Capitolo 25

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Carter Pov
Finire insieme a quella ragazza è stata forse la cosa migliore che mi potesse mai capitare.
Non ero mai stato colpito così tanto da qualcuno.
Quella ragazza in così poco tempo era riuscita ad entrarmi nella testa, e così come ci era entrata non ci è più uscita.
In così poco tempo è riuscita a far sì che il mio stato mentale, che fino a quel momento era stato normale, arrivasse ad essere sotto la norma, o, se possibile, ancora più al di sotto.
Da quando ero riuscito a risolvere i miei problemi con Steph ho avuto meno tempo per occuparmi della festa a sorpresa di mia sorella e al mio posto se ne è occupato Dylan, riuscendo a tenersi lontano da lei come le aveva promesso per parecchi giorni.
Oggi potevo finalmente smettere di preoccuparmi e potevo anche smettere di pensare a quello che facevano quei due pensando un pò a me e alla mia nuova relazione così da poter essere in grado di portarla avanti giorno per giorno.
"Carter. Svegliati su, devi fare la sorpresa a tua sorella."
Aprii gli occhi per guardare la sveglia "È troppo presto per lei Steph."
"Ma non è vero. Dovrà andare a fare lezione no?"
Mi girai dall'altro lato del letto "D'accordo, però lo faremo a modo mio." dissi pensando a quanto l'avrei fatta incazzare.
"A cosa stai pensando?"
Le spiegai cosa avrei fatto e disse "Sei vuoi essere ucciso fai pure ciò che vuoi." si alzò dal letto e appena arrivò alla porta disse "Ho già pensato io ad andare a comprarle la colazione. E all'abbigliamento di stasera. Ora muoviti."
Mi alzai e mi vestii, poi scesi in cucina prendendo un vassoio e la scatola ed entrai nella sua stanza con Steph "Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri alla mia sorellina stronza, tanti auguri a te!"
Haley si alzò con gli occhi mezzi chiusi e con la voce impastata rispose "Vaffanculo Carter, non sei divertente."
"Te lo avevo detto, sei proprio scemo." mi disse Steph dandomi un piccolo schiaffo sulla testa.
Si tirò su la coperta e disse "Dato che mi sei venuto a svegliare, dov'è il cibo?"
"Cazzo ma pensi solo a quello?" annuì sorridendo e le diedi da mangiare.
Se la contraddivo sul cibo mi avrebbe potuto uccidere. Quando finì di mangiare, come le avevo chiesto, Steph uscì dalla stanza.
"Va bene, dato che siamo soli voglio darti il mio regalo."
"Carter dai non ce n'è bisogno.." le passai la scatola e dissi "Non rompere la scatola perché non ne avrai altre."
Mi fece la linguaccia e sciolse il fiocco con molta delicatezza come le avevo chiesto di fare.
Quando vide il regalo mi saltò addosso. Ecco, accidenti a me e a quando faccio la persona gentile.
"Calmati, mi ammazzi così."
"Carter io ti amo! Ma quanto sarai pazzo?"
"Tanto. Ma solo per te nanetta." mi diede un bacio sulla guancia e la misi giù "Grazie Carter, grazie davvero. Ma come hai fatto a sapere quali volevo?"
"Ho i miei aiutanti."
"Grazie." mi abbracciò e scese le scale e vide il regalo di Steph.
Era bravissima, aveva un talento enorme, solo che lei non voleva ammetterlo e non l'avrebbe mai ammesso.
Mi squillò il telefono, Rachel. Che voleva ora?
Risposi "Carter ma dove sei? Tuo padre ti sta cercando da ore."
"Cosa vuole?"
"Vuole sapere perché non sei a lavoro no?"
"Ma oggi è venerdì e.."
"E tu hai preso come giorno libero domani per la festa di stasera, non oggi!"
Rimasi un secondo in silenzio, aveva ragione e se non mi muovevo avrei dovuto fare altre ore extra.
"Cazzo, hai ragione. Si d'accordo, arrivo il prima possibile." chiusi la chiamata e andai velocemente a cambiarmi.
"Dove vai?"
"A lavoro. Ho chiesto il sabato come giorno libero e come una persona idiota ho sbagliato e sono in ritardo. Mi dispiace."
"E di cosa? Sono anche io a lavoro quindi forse è meglio così."
"A che ora dobbiamo essere li?"
"Alle 7.30. Ho chiesto a Abby se potevamo finire prima così ci possiamo cambiare con calma."
"Steph muoviti! Siamo in ritardo." urlò Haley.
"Ma che urli? È qui e ti sente."
"Dai vado. Ci vediamo dopo." ci baciammo e ognuno andò a lavorare.
La giornata lavorativa passò molto lentamente e Rachel non faceva altro che entrare ed uscire dal mio ufficio senza un valido motivo.
Dopo l'ennesima volta che Rachel entrò nel mio ufficio sbottai "Mi devi dire qualcosa per caso?"
"Io? Nono."
"Dai che c'è su."
"Tuo padre vuole parlarti."
Alzai gli occhi al cielo e mentre mi stavo alzando per andare nel suo ufficio lui aprì la porta e disse "Non scomodarti. Rimani pure lì. Signorina Stewart, grazie." Rachel uscì dal mio ufficio rivolgendo un sorriso tirato a mio padre che si mise seduto davanti alla mia scrivania, cosa che feci pure io.
"Che vuoi?"
"Non cambierai mai eh? Sempre con questo carattere."
"Che c'è papà? Cosa ho fatto?"
"Grazie al tuo fantastico carattere non abbiamo chiuso quella trattativa. Spero che tu sia felice."
"E dovrebbe essere colpa mia se quegli idioti non hanno accettato?"
"Di chi vuoi che sia la colpa? Mia non di sicuro Carter!"
"Stai incolpando me? No perché ricordati che l'unico motivo per cui questa azienda non ha più debiti sono io! Io ho salvato l'azienda di famiglia, in cui non volevo nemmeno lavorare, solo per salvarti il culo!"
"Si, vai, continua a fare così e sei licenziato." disse mio padre alzandosi e dicendolo per minacciarmi. Come se mi potesse importare perdere o meno questo lavoro.
Però, che volesse ammetterlo o meno, sapeva benissimo che se mi avesse licenziato l'azienda avrebbe iniziato di nuovo ad avere problemi e che non poteva permetterselo a questo punto.
Era arrivato alla porta, aveva la mano sulla maniglia e si voltò verso di me "Ti prego, non fare casini. Non possiamo permettercelo."
Ovviamente, come immaginavo, non avrebbe mai avuto il coraggio di licenziarmi. Potevo anche rompere qualcosa o prendermi delle ferie così senza dire niente, potevo fare anche cose peggiori, ma non mi avrebbe mai licenziato. Ci avrebbe rimesso lui, e con lui ci avrebbe rimesso anche l'azienda.
Uscii dal lavoro alle 5 e mezza e quando tornai feci una doccia veloce e dopo essermi vestito presi il telefono e lessi i messaggi di Dylan riguardanti la festa. Potrei giurare di non averlo mai visto così in ansia per qualcosa, e se penso che quel qualcosa è una ragazza mi verrebbe quasi da ridere. O forse mi sarebbe venuto da ridere, ormai nemmeno io sono così tanto normale. Gli scrissi di non  preoccuparsi, di non pensarci e che si stava comportando da cretino. Un minuto dopo mi arrivò la sua risposta e non potei fare a meno di ridere.
Quando sentii chiudere la porta di casa bloccai il telefono e andai di sotto.
"Haley fai la doccia e mettiti quello che c'è sul letto."
"Dove andiamo?"
"Tu non preoccuparti, ci penso io." scrollò le spalle, era un pò troppo tranquilla oggi.
Andarono di sopra e quaranta minuti dopo scesero.
"Ora possiamo andare."
Sorrisi e, come ci eravamo organizzati, io portai Haley mentre Steph andò con Alexis.
Feci la strada più lunga per far sì che le ragazze potessero arrivare prima di noi e verso le sette e dieci, ovviamente eravamo in ritardo, arrivammo nel parcheggio dietro il condominio di Dylan.
Il parcheggio era piccolo ed era tutto buio così che lei non si potesse accorgere di dove ci trovavamo.
"Stai attenta perché ci potrebbero essere dei serpenti per terra."
"Vaffanculo Carter, lo sai che ho paura!"
"Cogliona non ci sono serpenti qui." dissi ridendo e spingendola verso la porta del retro che era aperta. Facemmo le scale al buio e anche se gli scalini da fare erano pochi stavo per mandare a quel paese mia sorella che continuava a piagnucolare 'Perché è buio? Non ci sono le luci in questo posto?' e poi con una voce un pò più seria si fermò cercando il mio sguardo tra il buio disse "Vuoi spaventarmi o umiliarmi? C'è una telecamera così potrai prendermi in giro per sempre?"
Scossi la testa ma mi resi conto che con il buio che c'era in quel posto non poteva vedermi e dissi "No. Non sono poi così cattivo. Anche se devo ammettere che mi hai appena dato una bella idea." conclusi sorridendo.
"Sei un'idiota."
"Dai muoviti, siamo già in ritardo." dissi facendola ripartire "Come sempre del resto." aggiunsi a bassa voce pensando di non essere sentito.
"Non saremmo in ritardo se tu mi avessi detto subito dove ci stavamo dirigendo." rispose lei di rimando.
"Fidati, sarai felice di non aver saputo niente."
"Se ci credi tu.." disse continuando a camminare dietro di me.
Quando davanti a me mi ritrovai una porta speravo che fosse quella giusta e che non avessi sbagliato piano.
Aprii la porta e la luce si accese seguita dall'urlo degli invitati. Chiusi la porta dietro di me "Grazie ragazzi, grazie mille."
"Aspetta perché questa è un'idea di tuo fratello e di un'altra persona che per te è molto importante." si guardò intorno.
Dopo qualche minuto passato a girarsi intorno come una cretina feci cenno a Dylan di avvicinarsi e dissi "Non riesci proprio a capire?"
"No." e in quel momento ci fu abbastanza spazio perché riuscisse a vedere.
"Ora hai capito?" dissi mettendole le mani sulle spalle.
"Lo ha fatto davvero?" era felice, mentre mi guardava le brillavano gli occhi.
"Se non lo faceva lo picchiavo." sguardo assassino "Sto scherzando. Si, comunque lo ha fatto davvero. Cosa aspetti ad andare a ringraziarlo?"
Ora le cose erano due, o se ne andava o ci parlava. Speravo più la seconda perché se in questo tempo non era riuscita a capire chi dei due voleva era un bel casino.
Feci un sospiro e chiusi gli occhi, tutto era finito e potevo tornare a concentrarmi sulla mia vita.
"O merda!" aprii gli occhi e Tom stava abbracciando mia sorella mentre Dylan se ne stava lì impalato. Questa non ci voleva proprio.
"Chi cazzo lo ha invitato?" disse poi Dylan quando mia sorella uscì con Tom.
"Dylan ti giuro che non ne sapevo niente."
Dylan stava guardando male Steph pensando che fosse stata lei "Non l'ho chiamato io. Io e lui non parliamo da quando io e il suo migliore amico ci siamo lasciati." rispose mimando le virgolette mentre diceva 'lasciati'. Cosa volevano dire quelle virgolette? C'era qualcosa che io non sapevo per caso? Scossi la testa per concentrarmi sulla situazione "E allora perché cazzo è qui?"
"No la domanda è un'altra. Che cazzo fai te qui? Vai da lei!"
"Ma.."
"Dylan vai. Se non vai ora non vai più." dissi seriamente.
Lui annuì e andò fuori a cercarla.
"Possiamo parlare?"
"Ha a che fare con Tom vero? Pensi davvero che sia stata io ad invitarlo?"
"Cosa? Nono.. Cioè, perché è qui? Come faceva a sapere tutto?"
"Ed io che ne so? E chi ha più parlato con lui? Magari tua sorella ci ha parlato no?"
"Va bene va bene. Lasciamo perdere. Comunque non volevo parlarti di questo."
Mi guardò appoggiando il bicchiere che aveva in mano sul tavolo e dopo qualche secondo disse "Si tratta di Chase per caso?"
"Come hai fatto..?"
"Mi credi stupida per caso? Non vuol dire che se sei stato con ragazze cretine che non capivano niente io sia una di quelle! Capisco cosa vi passa per quella cosa che voi chiamate cervello!"
"Okay adesso calmati, non volevo litigare! Voglio solo parlare."
"D'accordo. Cosa devi dirmi?"
"Perché quando hai detto che vi siete lasciati lo hai detto mimando le virgolette?"
"Perché io e lui non stavamo insieme in quel senso."
"Che vuol dire?"
"Come spiegartelo.." si morse il labbro inferiore "Io e Chase non eravamo una coppia come lo erano tua sorella e Tom, io e Chase eravamo.. Eravamo amici con benefici. Capisci cosa intendo no?"
Ero rimasto un po' spiazzato e mi ci volle qualche secondo per capire le sue parole. Scossi la testa concentrandomi "Amici con benefici? Che vuol dire? Scusa perché non lo capisco."
"Andiamo, sai cosa vuol dire essere amici con benefici."
"Sì, so cosa vuol dire. Però ognuno ha un suo modo di vedere la cosa."
"Sì, hai ragione. Allora, io usavo Chase per non far avvicinare i ragazzi e lui non andava con altre ragazze per non lo so, forse per non farmi soffrire. Ero in un brutto momento quando lui mi ha proposto questa cosa, odiavo qualsiasi ragazzo incontrassi e dovevo tenerli lontani. Io volevo solo divertirmi ma non potevo rischiare di affezzionarmi ad altri ragazzi quindi andavo a letto con Chase."
"Okay, capisco il tuo pensiero. Ma tu ti sei mai resa conto che a quel tipo tu piacevi davvero e che sperava che tu lo trattassi da più di amico?"
"Se devo essere sincera no. Cioè, sapevo di essere importante per lui ma non pensavo così tanto."
"E quando l'avresti capito?"
"Quando me lo ha detto."
"Cioè.. Quando?"
"Quando gli ho detto che mi interessavi tu, cioè prima che partisse per New York, mi ha detto chiaramente che avrebbe voluto davvero stare con me."
"In tutti questi mesi non hai mai capito niente?"
"No. Perché purtroppo non è stato molto fortunato."
"Che intendi dire?"
"Intendo che poco dopo aver fatto questo patto a New York è arrivata tua sorella. E con lei sei arrivato tu, e hai mandato tutti i miei pensieri cattivi contro i ragazzi a farsi fottere." fa un sorriso, ma un sorriso diverso. Non il solito sorriso tirato che faceva ogni santo giorno, questo era un sorriso vero. O era vero o era una grandissima attrice. Poco da dire.
"Sono i miei effetti sulle donne."
Mi arriva una botta sul petto "Prova a fare una cosa del genere a un'altra ragazza quando stai con me che ti uccido." sguardo assassino "Non hai idea di quanto io possa essere cattiva Carter, non ne hai proprio la minima idea."
"Non preoccuparti, non farò niente che possa ferirti. Fidati di me."
"Vorrei sperarlo." l'avvicinai a me e la baciai.

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