Capitolo 32

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Carter Pov
Ancora, dopo ormai quasi un giorno, non riesco a metabolizzare quello che mi è stato detto a Chicago.
Non che ci sia tanto da capire, lei ha tradito il suo ex con il suo migliore amico, un classico. Una cosa che tanto tempo fa ho fatto pure io e non me ne pento. Non me ne pento perché per quella ragazza non provavo niente, se invece lo facessi ora mi sentirei una merda.
Il problema non è stato tanto il fatto del tradimento verso quel ragazzo, è una cosa passata e che non mi interessa. Il vero problema è che lei, quando a New York le avevo fatto capire che non ero pronto per una relazione, lei mi aveva confessato i suoi sentimenti e tre mesi dopo si era presentata a casa mia con un altro ragazzo, che guarda caso era il suo migliore amico.
In più, come se non bastasse, mi ha tenuto all'oscuro del problema di mia sorella.
Okay io lo sapevo già ma pensavo che su di lei, dato che sa che ci tengo, non mi avrebbe mentito.
So che dovrò parlarci, e a quanto pare lo farò anche presto dato che oggi dovrò andare in ospedale con Dylan e di sicuro ci sarà anche lei.
Altro problema da risolvere, se la bambina non è di Dylan di chi dovrei prendere le parti? Di lei o di lui?
Solitamente prenderei le parti di Haley senza nemmeno pensarci, ma stavolta non sono sicuro che sia la decisione giusta.
Questa mattina passai a prendere Dylan e quando entrò in macchina sembrava come perso. Penso di non averlo mai visto così messo male e quasi ho paura di parlargli.
"È tornata a casa dopo gli allenamenti e mi ha detto che Tom era andato a trovarla." disse lui interrompendo il silenzio che si era creato "E quando ha visto Mackenzie e lei gli ha detto che era mia lui le ha ricordato la sera prima del suo compleanno e quindi di provare a fare il test. Non pensavo che glielo facesse fare, pensavo che lei se lo sentisse dentro che era figlia mia, invece no. E ora non sono più così sicuro nemmeno io."
Non sapevo cosa dirgli, mi trovavo in difficoltà ad affrontare un argomento così con lui. Alla fine dissi "Ascolta, fammi parlare con lei. Io credo che lei sia sicura e che voglia solo dimostrare a Tom che per lei conti tu e basta."
"Ma perché non dirmi così? Carter e se non fosse davvero figlia mia? Mi lascerà per lui e non posso ripetere la cosa."
"Lo so."
"Come è andata a Chicago?" chiese provando a pensare ad altro.
"Non troppo bene direi."
"Che è successo?"
"Sono venute fuori cose non troppe carine e non sono più convinto della sua sincerità."
"Ascolta Carter, voi due state bene insieme, tutti hanno fatto delle cazzate e non puoi basare una relazione su delle cose successe in passato."
"Sì, ma in un rapporto essere sinceri è tutto. Se non fosse stato per il suo ex io non avrei mai saputo niente. E poi non penso che tu abbia detto tutto a mia sorella riguardo il tuo passato. Correggimi se sbaglio."
"Tutto quello che ricordo gliel'ho detto."
"E lei? Ti ha detto tutto?" silenzio "Vedi, torna tutto. Tutti abbiamo dei problemi, compresi voi due. Sennò non saremmo qui. E non dire di no perché lo sai anche tu."
"Infatti non ho niente da ridire. Vorrei solo che fosse stata più sicura. Per riaverla ho fatto di tutto, ho rinunciato a tutto. Mi sono sposato perché l'amavo troppo e volevo averla solo per me. E lei non sa se è sicura o meno che la figlia sia mia?"
"Lo so Dylan, è brutta come cosa. Non pensavo nemmeno io che non fosse sicura." dissi sospirando "Vivete ancora insieme o.."
"No. È tornata dai vostri genitori."
"Ha intenzione di lasciarti?"
"Non lo so. Ma le probabilità sono molto alte. E saranno ancora più alte se non è figlia mia. E tu e Steph?"
"Non lo so nemmeno io. Forse se ne andrà appena torneremo dall'ospedale. Dice che non le ho dato  fiducia."
"L'ho vista ieri, non stava per niente bene."
"In che senso?"
"Ogni tanto spariva ed era bianca. Molto bianca. Non è che.."
"Se fosse incinta sarebbe un bel casino."
"Perché non può tornare tutto come prima dell'incidente?"
"Quelli erano bellissimi momenti."
"Non avevamo nessun problema. Ricordi quando facevamo a botte, bevevamo tutte le sere e stavamo con una diversa tutte le sere?"
"Certo che me lo ricordo. Ricordi il giuramento?"
"Niente figli e mogli fino a trent'anni minimo. Solo divertimento."
"E invece guardiamoci ora."
"Dall'incidente è cambiato tutto. Amico mi sentivo veramente di merda."
"Per cosa?"
"Prima del tuo incidente avevamo litigato, non ci siamo nemmeno più parlati. Quando ho saputo dell'incidente stavo davvero male. Il pensiero di perdere un amico che era come un fratello dopo quello che era successo mi ha fatto stare davvero male. Venivo anche in ospedale. Dovevo chiederti scusa. Avevo davvero paura di perdere mio fratello."
"Lo so. Haley diceva spesso che soffrivi per quello che era successo."
"Sai, a volte penso a cosa sarebbe successo se non avessi fatto quell'incidente. Non avrei mai conosciuto tua sorella."
"Prima o poi l'avresti conosciuta per forza. L'unico motivo per cui non l'avevi ancora conosciuta era perché stava sempre con il suo fidanzato del momento."
"Si, ma magari se l'avessi conosciuta come la sorella del mio migliore amico non ci avrei provato."
"Io penso che lo avresti fatto ugualmente." lo guardai serio e feci quella domanda "Te ne sei pentito?"
"No. Se potessi tornare indietro lo rifarei. Rifarei tutto." sembrò pensare qualche secondo "Beh.. Tutto tutto no. O almeno non così presto." in quel momento arrivammo in ospedale.
"È il momento amico. Ricordati che sarò dalla tua parte."
"Grazie." scendemmo di macchina dirigendoci verso l'entrata dell'ospedale. Salimmo al terzo piano e Haley, Alexis, Steph e Tom erano già lì.
Mentre stavo per voltarmi per parlare con Dylan sentii Steph scusarsi con Haley ed entrare in bagno correndo. Non si era nemmeno accorta della mia presenza.
Quando uscì mi vide, era veramente messa male e avevo paura. Non l'avevo mai vista così.
Mi guardò qualche secondo poi tornò da mia sorella.
In quel momento uscì un infermiere con Mackenzie in braccio e fece entrare Tom e Dylan.
Mi avvicinai a Steph e quando ero abbastanza vicino le dissi "Dopo possiamo parlare?"
"Sì. Devo parlarti."
Mi sedetti vicino a lei e venti minuti dopo uscirono i ragazzi.
Dylan mi venne incontro e disse "Amico ho bisogno di parlare con Haley quindi non preoccuparti per me, tu puoi andare via con lei."
"Grazie. Se hai bisogno di qualcosa ci sono." dissi dandogli una pacca sulla spalla.
"Steph, andiamo?"
Lei annuì e si avviò verso l'uscita tenendosi a debita distanza da me.
In macchina regnò il silenzio più assoluto e quando entrammo in casa provai a scusarmi ma lei mi interruppe subito.
"Carter non mi farò troppi problemi, c'è una cosa che devi sapere e ho bisogno di togliermi questo peso adesso."
"Va bene. Ti ascolto."
"Carter sono incinta." panico.
"Sei seria?"
"Sì. Sono seria."
"E come fai a saperlo se siamo tornati ieri da Chicago, per di più senza aver fatto niente?"
"Ma prima qualcosa abbiamo fatto quindi la cosa ha senso."
"Ma tu stavi benissimo e.."
"Sì lo so. Stavo benissimo e non mi sono resa conto di niente. Quando sono tornata qui sono andata da tua sorella, che ora vive dai tuoi genitori, e tua madre mi ha visto stare male e la prima cosa che ha fatto è stata farmi fare il test."
"Quindi mia madre sa tutto?"
"Sì, tua madre lo sa. E lo sanno pure tuo padre e mio padre."
"Quanti test hai fatto?"
"Abbastanza da essere sicura di essere incinta! Dio santo ma mi credi così tanto stupida?"
"No! Era solo una domanda. Niente di più!" ero nel panico più totale. Lei è incinta e non voglio fare più casino del normale.
Non che mi veda così bene come padre, ma la amo e sono disposto anche a fare il padre.
"Non preoccuparti Carter. Ho già pensato a tutto."
"Di cosa stai parlando?"
"Tornerò a New York entro una settimana. Non voglio costringerti a far parte di una vita che non vuoi. Tu non vuoi fare il padre, hai 21 anni, è giusto così. Sono la prima a non essere pronta, non voglio che tu ti porti con te tutto questo peso."
"Stai scherzando spero. Perché? Perché non mi vuoi con te, perché non mi vuoi nella tua vita? Perché non mi vuoi nella vostra vita?" dissi iniziando a urlare "Aspetta. È per quello che è successo a Chicago vero? É perché non mi sono fidato vero?"
"Mi hai ferito Carter. Mi hai ferito davvero tanto."
"Ma io mi fido di te!"
"No! Perché sennò non avresti avuto problemi a fargli male quando ti diceva quelle cose!"
"Lasciami pensare anche alle cose cazzo! Uno sconosciuto, un tuo ex, mi dice delle cose che non ho nemmeno mai sentito da te, posso permettermi di avere qualche ripensamento non credi?"
"Va bene. Vuoi la verità? Vuoi sapere cosa è successo?"
"Sì. Voglio tanto sapere cosa intendeva con tutti quei discorsi. Prima o poi dovrò saperlo no?"
"Va bene." disse poi abbassando il tono di voce "Quando ho conosciuto Evan eravamo ragazzini. Ci siamo incontrati per via dei nostri genitori. Le famiglie ricche frequentano le famiglie ricche, e lo sai anche tu. Comunque, al contrario di loro che si parlavano alle spalle ogni minuto, noi avevamo un bellissimo rapporto. Stavamo bene insieme e alla fine ci siamo messi insieme. Quando mia madre se ne è andata però, le cose sono cambiate. Prima pensavo che eravamo una coppia perfetta, invece aveva lo stesso interesse dei suoi genitori. La gente ha iniziato a parlare, le voci sono arrivate anche ai suoi genitori e di sicuro gli avranno fatto il lavaggio del cervello. Certo, anche io ero cambiata però speravo che rimanesse accanto a me nonostante il casino dei miei." fece una pausa.
"Invece no. Tutto quello che io vedevo come l'amore della mia vita si era trasformato in un incubo. Mi sono tinta i capelli, ho iniziato a vestirmi e a comportarmi diversamente, ma tutto quello che provavo per lui passava sopra ad ogni cazzata che stessi facendo. Ma lui ha smesso di farsi vedere, si teneva sempre a distanza e l'unica persona che mi stava accanto in quel momento era Jay, il suo migliore amico. Giuro che non volevo tradirlo, ero messa male e mi sono fatta trascinare dagli eventi. La cosa è degenerata e quando mi sono resa conto del male che avevo fatto ad Evan avevo chiuso qualsiasi contatto di amicizia o altro con Jay, ma il giorno del diploma Evan mi stava tradendo con un'altra e gli ho detto tutto quello che era successo con Jay facendolo incazzare. Il vero problema però è che alla fine l'unica a starci male davvero ero io. Per questo non sono stata male quando mi hai detto che non volevi relazioni. E quello che c'era tra me e Chase erano soltanto cazzate che lui usava come scusa per farsi notare. Non è mai stato niente di più. Anche quando siamo arrivati qui, tra noi non c'era niente. " fece un sospiro "Non c'è mai stato niente e mai ci sarà. Non ti ho mai tradito, ne prima ne dopo esserci messi insieme. E mai lo farei. Adesso sai la storia ma vorrei che tu avessi avuto fiducia su di me sempre, ma non è così e non posso farci niente."
Aveva ragione. Non le avevo dato fiducia e a Chicago avrei dovuto aspettare di sentire le sue parole.
"Quindi? Mi stai dicendo addio?" le chiesi io dopo qualche minuto di silenzio da parte di entrambi.
"Sì. La mia testa mi dice che è la cosa giusta."
"E il tuo cuore? Quello che ti dice?"
"Di rimanere."
"E perché non lo ascolti?"
"Perché non ce la faccio! Tu non mi hai dato fiducia, perché dovrei rimanere qui?"
"Non farlo per me allora. Hai un lavoro qui e.."
"Non perderò il mio lavoro. Vado a New York con tua sorella e la scuola quindi la perdita del lavoro è fuori questione."
"Per quanto dovete rimanere lì?"
"Loro per qualche settimana, io per un bel pò."
"E il bambino? Sono io il padre no? Non dovresti tenere di conto anche di questo?"
"Non preoccuparti nemmeno di quello. Ho già risolto tutto."
"Che intendi con questo? Vuoi abortire?"
"No. Non farò morire una creatura innocente. Ma non sono pronta, non sono come tua sorella, non ne sono in grado e non ne sarò mai in grado. Ma ci sono tante persone che non possono avere figli e quando avrò trovato le persone adatte lo darò a loro." fece un sospiro "Almeno questa era la mia idea, ma come hai detto tu sarà anche figlio tuo quindi devi decidere con me."
"Perché vuoi darlo via? Nessuno è mai pronto, nemmeno io lo sono, ma diamoci una possibilità."
Non sono pronto a diventare padre ma so anche che se quel bambino farà parte di una nuova famiglia mi sentirò in colpa per tutta la vita.
"Non ce la faccio." disse con le lacrime agli occhi "Non voglio tenere un bambino sapendo di non potercela fare. Non voglio diventare come mia madre."
"Perché devi diventare come lei? Ti  prego, almeno ripensaci!"
"No. Mi dispiace ma ho preso la mia decisione. E se mi vuoi bene, o mi ami, mettiti nei miei panni, pensa a come ti andrebbe la vita con un figlio e accetta la mia scelta. Per favore."
Niente. Non c'è modo di convincerla a farle cambiare idea. Ormai è partita con la sua idea e non cambierà strada.
"Va bene. Fai come ti pare. Cedi nostro figlio, fai come vuoi, ma quando te ne pentirai non venire da me!" le risposi con un tono di voce un pò più alto di come volevo ma il mio pensiero è questo e non lo posso cambiare.
"Addio Carter." rispose lei impassibile mettendo la sua chiave sul tavolo della cucina e uscendo di casa sbattendo la porta.
In quel momento, lei e quella piccola creatura che non vedrò mai in vita mia se ne andarono lasciando un vuoto nella mia vita.

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