Capitolo 43

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Steph Pov
Questo era stato l'ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze natalizie. Non vedevo l'ora di partire.
Tutto era pronto per andare a Los Angeles e per andare poi ad Amsterdam con i ragazzi.
Dopo il lavoro controllai per l'ennesima volta la mia valigia.
"Posso entrare?"
"Certo. Dimmi pure."
"Che ne dici se andiamo a cena stasera?"
"Devo chiamare la baby-sitter. Dove vuoi andare?"
"Ti porto a mangiare il sushi."
"Sul serio?" dissi con gli occhi che si illuminavano. Non mi portava mai a mangiare il sushi perché gli faceva schifo, quindi se mi portava o aveva fatto dei casini o voleva qualcosa.
"Sì. Però muoviti prima che cambi idea." chiuse la porta e chiamai la baby-sitter.
Mi preparai in venti minuti e quando la baby-sitter arrivò andammo via.
Mi portò in un ristorante dove il cibo passava su dei rulli e potevi mangiare quello che volevi e pagavi solo venti dollari.
"Io volevo chiederti una cosa già da tempo." disse dopo poco.
"Ecco, mi sembrava troppo bello."
"Che vuoi dire?"
"Tu che mi porti a mangiare il sushi.. È ovvio che c'è qualcosa sotto."
"Non è niente di tanto sconvolgente. Stavo solo aspettando il momento giusto."
"Cosa ti fa credere che ora sia il momento adatto?"
"Beh in realtà non lo credo, è solo che ho questa domanda in testa da troppo tempo, ho bisogno di dirtelo."
"Ti ascolto."
Si alzò e si mise sul divanetto accanto a me prendendomi la mano.
"Ho fatto tutto ciò che potevo fare con te. Io ho bisogno di saperlo. Tu provi ancora qualcosa per me da darmi una nuova possibilità o vuoi che io e te viviamo separati? Perché io non ce la faccio più. Ho bisogno di saperlo."
In realtà mi sono stufata anche io. Aspetto da settimane che faccia una mossa e avevo iniziato a temere che non mi volesse più.
"Io non provo qualcosa per te. Io in sei anni non ho mai smesso di amarti, non ho più voluto nessuno perché aspettavo te. Sono stata da schifo quando stavi con Kate perché pensavo di averti perso e da quando sei arrivato qui non aspettavo altro che dirti ciò che provavo, solo che avevo paura del tuo rifiuto."
"Quindi mi dai un'altra possibilità?"
Annuii "Okay faccio la domanda nel modo giusto questa volta. Diretto e sincero. Come non ho fatto in passato. Vorresti stare con me e mi renderai un uomo felice fidanzandoti ufficialmente con me?"
"Certo. La mia risposta sarà sempre e solo si." mi avvicinai e ci baciammo.
"Di solito non si dice dopo esserci messi insieme, ma io e te non siamo come gli altri.." iniziai io. Mi baciò di nuovo e finì la frase per me "Ti amo anche io." sorrisi e ci baciammo per un po'.
Siamo tornati a casa dopo qualche ora e, come era già successo la prima sera, abbiamo dormito insieme.
Solo che oggi c'era una differenza. La prima volta era solo un bisogno, il bisogno di sentirlo mio anche se non lo era, questa volta invece era mio davvero e non avrei permesso a nessuno di portarmelo via.

Carter Pov
Finalmente ero riuscito a dire ciò che pensavo. So che avrei dovuto farlo prima, so che non avrei dovuto farla soffrire mettendomi con un'altra, ma pensavo di dimenticarla davvero.
Ma lei non era come le altre, lei non poteva passare.
Arrivammo a Los Angeles la sera della vigilia di Natale insieme a mia sorella.
Steph non vedeva suo padre da un po' dato che non aveva più un bel rapporto con lui e con la sua nuova moglie, e Dylan.. Beh, Dylan odia suo padre e non andrà mai fino in Minnesota per vedere sua madre.
Quindi era ovvio che decidessero di passare il Natale con i nostri genitori.
"Ma che nipoti bellissimi ho?" disse mia madre mentre eravamo a tavola.
"Sono i miei geni." rispondemmo io ed Haley all'unisono.
"I soliti modesti. Ma i figli si fanno in due, ricordatevelo sempre."
"Certo. Infatti, per quanto mi riguarda, lei ha messo solo una piccola parte."
Steph si voltò verso di me "Va bene. Allora quando vuoi fare un altro bambino non chiamarmi."
"Sto scherzando." dissi abbracciandola.
Lei si staccò subito ma non lo fece perché era incazzata, lo fece perché ancora non avevamo detto a Luke che eravamo tornati insieme.
Volevamo che fosse una sorpresa, una delle tante sorprese di Natale. Entrambi sapevamo che voleva che tornassimo insieme e io e Steph abbiamo deciso di dirglielo per Natale, quando di sicuro sarebbe stato felice.
"Ragazzi la sistemazione non è proprio il massimo. La prossima volta ci organizzeremo meglio, ma per queste due sere che siete tutti qui dovrete dormire nelle vostre vecchie stanze con i bambini. Scusate tanto."
"Non si preoccupi signora, per me non è un problema." per me invece lo è.
"Non chiamarmi signora! Ogni volta dobbiamo chiarire questa cosa. Mi puoi chiamare Melissa per favore? È anni che ti conosco ormai, non voglio essere chiamata signora e non voglio che tu mi dia del lei."
"Hai ragione. È l'abitudine."
"No, è l'educazione. Quella che Carter non ha mai avuto." disse Haley ridendo.
"Sì, perché infatti tu sei molto educata per commentare vero?"
"Ragazzi! Non avete dieci anni, fatela finita!" intervenne mio padre.
La cena continuò tranquillamente, alle 9 mandammo i ragazzi a dormire e dato che Steph si stava addormentando davanti al film decisi che era ora di andare a dormire anche per noi.
Entrammo nella mia ex stanza e vedemmo Luke steso su tutto il letto.
"E noi dove dormiamo?"
"Per terra."
"Per terra ci dormi tu."
Luke si svegliò, ci guardò e Steph disse "Amore mio, con chi vuoi dormire, con me o con papà?"
Lui ci guardò entrambi "Scusa papà. Ma la mamma mi piace di più."
E poi si rimise giù addormentandosi di nuovo.
Steph mi guardò e alzò il medio "Sai qual'è il bello di avere un figlio maschio?"
"Sentiamo."
"È che amerà sempre e solo me!"
"Riparliamone fra qualche anno. Quando ti porterà in casa una bella biondina non lo penserai più."
"Sei un cretino." disse tirandomi un cuscino "Vai che il tappeto ti aspetta."
"Non ti dimentichi qualcosa?"
"Non con lui qui."
"Allora sei davvero una stronza."
"Ma mi ami lo stesso." e su questo non ho dubbi.
Alla fine dormii sul tappeto, da solo, come un cretino.
La mattina mi svegliò Luke saltandomi addosso urlando "Papà è Natale su, alzati!"
Mi alzai "Steph, alzati su!" dissi tirandole un cuscino.
"Ma sei cretino?" disse lei alzandosi di colpo "Tu non sei normale, fatti curare demente!" continuò alzandosi dal letto.
Sembrava avviarsi verso il bagno ma poi poco dopo sentii una botta sulla testa. Mi voltai e la vidi con il cuscino in mano "Ops."
Luke rideva e Steph andò finalmente in bagno.
"Vado a chiedere scusa a mamma."
"È meglio."
Mi alzai da terra e aprii la porta del bagno "Va via."
"Stavo scherzando."
"E io stavo dormendo. E quando dormo non voglio essere disturbata!"
"Dai, scusa. Mi perdoni?"
"Solo perché è Natale e devo essere buona." sorrisi e l'abbracciai.
"Glielo vuoi dire adesso?"
"Sì. Sarà l'unico momento in cui saremo solo noi e non voglio che lo senta davanti a tutti."
"Dai andiamo su."
La feci uscire e quando vide Luke disse "Tesoro, io e papà dobbiamo dirti una cosa."
"Che succede?"
"Io non ero venuto a New York solo per lavoro e per vedere te. Io ho fatto tanti sacrifici per venire da voi perché volevo creare una famiglia unita. Da quando sono arrivato portavo spesso la mamma fuori, e qualche giorno fa, prima di venire qui se te lo ricordi, siamo usciti di nuovo e ho fatto alla mamma una domanda."
"Cosa le hai detto?"
"Le ho chiesto di tornare insieme a me."
"Cioè?"
"Io e la mamma stiamo insieme. Ci siamo fidanzati."
Lui non reagì come mi aspettavo e Steph si preoccupò "Tesoro se non sei felice di questa cosa diccelo per favore. Perché noi, prima di tutto, vogliamo solo la tua felicità."
"Qual'è il problema? Non ti piacciamo insieme?"
"Si, mi piacete. Sono felice che siete tornati insieme."
"E perché non sei felice allora?"
"Lo sono mamma."
"Non mi pare proprio."
"Amore se non ti sta bene ci lasciamo." la guardai sperando che scherzasse.
"No! Non lasciatevi."
"E allora qual'è il problema?"
"È che papà non mi ha ascoltato quando è arrivato!"
"Di che parli?"
"Ti ho detto che la mamma era mia e tu me l'hai rubata."
Ma che cavolo, mi stavo sentendo male. Se sapevo che era una cazzata del genere non mi sarei preoccupato così tanto.
"Sarò sempre tua tesoro. Tu sei il mio vero amore e non ti sostituirò con nessuno."
Vorrei ridire qualcosa ma evito di fare incazzare uno dei due.
Luke annuì e ci abbracciò "Cercate di durare stavolta però."
Mi staccai e dissi "Okay. Andiamo di sotto prima che invadano la stanza."
Luke corse di sotto e lo seguii ma Steph mi fermò "Sei stato bravo."
"Ho detto solo le cose come stavano. Piuttosto tu."
"Io cosa?"
"Bello l'ultimo discorso che hai fatto."
"Già. Ho detto solo le cose come stavano."
"Quindi il tuo vero amore è un bambino di sei anni?" chiesi sentendomi un po' offeso.
"Non prenderla male Carter, non è quello che intendi."
"Spiegati."
"Quello che intendo è che è mio figlio. L'ho fatto io. È venuto fuori da me. È ovvio che proverò sempre un grande amore per lui, è ovvio che lo ami. Amo entrambi ma in modo diverso. Lui sarà mio per sempre, anche quando starà con un'altra lui sarà mio, mentre tu sei mio ma in maniera diversa. È una questione di geni."
"Sì, forse ho capito."
"Non essere geloso di un bambino, sii geloso di un adulto se proprio devi esserlo."
"C'è qualcuno in particolare?"
"No. Che io sappia no. Se dovesse esserci sarai il primo a saperlo." disse sorridendo.
"Meglio per quel lui che non venga mai a saperlo."
Scosse la testa e iniziò a scendere le scale. Io la seguii e appena arrivammo di sotto Haley disse "Vi siete rimessi insieme e non me lo dite nemmeno?"
Guardai Luke che alzò le spalle come per dire che non era stato lui.
"Sì Dylan, potevi dirglielo!"
"Tu lo sapevi?"
"Lo hai detto a Dylan? Mi hai detto di non dire niente a nessuno e glielo hai detto?"
"Perché non me lo hai detto?"
"Perché Steph non sapeva che lo sapevo. E non avrebbe neanche dovuto saperlo." disse lui guardandomi male.
"Perché? Che sta succedendo?"
"Niente di importante. Haley scusa, ma se tu lo sapevi lo avresti detto a Mackenzie, lei lo avrebbe detto a Luke e la sorpresa sarebbe saltata."
"Non lo avrei mai fatto."
"Si certo, come no."
"Buongiorno ragazzi!" i miei entrarono "Che succede?"
"Vostro figlio è tornato insieme a Steph e non lo ha detto a nessuno."
"Siete tornati insieme? Perché non ce lo hai detto?"
"Oddio basta! L'ho già spiegato. Anche Luke lo ha saputo questa mattina, doveva essere per tutti una sorpresa. Volevamo dirlo oggi a tutti ma siamo stati anticipati. Dovreste essere felici, non dovreste urlarci contro perché non lo avete saputo subito."
"Ma noi siamo felicissimi tesoro. Non aspettavamo altro."
"Già, tua madre soprattutto. Pregava che questa santa ragazza ti desse un'altra opportunità."
"Ma cosa state dicendo? Ma siete deficienti?"
"Carter! Siamo pur sempre i tuoi genitori, non dirci queste parole."
Scossi la testa "Va bene. Ci rinuncio."
"Dai smettila. Sono solo sorpresi Carter." disse Steph prendendomi la mano e stringendola.
Mi calmai un pochino e per questo la ringraziai con lo sguardo.
"Okay ragazzi basta. È Natale e voi due siete tornati insieme. Iniziamo a festeggiare e chiudiamo questo argomento?"
Annuimmo e andammo a prendere i regali dei bambini.
"Carter la mamma ha comprato tutto quello che le abbiamo chiesto?"
"Mi ha detto di sì. Mi ha detto di aver messo tutto nella stanza degli ospiti."
"E allora non ha preso tutto."
"Cosa manca?"
"Le scarpette."
"Che scarpette?"
"Le prime scarpette da ballo che ho utilizzato. Era il regalo da parte mia. E non c'è!"
"Haley calmati. Fai un respiro profondo e ascoltami. Tu sistema qui i regali, mettili in ordine e io vado a cercare le scarpe va bene?"
Lei annuì e io andai nella sua stanza.
Tutti abbiamo delle cose di cui non possiamo fare a meno, e quelle scarpette sono tutto ciò che conta per Haley.
Per non perdere tempo guardai subito sotto il letto.
Tirai fuori uno scatolone e iniziai a cercare. Per fortuna le trovai. Rimisi lo scatolone sotto il letto e tornai nella stanza degli ospiti "Trovate!"
"Grazie grazie grazie!"
"Dai incartale su."
Poco dopo scendemmo le scale e i bimbi avevano già aperto quasi tutti i regali.
"Dai ragazzi grandi, è il momento dei vostri regali."
"Mamma, avevamo detto niente regali."
"Voi ce lo avete fatto e noi pure. Sono sotto l'albero." ci alzammo e sotto l'albero trovammo quattro pacchetti con i nostri nomi.
Io e Dylan avevamo ricevuto due iPhone nuovi, Haley un completo di danza che aspettava da mesi e Steph ci trovò una macchina fotografica e ne rimase molto sorpresa.
"Grazie mille! Non dovevate! Come facevate a saperlo?"
"Una grande fotografa ha solo i migliori attrezzi con sé. Meglio di questa non c'è niente."
"Grazie." disse avvicinandosi a mia madre per abbracciarla.
Sono felice che vadano d'accordo. Mia mamma non è mai andata d'accordo con nessuna delle mie ragazze.
"Luke, Mackenzie. Avete un ultimo regalo a testa. Il nostro personale regalo."
Per fortuna i nostri figli avevano ricevuto i nostri geni.
Mackenzie la danza e Luke il football.
Haley e Dylan, alla figlia, avevano regalato le prime scarpette di Haley mentre a Luke io e Steph avevamo regalato la mia prima maglia della squadra professionista.
Per me quella maglia ha un significato speciale, come le scarpette per Haley, e tutti e quattro vogliamo che i nostri figli seguano le nostre impronte.
Luke e Mackenzie avevano capito fin da subito cosa quei regali volessero dire per noi e sapevamo che non ci avrebbero deluso. Con questi regali, e soprattutto con i nostri geni, non possono deluderci.

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