Steph Pov
Un altro mese era passato.
Tra poco è Natale e non so se essere felice o triste.
Sono quasi al quinto mese di gravidanza e non sono ancora riuscita a trovare la coppia giusta a cui dare in adozione mio figlio.
Certo, il fatto di non sapere ancora il sesso non aiuta per niente e spero che alla prossima ecografia possa saperlo così da poter trovare qualcuno.
Con Carter sembra che i rapporti si siano chiusi del tutto e ne sono parzialmente felice.
Ogni tanto mi chiama ma, come ogni volta, non riceve risposta.
Con Haley invece, parlo tantissimo e sa che Tom mi sta aiutando con gli studi e per altre cose, e i rapporti tra loro stanno migliorando.
Una sera infatti, mentre stavo parlando con lei su Skype lui è arrivato e si sono parlati.
Appena Haley lo ha visto, nonostante accanto a lei ci fosse Dylan, gli ha chiesto scusa.
Dopo aver parlato per un pò si sono chiariti e stanno lavorando sul tornare amici e io non posso essere più felice di così. In questo momento ho bisogno di più sostegno possibile e sapere che i miei due migliori amici stanno riappianando i loro rapporti per me mi fa stare bene e mi fa sentire al sicuro.
Poi, sono certa che a Tom, dopo avermi visto così, non passerà mai più l'idea in testa di provarci con me e mi sta bene, anzi benissimo.
Mancava una settimana a Natale, domani avrei avuto un ecografia e dovevo chiedere a Tom di accompagnarmi.
Ero in videochat con Haley da un po' quando mi chiese che programmi avevo per Natale.
"Sinceramente non lo so. Non ho voglia di andare a Chicago, penso che rimarrò qui."
"Perché invece non vieni a Los Angeles? Perché non vieni da noi?" lì si aggiunse Dylan che si passò una mano tra i capelli "Già. Ti potrebbe far bene stare qui."
"Grazie ragazzi ma preferisco stare qui. Non ho più visto i tuoi da quando sono sparita da Los Angeles e dato che ci sarà di sicuro Carter non voglio affrontarlo."
"Carter non ci sarà Steph."
"È lo stesso. Mi sentirei a disagio ugualmente. Perché non venite qui voi invece?"
"Sai com'è mia madre. Vuole che in famiglia stiamo tutti insieme."
"Ma se Carter non c'è."
"No, in realtà Carter c'è. Era solo una scusa per farti venire."
"Hai rovinato tutto, l'avevo quasi convinta!" disse lei guardando Dylan offesa.
"In realtà no ma se sei convinta." mi misi a ridere e dissi "Ragazzi davvero siete gentilissimi ma preferisco stare qui. Ora devo andare a studiare, ci sentiamo domani."
"Pensaci almeno."
"Va bene." ma sa anche lei che non ci andrò.
Spensi il computer e presi il libro di letteratura.
Studiai fino a tardi e quando la mattina mi svegliai ero sfatta.
Presi i miei leggins neri, misi una felpa due taglie più grandi di me, mi truccai e poi uscii di casa.
Le ore di lezione furono stressanti e al corso di matematica mi addormentai pure.
Quando la mattinata di lezione finì mi diressi fuori sapendo che Tom mi stava aspettando e quando lo vidi era con una bionda. La stessa bionda che trovo lì tutti i santi giorni e che devo allontanare da lui.
Mi avvicinai a loro e tossii per rivolgere la mia attenzione su di me.
"Ehi piccola, ci hai messo tanto oggi."
"Lo so mi dispiace. Possiamo andare per favore?"
"Ma siete davvero sicuri di stare insieme?" chiese la bionda con la sua voce acuta.
"Perché dovremmo mentire?"
"Beh, tanto per iniziare.. Non vi baciate mai."
"Sai, è una relazione segreta. Mio padre non vuole che esca con il quarterback del college. E in ogni caso mi da parecchio fastidio vederti qui ogni giorno, a flirtare con lui!"
La bionda alzò le spalle ed io entrai in macchina seguita da Tom.
Per strada sentivo il suo sguardo fisso su di me "Che vuoi?"
"Niente. È che sembravi davvero gelosa."
"Mento bene."
"Se ne sei convinta." decisi di non rispondere e di essergli superiore.
Quando arrivammo in ospedale toccò subito a me.
Mi sdraiai sul lettino. Ero ansiosa. Ansiosa per cosa poi?
"Vuole sapere il sesso?"
"Sì."
"E lei?" chiese rivolto a Tom.
Questo tipo era convinto che lui fosse il mio fidanzato e Tom glielo faceva credere.
"Certo."
"Congratulazioni signorina Kene. È un maschio."
Il cuore iniziò a battere. Ma perché? Io non dovrei essere felice.
Sorrisi e finita la visita Tom mi riaccompagnò a casa.
Mi misi al computer e scrissi a tutti coloro che avevo cercato per l'adozione.
La maggior parte si aspettava una femmina e quindi aveva rifiutato.
Ma io mi chiedevo. Se non puoi avere figli, che senso ha volere più una femmina o un maschio? Per ciò che penso si dovrebbero solo ritenere fortunati se hanno questa possibilità.
Mi rispose solo una coppia e mi chiese se potevamo avere un appuntamento.
L'unico problema è che volevano conoscere sia me sia il padre.
Solo che io e il padre non ci vediamo e non ci parliamo da cinque mesi.
Mi misi a mangiarmi le unghie "Che vuoi da mangiare?"
E poi mi venne l'idea geniale.
Tom. Tom poteva fingere benissimo di essere il mio fidanzato, lo faceva sempre.
"Ehii" disse passandomi una mano davanti agli occhi "Si scusa. Comunque decidi tu."
Tornò in cucina voltandosi ogni tanto per guardarmi.
Scrissi ad Haley per avere la sua opinione e rispose subito.
Secondo lei avrei dovuto chiedergli di essere lì con me ma non di farlo fingere, e mi scrisse anche di chiamare Carter.
Poi mandò un altro messaggio dove scrisse comunque di prendere la decisione giusta.
"Ehi Tom. Devo chiederti un favore."
"Sentiamo."
"Ho trovato una coppia per il bambino e mi hanno chiesto di incontrarci."
"È fantastico. E io che c'entro?"
"Ecco.. Queste persone vogliono conoscere anche colui che è il padre, e gli ho risposto che va bene. Solo che come sai lui non c'è e mi stavo chiedendo se.."
"No Steph. Non fingerò di essere il padre." disse lui senza farmi finire nemmeno il discorso.
"Perché no? Io lo sto facendo per te all'università, perché non puoi farlo anche tu? Sarà solo per una volta." lui scosse la testa.
"Steph non stiamo parlando di una stronzata qualsiasi. Qui si sta parlando di mentire ai futuri genitori di tuo figlio! Anche se dicessi di sì quando lui diventerà grande e vi vorrà conoscere cosa gli dirai?"
"Per favore Tom."
"Perché non chiami Carter? È lui il vero padre. Dovresti parlarne con lui."
"Sai che non ce la faccio. Per favore Tom. Hai finto fino a qualche ora fa di essere il mio fidanzato, che ti costa farlo anche domani?"
"È una cosa diversa."
"Per favore. Sto malissimo e tu sei l'unico che mi sta aiutando. Per favore." non volevo sembrare disperata però purtroppo lo ero davvero e avevo bisogno del suo sostegno.
"Va bene. A una condizione."
"Tutto ciò che vuoi."
"Vieni a Miami con me."
"Scordatelo."
"Perché no? Io faccio questa cosa per te e tu fai questa cosa per me."
"Non voglio farmi vedere dai tuoi in queste condizioni. Soprattutto da tua madre." lui si grattò il collo "Glielo hai detto?" dissi urlando.
"No. Non avevo intenzione di farlo. Solo che quando sei venuta a casa l'altro giorno ero in videochat con lei e.. Beh, ti ha vista."
"Beh, maggior ragione per non venire."
"Steph ascolta. Ti ha invitato lei. È da tanto che non ti vede e vuole vederti. Le piaci da morire e quando me lo ha chiesto non ho potuto dirle di no. Per favore. Almeno pensaci."
"Non voglio fare brutte figure."
"Non le farai. Te lo assicuro."
"Va bene. Facciamo questo sacrificio."
Mi abbracciò soddisfatto.
Il giorno dopo ero veramente in ansia. Avevo pensato tutta la notte a ciò che mi avevano detto Haley e Tom, e solo quando stavo sistemando la casa prima dell'arrivo della coppia presi una decisione.
Mandai un messaggio ad Haley e quando arrivò Tom gli dissi che avevo cambiato idea.
"Hai ragione. Non posso dire stronzate. Almeno una cosa giusta con lui la devo fare."
Lui sorrise e mi abbracciò "Sapevo che ci avresti ragionato."
"Devi rimanere ugualmente però."
"Tutto ciò che vuoi."
Alle tre e mezza suonarono il campanello.
Quando aprii la porta mi ritrovai davanti a una coppia che avrà avuto più o meno una trentina d'anni.
"Sei Stephenie vero?"
"Sì."
"Noi siamo Anne e George."
"È un piacere conoscervi. Entrate pure."
Mi feci da parte per farli entrare e in quel momento arrivò anche Tom che mi prese inaspettatamente la mano.
"Lui è Tom. Tom loro sono i signori Miller."
"Ti prego. Chiamateci Anne e George."
"Accomodatevi pure."
Ci sedemmo tutti sui due divani del salotto e Anne disse "Quindi tu sei il fidanzato."
Presi un respiro "In realtà no. Mi dispiace veramente tanto di non averlo detto prima ma.. Non so forse mi vergognavo un po' per la situazione. Io e il padre abbiamo avuto dei piccoli problemi e non stiamo più insieme. Però ovviamente sa tutto dell'adozione."
Loro si guardarono ed Anne sorrise dolcemente.
"Non preoccuparti tesoro. Lo avevamo immaginato. È che quando abbiamo visto questo" disse indicando le nostre mani incrociate "abbiamo pensato che ci fossimo sbagliati."
"No. Lei è una delle persone più importanti per me e sono qui con lei perché so che aveva bisogno della mia presenza, non perché stiamo insieme." rispose però lui al posto mio facendomi sorridere e arrossire.
Parlammo per un po' di cosa sarebbe successo dopo il mio parto.
Anne mi fece parecchi complimenti per come stavo affrontando la situazione, io gli mostrai tutte le ecografie e ci accordammo che mi avrebbe mandato una sua foto ogni anno per vedere come veniva su e, se volevo, avrei potuto scrivergli una lettera per far sì che mi conoscesse in futuro.
Anne ha chiarito subito che appena il bambino sarà abbastanza grande gli dirà che è stato adottato e se mi vorrà conoscere glielo lasceranno fare.
"Se non ti dispiace tesoro avresti una foto del ragazzo?"
"Sì. Credo di averla sul telefono."
Presi il mio IPhone ed entrai nella galleria. Mentre cercavo lei mi disse "Non è per essere invadente, è solo che tu sei una bellissima ragazza e vorrei vedere com'è lui."
Stupendo, avrei voluto dirle, ma mi sono trattenuta.
Trovai una sua foto intera e gliela mostrai.
"Wow. Sono sicura al cento per cento che con dei genitori così possa venire solo meraviglioso." sorrisi perché sapevo che se sarebbe venuto come lui sarebbe venuto su alla perfezione.
Dopo aver parlato per un'altra ora Anne e George si ritirarono e mi venne quasi da piangere.
"Stai bene?"
"Sì. Ho fatto la scelta giusta per quanto riguarda il suo futuro. Ne sono certa." dissi più a me stessa che a lui.
Andai a fare la valigia e andai a dormire.
Quando arrivammo a casa dei genitori di Tom a Miami il giorno dopo ad accoglierci c'era sua mamma.
"Stephenie, tesoro. Come stai?"
"Direi bene. Lei come sta invece signora Ryder?"
"Tesoro io mi chiamo Martha e voglio essere chiamata così!"
Sorrisi. Adoro sua madre "Allora, come è andato il viaggio ragazzi?"
"Bene. Se Tom fosse stato zitto sarebbe andato meglio."
"Dai venite. Vi stavamo aspettando. Non vedono l'ora di conoscerti."
Mi fermai all'istante. Quanta gente aveva invitato? Guardai Tom che sembrava più confuso di me "Di che stai parlando mamma? Non dovremmo essere solo noi quattro?"
"No. Quest'anno abbiamo riunito tutta la famiglia."
"C'è anche lei quindi?" lei chi?
"Sì."
"Hai presentato Steph come ti ho chiesto vero?"
"Certo. Dai entriamo adesso."
Aspettai che sua madre entrasse in casa e mi girai verso di lui "Come mi doveva presentare?"
"Come la mia fidanzata."
"Che cosa?"
"Dai ormai sei abituata."
"Sì ma non davanti ai tuoi parenti! E poi sono incinta, devo ricordatelo?"
"Non lo noterà nessuno. Ti prego."
"E se ci chiedono di baciarci?"
"Fidati, questo sarà il problema minore da affrontare. Dai andiamo su."
Mi prese la valigia e andammo nella sua stanza "Devo dormire con te?"
"Dormirò sul tappeto se preferisci."
Sfeci la valigia e due ore dopo ero tra una folla di persone che si presentavano e mi facevano domande. A tutti dicevo cazzate inventate sul momento.
Avevo bisogno di un po' di tempo. Andai nella stanza di Tom e per la prima volta dopo 5 mesi composi il numero di Carter.
Risponde la segreteria telefonica..
Aspettai il bip "Ciao Carter sono Steph. Beh volevo solo dirti che ho trovato le persone giuste per il bambino. So che l'idea non ti piace ma lo sto facendo per il suo futuro. Mi dispiace." chiusi la telefonata e feci un respiro profondo.
Tornai di sotto e appena Tom mi vide mi prese per un braccio e mi trascinò verso una ragazza.
"Carl, lei è la mia ragazza Stephenie. Steph lei è Carl.."
"La sua ex fidanzata." disse lei con una voce acuta.
Oh, deve essere questa la tipa di cui parlavano prima Tom e sua madre.
Feci un sorrisetto tirato e parlammo finché non si fece tardi. Tom mi accompagnò nella sua stanza e mi fece stare nel suo letto mentre lui si sdraiò per terra.
"Ho chiamato Carter."
"Che ti ha detto?"
"Non mi ha risposto. Gli ho lasciato un messaggio e gli ho detto tutto quello che doveva sapere."
"Sono fiero di te."
Mi vergogno a chiederglielo ma non voglio stare sola "Perché non vieni nel letto con me?"
"Ne sei sicura?"
"Se non vuoi.."
"Non è questo il problema."
"Allora? Vieni?" si alzò e si accomodò accanto a me sotto le coperte.
"Cosa è successo tra te e Carl?"
"Stavamo insieme al liceo. I suoi genitori sono soci di mio padre, ci conoscevamo da tempo e da un'amicizia siamo finiti a stare insieme."
"Che è successo poi?"
"Io volevo andare a New York e giocare a football, lei voleva fare i servizi fotografici e fare la modella. E da me si aspettava la stessa cosa."
"Ti avrei visto bene a fare il modello."
"Io no invece. Comunque quando le ho detto che mi avevano dato una borsa di studio per il football e che sarei partito mi ha accusato di essere il motivo del suo insuccesso nel campo della moda."
"Perché dovrebbe essere colpa tua?"
"Perché la compagnia con cui lavoravano in quel momento i miei voleva me e lei insieme o io da solo. Lei non era calcolata nell'affare e quando ho scelto il football le hanno tolto il lavoro e mi ha lasciato. E adesso quindi mi odia." mi guardò "A cosa stai pensando?"
"Mi stavo chiedendo perché stai con me e fai queste sceneggiate con me. Penso che tu lo stia facendo solo per pietà." lui mi strinse la mano e mi diede un bacio sulla fronte.
"Non è pietà cogliona. È che ti voglio bene e non voglio lasciarti da sola. Soprattutto adesso."
"Almeno dopo avermi visto così non ci proverai più con me." dissi ridendo.
"Io non ci conterei troppo. Sai che se potessi ci proverei anche ora."
Lo guardai e dal suo sguardo capii che non stava scherzando "Tranquilla. Adesso hai bisogno di me come amico e non farò niente che ti faccia stare male okay?"
"Okay."
STAI LEGGENDO
You are my disaster
RomanceDue ragazzi. Due anime semplici ma incasinate. Due ragazzi che non sanno come risolvere i loro problemi. Lei: Stephenie Kene, 19 anni, era la classica principessina viziata ma nei primi anni di liceo tutto cambia e la principessa viziata si colora l...