Capitolo 48

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Haley Pov
Da quando eravamo tornati da Amsterdam le cose erano andate benissimo.
Finalmente avevamo risolto i nostri problemi e ora potevamo finalmente essere quella coppia perfetta che avremmo potuto essere sin dal principio.
A Chicago era andata abbastanza bene e per fortuna quei due non avevano creato problemi.
Appena tornai a casa mi misi subito a lavoro. Avevo lasciato la squadra nelle mani di Lucas durante questa settimana e non vedevo l'ora di rimettermi a lavoro per portare le ragazze a un livello alto.
Questa mattina mi alzai presto, così da poter portare Mackenzie a scuola e da poter andare a lavoro a sistemare le sale.
Dylan e Maddie erano già andati via e noi eravamo in ritardo.
Ero sulla porta con la borsa e le chiavi in mano ad aspettare mia figlia.
"Mackenzie. Muoviti. Non puoi attivare tardi a scuola." lei scese le scale con molta tranquillità e poi prese lo zaino "Mi fai le trecce mamma?"
"Non so se hai capito, ma siamo in ritardo. Non è così vicino a qui la scuola tesoro."
"Mi hai svegliato tardi mamma."
"Certo. È sempre colpa mia. Dai andiamo su." dissi aprendo la porta facendola uscire. Chiusi tutto e salii in macchina.
"E poi ti avevo insegnato a fare le trecce."
"Sì ma io le voglio come le fai tu."
"Tesoro, sei carina anche senza trecce."
"È ovvio. Sono figlia di papà."
"E con questo cosa vorresti dire?" dissi fingendomi offesa.
"Niente. Stavo scherzando mamma."
Misi in moto e ci dirigemmo verso la sua scuola.
Arrivammo giusto in tempo e appena lasciai Mackenzie davanti al portone della scuola suonò la campanella.
"Ciao mamma. A dopo." disse abbracciandomi prima di correre verso la sua classe.
Devo ammettere che forse è davvero colpa mia. I geni non si possono cambiare e sia io che Dylan non abbiamo mai avuto bellissimi rapporti con la scuola. Quando eravamo al liceo insieme eravamo sempre in ritardo. È ovvio che nostra figlia venisse così no?
Scesi gli scalini e tornai alla macchina.
Prima di partire chiamai Dylan per ricordargli della cena di stasera con gli altri.
"Buongiorno."
"Ehi. Ti ricordi della cena di stasera vero?"
"Certo che me lo ricordo."
"Allora, ascoltami. Stasera dobbiamo essere là prima di loro. Rompono sempre perché siamo in ritardo, stasera dobbiamo arrivare per forza prima di loro!"
"A che ora hanno prenotato?"
"Alle 8.30"
"Perfetto. Forse se esci da lavoro alle 5 in due ore ce la fai."
"Sei proprio uno stronzo."
"Sto scherzando. Comunque devi muoverti se vuoi arrivare prima di loro."
"Va bene. Ci provo. Vado a lavoro. Ci sentiamo dopo allora."
"Va bene. Ti amo."
"Anche io." buttai giù e poi partii.
Arrivai davanti alla mia scuola venti minuti dopo.
Aprii e andai negli spogliatoi per cambiarmi e poi presi le foto per preparare la piramide.
Erano passati anni, ma dopo aver passato 20 anni della mia vita vedendo questa cosa ogni settimana il vizio era rimasto.
La porta si aprì ed entrò Lucas "Ehi. Bentornata!"
"Ehi. Grazie."
"Com'è andata?"
"Bene. Tu con le ragazze? Com'è andata?"
"Hanno vinto e lo sai già. Ma se devo essere sincero penso che abbiamo vinto più per fortuna che per bravura."
"Cioè?"
"Erano fuori tempo, hanno sbagliato delle cose tecniche che una ballerina professionista non dovrebbe mai sbagliare e poi gli assoli non sono stati bellissimi da vedere."
Presi le foto e dissi "Okay. Tieni. Forma la piramide."
"Sono onorato." disse mettendosi una mano sul cuore prendendomi in giro.
"E devi anche svelarla tu. Dopo venti lunghi anni con Abby avrai l'onore di essere stronzo per una volta."
"Non vedevo l'ora. Hai un'idea per i pezzi?"
"Sì. Sarà un pezzo per punizione. Sai che non sopporto vincere per fortuna."
"Agli ordini capo!"
"Ti faccio sentire la musica e montiamo qualcosa insieme. Assoli? Posso far fare qualcosa a qualcuno secondo te?"
"Sì. Fallo tu."
"Sei impazzito? È da anni che non faccio un assolo. E poi perché dovrei farlo?"
"Vuoi dare una lezione alle tue allieve? Mostrali cosa vuol dire vincere."
"Per quanto la tua idea possa essere perfetta io ho 25 anni, non competo da quattro anni e forse anche di più, come pensi che io possa essere in grado di competere?"
"Non è una cosa che ti scordi. Hai iniziato a competere a 5 anni e lo hai fatto per 15 anni. Non ci si dimentica così da un giorno all'altro come si vince. Soprattutto se per 15 anni hai solo vinto titoli."
Lo guardai sorpresa. So che forse me ne pentirò ma perché non provarci no? Incrociai le braccia "Va bene. Allora fai un assolo anche tu!"
"Stai scherzando spero."
"No. Abbiamo iniziato a competere insieme e poi lo hai detto tu. Non ci si dimentica come si vince se si è sempre vinto."
"E se facciamo un passo a due?" disse cercando di rimediare.
"No. Te la sei cercata. Vuoi che io competa? Perfetto. Competi anche tu!"
"Ma.."
"Silenzio. Ricordi? Io sono la boss e le decisioni della boss non si cambiano." dissi sorridendo e andando alla reception davanti all'ingresso. Mi ero costruita la trappola da sola e ora non potevo più rinunciare.
Aspettai che arrivasse Janie, la ragazza che sta alla reception ma era in ritardo e al suo posto arrivò Dylan con Maddie.
"Ehi. Hai cinque minuti o devi andare via subito?"
"Certo."
"Maddie stai qui. Torno subito."
Lei annuì e si mise al telefono.
"Dylan mi sono messa in un casino."
"Che hai fatto?"
"Se ti dicessi che domenica competo cosa mi diresti?"
"Ti direi di fare quella canzone super figa che avevamo sentito insieme. Quella sarebbe perfetta."
"Ma mi hai ascoltato?"
"Sì. Mi hai chiesto cosa ti direi se domenica competi. E io ti ho detto di fare quella canzone. Non mi sembra troppo difficile da capire."
"Quindi sei d'accordo?"
"Certo. Fallo finché te la senti. Okay hai detto che il tuo ultimo assolo è stato anni fa, ma finché competere ti fa felice per me puoi farlo anche ogni settimana."
"Sei serio?"
"Serissimo."
"Grazie." dissi baciandolo.
Infondo è così, lui mi ha sempre assecondato per la danza.
Tornai dentro e nel giro di mezz'ora arrivarono le altre ragazze. Io mi misi per terra a sedere davanti a loro e vedendo i loro sguardi confusi spiegai la mia decisione.
Lucas espose la piramide e parlò del pezzo di gruppo, cosa che suscitò un buu collettivo. Mi alzai e dissi "Ora. Parliamo di assoli." gli occhi delle ragazze si illuminarono "Lucas mi ha riferito i vostri disastri e abbiamo preso una decisione. Nessuna di voi avrà assoli per punizione, come il pezzo di gruppo."
"E chi ballerà?"
Io e Lucas ci guardammo e scoprimmo le nostre foto che avevamo messo in cima alla piramide.
"Vedete queste due persone? Queste due persone sono quelle che vi faranno vedere cosa vuol dire essere sempre al top." le ragazze sorrisero e poi applaudirono.
"Ora iniziamo." avevamo deciso di far fare alle ragazze un pezzo di musica classica.
Alle 6 decisi di tornare a casa con le ragazze e feci la doccia.
Dopo essermi lavata mi asciugai i capelli e poi mi vestii.
Misi dei jeans stretti bianchi, una camicia azzurrina e misi gli scarponcini alti neri.
Mi piastrai i capelli, mi truccai e poi scesi le scale.
"Sei pronta?"
"Sì. Se arrivano prima di noi anche oggi ci perdo le speranze."
"Ragazze noi andiamo."
"Non aprite a nessuno e andate a dormire presto."
"Certo capo."
"Maddie hai studiato? Sei che domani vado a parlare con i tuoi professori vero?"
"Sì, certo Haley. Non preoccuparti. Divertitevi." scossi la testa e uscimmo di casa.
Arrivammo al ristorante alle 8.15 e quando un cameriere ci chiese per che nome avevamo prenotato disse che eravamo i primi.
Mi misi sul divanetto e aspettammo i ragazzi che arrivarono venti minuti dopo.
"Ragazzi, siete in ritardo."
"Haley in orario? È successo qualcosa? Ti hanno scambiato con qualcun'altra?" disse mio fratello mettendosi a ridere.
"Mm. Sei sempre uno stronzo Carter."
Ci abbracciammo e ci mettemmo a sedere. Ordinammo e parlammo per un po'. Dissi ai ragazzi della mia gara di domenica e quando arrivò il dolce Carter disse "Ragazzi dobbiamo dirvi una cosa."
Si presero per mano e io dissi "Vi ascoltiamo."
"Io e Steph ci trasferiamo a Long Island."
"A Long Island? E come fate con il lavoro?"
"Non è troppo lontano da qui. Basterà partire un po' prima. Comunque non è questa la cosa importante."
"E qual'è? Ditecelo perché mi state mettendo ansia." dissi passandomi una mano tra i capelli.
Loro si guardarono e Steph prese la parola"Ci sposiamo!" disse mostrando l'anello.
"O mio dio!" mi alzai per abbracciarla "Sono così felice per te."
"Grazie."
"Congratulazioni ragazzi." dopo aver abbracciato Steph andai ad abbracciare mio fratello.
"Sono tanto felice per te. Pensavo che non glielo avresti mai chiesto."
"Ragazza di poca fede."
Mi staccai e dissi "Quando vi sposate?"
"Quest'estate. Dobbiamo sempre organizzare tutto ma su una cosa siamo sicuri. Tu sarai la mia damigella d'onore."
"E tu il mio testimone. Haley spero che non ti dispiaccia ma.." disse mio fratello ma io non lo stavo neanche ascoltando.
"Non vedo l'ora. Sono felice che tu mi abbia scelto."
"Non potrei scegliere nessun'altra."
"Usciamo un attimo?" disse Carter a Dylan.
"Sì. Andiamo a fumare." rispose alzandosi.
Steph si mise al posto di Dylan "Ora devi raccontarmi tutto!"
Lei iniziò a raccontarmi tutto e poi passammo la serata a parlare del matrimonio.
La mattina dopo mi svegliai verso le 10 e dopo essermi lavata e cambiata andai al liceo di Maddie.
Alle 11 ero fuori dalla sala ricevimenti ad aspettare il mio turno.
Aspettai mezz'ora prima di essere chiamata.
"Salve signorina Mason. Io sono il signor Stevens, il professore di Maddie."
"Salve. È un piacere conoscerla." dissi stringendogli la mano e mi invitò a sedermi davanti alla sua scrivania.
"Mi scuso se l'ho voluta qui con così poco preavviso ma era una cosa importante."
"Non si preoccupi. Mi dica pure."
"Non vorrei essere così diretto a dirlo ma non saprei come spiegarlo. Maddie è una ragazza molto intelligente e non l'ho chiamata qui per lamentarmi dei suoi voti ma perché secondo me la ragazza potrebbe avere delle mancanze genitoriali un po' troppo forti per continuare a stare qui." ciò che disse mi spezzò il cuore. Maddie non stava bene qui? Perché non me lo ha detto?
"Signorina Mason, io non metto in dubbio il fatto che lei sia un ottimo tutore per Maddie. Per quello che ho potuto comprendere lei non potrebbe desiderare di meglio. Non so se può capirmi, ma a volte vivere lontano dai propri genitori porta a complicazioni."
Certo che lo capivo.
"Capisco perfettamente la situazione. Quindi cosa pensa che possa fare?"
"Parli con lei. Parli con la madre. Cerchi di vedere come la situazione potrebbe migliorare. È una ragazza intelligente e non può avere problemi adesso, quando tra qualche mese dovrà pensare alla scelta del college."
Annuii "Va bene. Grazie mille per avermi chiamato."
"Si figuri. Grazie a lei. E risolva questa situazione."
"Certo. Le dispiace se la faccio uscire?"
"No, assolutamente no. Prima si risolve la situazione meglio è."
"Grazie mille. Arrivederci." strinsi la mano al professore e aspettai Maddie in macchina.
"Qualsiasi cosa ti abbia detto non crederci." disse subito appena entrò in macchina. Io non risposi e misi in moto la macchina per tornare a casa. Non aprii bocca fino a quando non entrammo in casa.
"Maddie, tu stai bene qui?"
"Benissimo."
"Non ti mancano i tuoi?"
"Mi vuoi mandare via?"
"No. Voglio sapere solo se senti un po' troppo la mancanza dei tuoi."
"Sì, ma neanche troppo."
"Tu sai che non sei obbligata a vivere con me vero? Tu sai che se hai bisogno dei tuoi puoi tornare a Los Angeles subito giusto?"
"Sì, lo so. Ma non capisco perché me lo stai dicendo."
Le dissi ciò che mi aveva detto il suo professore e lei si mise a piangere colpendomi di sorpresa.
"Haley c'è una cosa che devo dirti riguardo a questa cosa. Ma non riguarda i miei. Ti giuro che non li riguarda." disse tra le lacrime.
"E cosa riguarda? Sai che con me puoi parlarne Maddie."
"È vero. Sto avendo problemi a scuola ma non è perché mi mancano i miei. E nemmeno perché ho problemi con voi."
"Stai avendo problemi con lui vero?"
Lei annuì e scoppiò a piangere di nuovo.
"Qual'è il problema? Cosa ti ha fatto?"
"Ricordi il discorso che ho fatto qualche tempo fa con Dylan e che tu hai origliato?"
"Sì. Ci sei stata?"
"No."
"E perché state avendo problemi?"
"Prima di tornare a Los Angeles ho scoperto che mi ha tradito."
La mia testa vorrebbe dirle 'Tradiscilo! Tradiscilo e fallo soffire!' ma non sono più una ragazzina e devo ragionare come ragionerebbe una madre.
Solo che non so bene cosa dirle.
"Haley mi dispiace tanto. Non volevo avere problemi a scuola e non volevo che pensassi che il problema fossi tu. Pensavo che non fosse un problema. Ma stare nella stessa scuola con lui, frequentare gli stessi corsi e passando per i corridoi e sentire le risatine e per sentirmi chiamare troia per quelle stupide voci mi sta facendo impazzire."
"Quali voci?"
"Quando mi ha tradito Carly, la ragazza con cui mi ha tradito, ha messo in giro la voce che io lo abbia tradito con il suo migliore amico."
"Ma tu non l'hai tradito vero?"
"Come faccio a tradirlo se non riesco neanche ad andare avanti con lui?"
"Magari non ce la fai perché non è quello giusto. Se è quello giusto lo capisci. E poi comunque tradire una persona non vuol dire andarci per forza a letto insieme."
"Haley. Ti giuro che non ho fatto niente con nessuno. Sono solo cazzate.
"Va bene. Mi fido Maddie. Ma le cose sono due."
"No. Non ne parlerò a Dylan."
"Invece potrebbe essere la cosa migliore da fare. Dillo anche a lui. Troviamo una soluzione tutti e tre insieme."
"La sua soluzione è picchiarlo."
"In realtà questa è anche la mia soluzione. Ma lui è maturato. Magari ha un'idea diversa dalla mia."
"Non possiamo risolverla insieme?"
"Se fosse per me ti direi di tradirlo a tua volta, ma se già girano queste voce meglio non alimentarle." lei ci pensò e poi annuì sospirando "Va bene. Parlerò con lui."

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