quello che vuole."
"Va bene. Dove posso trovarle secondo te?"
"Tieni." disse passandomi un post-it con su scritto un indirizzo "Dì che mi conosci, potrebbe farti uno sconto."
"Grazie mille."
"Figurati." uscii dalla scuola essendomi prima assicurato di non essere visto da Haley.
Passai le due ore seguenti a litigare con quel tizio in quel negozio. Si, sconto un cazzo! Abby si era dimenticata di dirmi, o forse non la sapeva, che questo tizio non aveva cosi tanta simpatia per Abby Lee.
Appena gli dissi chi mi mandava fece un sorriso sprezzante e mi fece pagare cinquanta dollari in più del previsto.
Alla fine, capendo che non mi avrebbe fatto pagare meno comprai quelle stupide scarpe e tornai a casa dove trovai Steph in sala a fare avanti e indietro passandosi le mani tra i capelli.
Si fermò appena mi vide, era arrivato il momento di parlarle.
Posai la scatola "Dobbiamo parlare."
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You are my disaster
RomanceDue ragazzi. Due anime semplici ma incasinate. Due ragazzi che non sanno come risolvere i loro problemi. Lei: Stephenie Kene, 19 anni, era la classica principessina viziata ma nei primi anni di liceo tutto cambia e la principessa viziata si colora l...