Capitolo 40

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Steph Pov
La mattina seguente mi risvegliai nel mio letto. Come ero finita nel mio letto? Ricordo di aver messo il film e di essermi addormentata sul divano poco dopo.
Mi aveva portato qui di sicuro Carter.
Mi appoggiai alla testiera del letto e presi il telefono per vedere che ora era.
Erano le 11.30 quindi decisi di alzarmi. Mi feci una doccia e mi vestii con qualcosa di comodo.
Andai in cucina e notai subito un biglietto sul tavolino 'Siamo andati al campo a giocare a football. Raggiungici.'
Misi il giacchetto di jeans, presi le chiavi e uscii di casa prendendo l'ascensore.
Uscii dal portone principale e mi avviai verso il campo che si trovava dall'altra parte della strada.
Appena arrivai vidi Luke che stava tirando la palla verso Carter.
"Bravo ragazzo! Tutto tuo padre." disse lui fiero. Poi mi vide e mi indicò a Luke "Mamma hai visto come sono bravo?"
"Sei bravissimo tesoro."
"Anche papà giocava come me?"
"Quando ci siamo conosciuti aveva già smesso da tempo di giocare."
"Già." poi si rivolse a Carter "Tranquillo papà, andrò bene a scuola e ti renderò fiero di te." e ora che c'entra la scuola?
"Sarò fiero di te sempre. Dai, vai a fare qualche tiro." lui prese la palla e iniziò a tirarla verso il nulla.
"La scuola?"
"Ieri mi ha chiesto perché avevo smesso. Non potevo dirglielo. Non quando tu non c'eri."
"Non possiamo continuare a mentirgli."
"Mi è preso il panico, non sapevo che dirgli."
"Dobbiamo dirglielo."
"Prima dobbiamo parlare noi due. Stasera andiamo a cena insieme solo noi due."
"Perché?"
"Ricordi che ti ho detto ieri quando mi hai chiesto perché sono qui? Stasera, quando saremo soli, te lo spiegherò."
"Va bene. Chiamo la baby-sitter. Io torno in casa. Non rientrate troppo tardi. Oggi deve fare i compiti."
"È in prima elementare. Che dovrà mai fare?"
"Ricordi la scuola privata che frequenta? Deve iniziare fin da subito a studiare."
"Ecco magari non facciamolo diventare un nerd."
Scossi la testa "Lui un nerd? Non credo proprio. Per quanto riguarda la scuola ha tutti i tuoi geni."
"Mi rende fiero sentirlo." scossi la testa divertita e mi avviai verso il condominio.
Rientrai nell'appartamento e chiamai la baby-sitter che per fortuna mi diede la disponibilità.
Dopo un po' anche i ragazzi rientrarono e dopo pranzo mi chiusi nella mia stanza, che faceva anche da ufficio, e mi misi a lavorare al nuovo articolo.
Mandai un messaggio ad Haley chiedendogli se sapeva che Carter era qui.
Qualche secondo dopo mi arrivò la sua risposta "Davvero? Quello stronzo non mi dice mai niente!"
Risi e continuammo a parlare per un po'.
Lavorai finché non mi resi conto che erano le 6.30. Dovevo iniziare a prepararmi.
Mi chiusi in bagno e mi feci una doccia.
Misi l'intimo e poi mi asciugai i capelli.
Mi truccai e mi sistemai davanti all'armadio a cercare qualcosa.
Alla fine optai per una gonna nera a vita alta, un top rosa con le spalline e delle scarpe alte nere.
Mi piastrai i capelli e alle 7.45 bussarono alla porta "Perché sei sempre in ritardo?"
Aprii la porta e dissi "Perché per prepararmi ho bisogno del mio tempo."
"E ora sei pronta?"
"Sì." si spostò dalla porta per farmi passare e andai in salotto "Tesoro noi andiamo. Fai il bravo e quando lei ti dice di andare a letto vai senza fare storie, capito?"
"Capito. Divertitevi."
"Anche tu." gli diedi un bacio sulla guancia e io e Carter uscimmo dall'appartamento.
"Dove andiamo?" chiesi quando salimmo entrambi in macchina.
Lui fece spallucce e in silenzio si mise a guidare tra il traffico newyorkese.
Dopo una ventina di minuti Carter parcheggiò e appena scesi di macchina e guardai il nome del ristorante mi venne quasi un tuffo al cuore "Il nostro primo appuntamento?"
"Sì. Non pensavo che lo ricordassi."
"Certo che lo ricordo.. Ma perché?"
"Beh, ho pensato che se vogliamo qualcosa di serio dobbiamo iniziare tutto da capo. Quindi ripartiamo da qui, come quella sera."
"Quindi, come quella sera, guarderai le cameriere che ti girano intorno e ti fanno gli occhi dolci?"
"No. Guarderò una persona sola. Andiamo ora?" annuii e lo seguii all'entrata dove un cameriere ci portò al nostro tavolo.
Nessuno dei due si azzardò a parlare. Solo dopo aver ordinato si decise a parlare "Allora.. Devo assolutamente dirti una cosa."
Oh no "Tu e Kate non vi siete lasciati vero?"
"Cosa?"
"State ancora insieme vero? Ciò che mi hai detto ieri non era vero, giusto?"
"No.. No io e Kate ci siamo lasciati davvero. Oddio, lei non era così d'accordo con questa cosa però è stato meglio così per tutti. Comunque volevo spiegarti perché nelle ultime settimane non facevo venire Luke a Los Angeles."
In quel momento arrivarono i piatti e lui si zittì finché non fummo di nuovo soli.
"Sì, Luke si stava chiedendo di cosa dovessi fare di così tanto importante."
"Allora, in questi ultimi mesi abbiamo avuto molte cose da risolvere in azienda, e una cosa da risolvere era il mio posto di lavoro."
"Tuo padre ti ha licenziato?"
"No, no. Abbiamo discusso parecchio perché io non potevo più vivere a Los Angeles, senza Luke, senza te.. Quindi mi sono messo in contatto con alcune aziende collaboratrici di mio padre qui, a New York." il cuore mi batteva fortissimo "Quindi mi stai dicendo che.." si alzò in piedi.
"Abbiamo raggiunto un accordo, e dall'inizio di ottobre mi trasferirò definitivamente qui a New York."
Adesso l'orgoglio non contava più, non me ne fregava niente di cosa avrebbe capito o di cosa avrebbe pensato. Mi alzai e lo abbracciai saltandogli quasi addosso.
Aspettavo queste parole da 5 anni, e adesso finalmente sono arrivate.
"Ti prego dimmi che non stai scherzando."
"Te lo giuro. Sono qui per questo." mi staccai "Luke sarà felicissimo."
"E tu? Sei felice?"
"Non sono mai stata così felice." dissi non smettendo di sorridere.
Ci rimettemmo a sedere e Carter disse "Luke ti diceva tutto di Kate ma a me non ha mai detto niente di te."
"Non aveva niente di importante da dirti. Luke ha conosciuto solo Christopher, se avesse conosciuto altri ragazzi te lo avrebbe detto subito."
"Quindi tu vuoi dirmi che in questi anni non sei mai stata con nessuno?"
"Non ho detto questo."
"Spiegati."
"Sono stata per qualche mese con un ragazzo ma quando ha conosciuto Luke ci sono stati un po' di problemi."
"Luke non mi ha mai detto niente di questo tipo.. Ci si trovava così bene?"
"No. Il problema principale era questo. Non si piacevano per niente."
"Menomale."
"A Luke piaceva molto Kate.. Me lo diceva sempre.."
"Stai scherzando vero?" chiese ridendo "Luke odiava Kate."
"Ma mi diceva sempre che stava benissimo con lei."
"Lei ci provava. Provava sempre a stargli accanto, a giocare con lui, a farsi piacere.. Ma ogni volta che lei si avvicinava lui diceva 'Tu sei solo la brutta copia di mamma' e lei ci stava sempre male."
"Non vi siete lasciati per questo vero?"
"Beh, Luke ha fatto la sua parte ma no, avevamo altri problemi."
"Mi dispiace."
"Lui pensava che volesse prendere il tuo posto ma lei sapeva che non sarebbe mai stata te. Voleva solo essere accettata da Luke.. Invece tu? Perché vi siete lasciati?"
" 'Tranquillo Rob, mamma sta con te solo per far ingelosire papà. Quando lo scopre lui viene qui e lei ti lascia.'"
Carter iniziò a tossire, non se lo aspettava.
"Poteva dirmelo davvero, sarei arrivato prima."
"Credo che non ti abbia detto niente perché ci siamo lasciati abbastanza presto. Se stavamo ancora insieme te lo avrebbe detto subito e avrebbe fregato anche te."
"È piuttosto furbo."
"Già, chissà da chi ha preso." dissi ironica bevendo un sorso di acqua "Domani devi dirlo a Luke."
"Sarà felicissimo."
"Non solo del trasferimento. Anche dell'incidente." si irrigidì "Perché vuoi che glielo dica?"
"Non voglio mentirgli. Perché non vuoi dirglielo?"
"Potrebbe cambiare opinione su di me e già mi odia perché ti faccio stare male, ci mancherebbe solo che mi odiasse per questa cosa."
"Lui non ti odia e non ti odierà di sicuro per questo. Devi solo dirgli perché è successo. Non è stata colpa tua."
"Lo so ma.."
"Vale la pena dirglielo. Gli servirà solo a capire cosa è importante nella vita. E quello che gli dirai sarà l'insegnamento più vero che potrai dargli."
"Va bene." gli sorrisi e finimmo di cenare.
Dopo aver pagato tornammo a casa. Pagai la baby-sitter e dopo aver chiuso a chiave la porta mi diressi verso la mia stanza ma lui mi prese per il polso e mi fece voltare verso di lui.
"Che c'è?"
"Non hai risposto prima. Beh forse non era una domanda ma non hai detto niente. Possiamo ricominciare?"
È ovvio che vorrei ricominciare ma..
Ma ci pensi anche? Dì si e basta idiota!
Disse la vocina dentro la mia testa "Stavolta facciamole meglio le cose però." e diedi retta alla voce.
"Stavolta sarà tutto diverso, lo giuro.".
Sarà diverso, iniziamo fin da subito. Mi avvicinai a lui e lo baciai prendendolo alla sprovvista.
Mi staccai e aprii la porta della mia stanza. Lui si allontanò e stavolta lo presi io per il polso "Dopo tutto questo mi lasci da sola?"
"Sei sicura?"
"Sicurissima." e sperai di non pentirmene.
La mattina dopo mi svegliai ma non avevo Carter accanto. Era stato tutto un sogno?
"Sì, ho vinto!" sentii urlare.
Mi alzai e vidi la porta della mia stanza aperta. Mi ricordavo di averla chiusa ieri sera.
Mi vestii e andai in salotto.
"Buongiorno." disse una voce dietro di me.
"Mi hai spaventato!"
Rise e mi portò in cucina.
"Scusa se ti ho lasciato da sola, ma se per caso entrava Luke nella stanza e mi chiedeva perché ero lì non sapevo che cazzata inventare."
Allora non me lo sono sognata.. Mi sento meglio.
"Non preoccuparti."
"Noi abbiamo già mangiato, tu cosa vuoi?"
"Che ore sono?"
"Le due."
"Potevate svegliarmi. Comunque niente, non ho fame." lui annuì e poi andò in salotto e dalla reazione di Luke immaginai che gli avesse spento la TV. "Dobbiamo parlare Luke, vieni di là."
Lo vidi spuntare con il broncio e si mise seduto sullo sgabello della cucina.
Ci sedemmo davanti a lui e Carter iniziò a parlare "Luke voglio spiegarti perché sono qui." lui si raddrizzò sullo sgabello e lo ascoltò "Non dovrai più fare avanti e indietro da una città all'altra."
"Vi lasciate del tutto? E con chi vivo?"
"No Luke. Non è questo. Ti ho detto che non dovrai più fare avanti e indietro perché mi trasferisco a New York."
Il volto di Luke si illuminò "Davvero papà?"
"Sì. Da ora in poi lavoro qui. Sei felice?"
"Sono felicissimo." disse andando ad abbracciarlo.
Luke tornò al suo posto e disse "Posso andare ora?"
"No. Luke dobbiamo dirti un'altra cosa. È una cosa molto seria."
"Che vuol dire?"
"Ricordi quando ti ho detto perché non giocavo più a football?" Luke annuì "Beh, non ti ho detto la verità. E ora voglio dirtela."
"Va bene." rispose lui. Speravo davvero che capisse.
Prima che Carter iniziasse a parlare gli presi una mano e gliela strinsi.
"Quando ho compiuto 18 anni, cioè otto anni fa, ero all'ultimo anno di liceo ed ero il capitano della squadra di football. A scuola avevo davvero un po' di problemi ma sono riuscito a risolvere tutto. Avevo ricevuto una borsa di studio per una squadra molto importante, a livello nazionale e molto conosciuta." queste cose sono nuove anche per me e sono felice di sentirle "Sarei dovuto partire a inizio agosto ma non ho potuto farlo."
"Perché?"
"Qualche giorno prima della partenza era il compleanno di zia Haley, compiva 16 anni. I miei genitori le avevano organizzato una festa, ma a nessuno dei due piaceva. Così ho deciso di farle una sorpresa, l'ho portata a un concerto di un ragazzo che conoscevo bene ed era stata una serata perfetta. Ci eravamo divertiti tantissimo ma mentre stavamo tornando a casa una macchina è passata quando c'era il rosso e.."
"Vi hanno preso?"
Lui annuì "E perché non sei partito?"
"Perché a causa di questo incidente.." lui mi guardò, non sapeva come continuare senza spaventarlo troppo.
Cercai le parole giuste "Quando li hanno presi zia Haley si è fatta male al ginocchio e un po' alla spalla, ma papà si è fatto molto, molto male."
"Che ti sei fatto?"
"Sono rimasto in ospedale per molto tempo. Il tempo che ho passato lì l'ho passato, beh come posso dire..?"
"A dormire." dissi io.
"Sì. Dormivo ma non mi svegliavo."
"Che bello!"
"Luke non è bello! È una cosa pericolosa."
"Scusa. Ma se parlavano tu sentivi?"
"No. Non ho sentito niente per quasi due anni, poi Haley mi ha svegliato."
"Perché non ti ha svegliato la mamma come succede nelle favole?"
"Luke, di solito non è la mamma che sveglia il papà. È il contrario." dissi buttandola sull'ironia.
"Comunque no. La mamma l'ho conosciuta qualche mese dopo dal mio risveglio." poi mi guardò "Ma se l'avessi conosciuta prima forse mi avrebbe svegliato lei davvero."
Sorrisi anche se sapevo che non era così. Solo una persona avrebbe potuto svegliarlo, e quella persona era l'unica che in quel momento amava più di qualsiasi cosa al mondo.
"Perché me lo avete detto?"
"Perché vogliamo che tu impari fin da subito che cosa è davvero importante e per cosa bisogna lottare. Io ho lottato per la felicità di mia sorella perché le volevo un bene infinito. Quindi, se mai conoscerai una persona per cui vale la pena lottare, fallo."
Aveva detto delle bellissime parole e spero che Luke capisca.
"Lotteresti per mamma?"
"Sì. Non l'ho fatto quando era il momento e se ne avrò l'opportunità lo farò."
"E tu mamma?"
"Che cosa?"
"Lotteresti per papà?"
E ora che rispondo? Devo dire una bugia o la verità? Guardai Carter "Sì. Lo farei." e dissi la verità.
Lui e Carter continuarono a parlare e io li guardavo. Lo devo ammettere, ho fatto un bellissimo lavoro, in tutti i sensi.

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