Capitolo 44

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Carter Pov
Tutto era pronto, non vedevamo l'ora di arrivare ad Amsterdam.
Avevamo il volo la mattina e saremmo arrivati ad Amsterdam quando là sarebbe stata sera.
Io e Dylan eravamo sulla porta con i nostri bagagli a mano per terra ad aspettare Haley e Steph, che non arrivavano mai.
"Ma quanto ci mettono?"
Feci un sospiro "È colpa della tua fidanzata cretina. Mette in difficoltà tutti. HALEY!" dissi urlando.
Lì spuntarono dalle scale con le valigie in mano "Potevate aiutarci no?"
"Vi dovete muovere! Perdiamo il volo così!"
Haley e Steph si guardarono, posarono le valigie sul bordo delle scale e le spinsero giù provocando un casino immenso.
Guardai Dylan "Perché non le abbiamo trovate normali?"
"Non lo so. È il destino. Abbiamo fatto di sicuro qualcosa di sbagliato in una vita precedente per meritarci queste due."
"Voi non potevate avere di meglio. Noi siamo anche troppo per voi due cretini."
"Sta zitta e muoviti." dissi facendo passare mia sorella per farla uscire.
Mio padre ci accompagnò all'aeroporto e il volo partì in orario.
Furono le ore più lunghe della mia vita.
Quello che volevo fare era dormire, così appena saremmo arrivati avremmo potuto fare un po' di serata, ma quelle due non smettevano mai di parlare.
"Ragazze facciamo così, facciamo cambio di posto okay? Vieni qui Haley, io vengo al tuo posto."
Lei non se lo fece ripetere due volte e cambiammo posto.
Io e Dylan dormimmo per tutto il volo e quando ci svegliammo anche loro stavano dormendo.
"Ragazze, tra poco atterriamo. Svegliatevi."
Loro si svegliarono e Steph disse "Carter, puoi venire qui? Mi da fastidio quando si atterra."
Mi slacciai la cintura e tornai al mio posto.
Le strinsi la mano e lentamente l'aereo atterrò.
Quando l'aereo si fermò del tutto ci alzammo e iniziammo a scendere.
Dopo aver passato i controlli uscimmo dall'aeroporto e cercammo un taxi.
Un taxi si fermò e l'autista ci aiutò a mettere le valigie nel bagagliaio.
Gli dissi il nome dell'hotel e dopo averlo impostato nel navigatore partì.
Venti minuti dopo ci ritrovammo davanti a un bellissimo edificio colorato ed enorme.
Dopo aver fatto il check-in prendemmo l'ascensore dirigendoci alle nostre stanze.
"Okay, ci vediamo tra un'oretta giù nella hall va bene? Tempo di sistemarci e poi andiamo a mangiare."
"Va bene. A dopo."
Io e Steph arrivammo al nostro piano e le diedi la chiave per aprire la porta "Wow. Quanto avete pagato?" disse lei ridendo.
"Neanche troppo. Ti piace?"
"Sì, molto." chiusi la porta "Che facciamo?"
"Direi di sfare le valigie e di fare una doccia. Dopo tutte quelle ore di aereo ci sta."
"Va bene. Allora vai prima tu."
"Sei sicuro?"
"Sì, vai." sorrise ed entrò in bagno.
Uscì mezz'ora dopo e avevo già sistemato tutte le nostre cose.
"Devi chiamare tua madre."
"L'avrà già chiamata Haley."
"Ti vorrei ricordare che con tua madre c'è anche nostro figlio! Non vuoi parlare con lui?"
"Ascolta. Faccio la doccia e poi chiamiamo a casa eh?"
"Sì, muoviti allora." disse spingendomi dentro il bagno.
Feci una doccia veloce, mi vestii e aspettai che lei si asciugasse i capelli.
Presi l'iPhone e tramite facetime chiamai mia madre.
"Perché non hai chiamato subito? Eravamo preoccupati!"
"Ciao anche a te mamma. Comunque scusa."
Lei sospirò e chiamò Luke.
"Ciao tesoro!"
"Ciao mamma, ciao papà! Menomale avete chiamato. La nonna stava per impazzire!"
"È una cosa normale. Stai bene con i nonni e con Kenzie?"
"Sì. Ci lasciano fare cosa vogliamo."
"Non fateli impazzire."
"Va bene."
"Ci sentiamo domani tesoro. Saluta i nonni."
"Okay. Ciaoo!" disse muovendo la manina e chiudendo la chiamata.
"Sei pronta per uscire?"
Lei annuì e uscimmo dalla stanza.
Stranamente i ragazzi erano già di sotto "Oddio, Haley Mason è in orario? Che è successo?"
"Non farei il cretino se fossi in te. Io ti distruggo."
"Ma sta zitta cretina. Andiamo."
Girammo per più di mezz'ora prima di trovare un ristorante.
Dopo aver cenato decidemmo di andare in un pub ma nessuno di noi durò molto. Due ore dopo tornammo in hotel e appena Steph si sdraiò sul letto si addormentò.
Il mio piano era fallito quindi tanto valeva andare a dormire.
La mattina dopo mi alzai tardi, e mi alzai solo perché Steph mi svegliò.
"Carter alzati. Abbiamo da fare!"
"Siamo in vacanza. Non dobbiamo fare niente."
"Invece si. Ho parlato con tua sorella e abbiamo deciso che faremo anche delle visite ad alcuni musei. E inizieremo proprio oggi."
"Ma voi siete per caso impazzite?"
"No. Siamo venuti qui anche per questo. Quindi alzati e cambiati."
Mi misi seduto sul letto e con tanta, tanta calma, mi alzai e iniziai a cambiarmi.
Pranzammo e poi le ragazze decisero di andare a visitare la casa di Anna Frank.
Io e Dylan le seguivamo ma non avevamo il loro stesso interesse.
Infatti dopo aver ascoltato nemmeno metà della storia di quella povera ragazzina, ci prese male e dovemmo uscire per forza.
In quel posto non c'era aria. Mi chiedo come ha fatto a viverci.
Appena fummo fuori dalla casa presi una sigaretta dal pacchetto di Dylan ma non feci in tempo ad accenderla.
"Carter?!" sentii una voce femminile dietro di me. Guardai Dylan che era rimasto bloccato con il pacchetto in mano.
Mi voltai e in meno di un secondo il passato mi travolse.
"London?"
Lei si avvicinò e sembrava avere paura di toccarmi.
Dylan si sbloccò e si avvicinò.
"Dylan." io e lui ci guardammo e in quel momento mi chiesi davvero che cosa avevo sbagliato in vita mia.
"Io.. Oddio ti sei svegliato. Se lo avessi saputo sarei venuta a cercarti e.."
"Tuo fratello lo sapeva. Mi aveva visto."
"Io e mio fratello non ci parliamo da sette anni."
"Mi dispiace, io.." cercai di scusarmi.
"Non preoccuparti. Forse allora era per questo che mi aveva cercato.." disse riflettendo "Comunque è bellissimo rivedervi. Che ci fate qui?"
"Siamo in vacanza. E tu?"
"Ci vivo."
"Davvero? Da quanto?"
"Io.. Scusami Carter. Stavi lì, non ti muovevi, non davi segni di vita. Io ti avevo ferito. Avevo sbagliato tutto con entrambi. Sono venuta in ospedale un sacco di volte, tu non ti svegliavi, ho perso la speranza e sono andata via. Mi dispiace da morire." disse iniziando a piangere, come se avesse aspettato tutti questi anni solo per dirlo.
Le cose tra noi non sono finite così bene ma in questo momento mi sentivo in colpa, era colpa mia se era stata così male e vederla così mi aveva fatto stare male.
"Oi, calmati London, calmati. Va tutto bene."
"Non dovevo perdere la speranza, non dovevo andare via."
L'avvicinai a me e l'abbracciai "Non è colpa tua. Non potevi sapere che mi sarei svegliato."
Lei continuava a piangere e io mi sentivo in difficoltà.
Guardavo Dylan che era rimasto sconvolto come me. E ora che dovevo fare?
Dopo qualche minuto London si staccò e si asciugò le lacrime.
Respirò e cambiò argomento "Siete da soli?"
"In realtà no."
"Dai ragazzi raccontatemi, quando vi ho visto l'ultima volta non vi parlavate più e ora siete insieme." già, chissà come mai non parlavamo più.
Era cambiata del tutto in qualche secondo, e quasi mi sono pentito di averla trattata così bene.
"Le cose sono cambiate."
"Avete risolto davvero tutto?"
"Sì. Le cose sono migliorate, ormai siamo più che fratelli."
"Con chi siete venuti qui?"
"Ragazzi ma dove eravate finiti? Vi siete persi tutto!" la voce di mia sorella mi riportò alla realtà, al motivo per cui io e London avevamo chiuso la nostra relazione. E ora sarebbe stato un casino.
Haley e Steph si avvicinarono e quando London vide Haley la incenerì con lo sguardo.
"Tu.. Che ci fai qui?"
"Sono in vacanza. Tu piuttosto che ci fai qui?"
"Ci vivo. È da molto che non ci vediamo."
"Già. E sai London, ora che ci penso ti devo ringraziare." disse Haley sorprendendo tutti quanti, lei compresa che rispose "Per che cosa?"
Haley sorrise "Se non fosse stato per i tuoi insulti riguardo al mio essere una sorella schifosa, non avrei mai avuto la forza di andare in ospedale e risvegliare mio fratello."
"Lo hai risvegliato tu?"
"Sì. E non sarebbe successo se non fosse stato per te, sul serio."
"Allora, esci ancora con mio fratello o ti ha mollato, di nuovo, per un'altra delle tue migliori amiche, come lei?" chiese indicando Steph, la quale iniziò a capire chi era London.
Haley sorrise "No, in realtà sono anni che non vedo tuo fratello, e se proprio vuoi saperlo sono stata io a mollarlo quella volta."
"Tu chi sei? Non ti ho mai visto prima."
"Oh, io sono Steph. Ma puoi chiedere a tuo fratello. Lui sa perfettamente chi sono." rispose lei con un sorrisetto.
"Come conosci mio fratello? E come conosci me?"
"Studiavamo al college insieme. Era molto simpatico. E ti conosco perché mi hanno parlato molto di te."
"Spero solo cose positive."
"In realtà non molto."
"Ma chi cavolo sei tu per parlare di me in questa maniera?"
"La ragazza di Carter." disse lei sorridendo e io le strinsi la mano.
London guardò le nostre mani intrecciate e il suo entusiasmo per avermi rivisto terminò lì.
Per non rispondere a Steph si concentrò su Haley.
"E tu? Anche tu hai novità?" chiese ironica.
Oh London, hai fatto la domanda sbagliata.
"In realtà sì." alzò la mano e mostrò l'anello.
"Tu ti sei.. Sei sposata?"
"Oh sì."
"E chi è che ti avrebbe sposato?"
Ecco, ora arriva il bello.
"Io. L'ho sposata io." rispose Dylan mettendo un braccio intorno alla sua spalla e al collo.
"Tu hai sposato la piccola stronza malefica?"
"Sì. Forse tu eri la stronza sbagliata." mi venne da ridere e non potei resistere.
"Quindi, fatemi capire. Tu stai con Carter e voi due siete sposati?"
"Sì."
"Ragazzi state scherzando vero? Carter stai scherzando? La regola del 'non voglio stare con nessuno per Haley' valeva solo per me?" poi si avvicinò a Steph "Non per scoraggiarti eh, ma non ti metterà mai al primo posto. Meglio se lo impari subito, potresti soffrirci come ho sofferto io."
"London.."
"E sappiate entrambe che questi due sono i ragazzi più bugiardi del mondo. Ci sarà sempre qualcosa che non saprete, soprattutto tu Haley. Perché non credo che il tuo caro fratello ti abbia detto tutto. E lui gli tiene il gioco. Ti ha mai raccontato perché ci siamo lasciati?"
"Certo che lo sa."
"E sapendo cosa ha fatto hai sposato Dylan? Tu sei pazza."
"Perché è venuto a letto con te quando stavi con mio fratello? Fidati, ha fatto cose peggiori." disse guardando Dylan che abbassò lo sguardo.
Nonostante fossero passati un bel pò di anni dall'accaduto, non ne avevano  più parlato, ma nessuno dei due l'ha dimenticato. Bastava una parola sbagliata e la ferita si riapriva. E, in questo momento la ferita di Haley si stava riaprendo.
Prima che potesse impazzire intervenni io "Ascolta London, noi non siamo venuti qui per incasinarci la vita, siamo venuti qui per divertirci e.."
"Fa male quando il passato ritorna vero? Sai a me è successo proprio oggi. Il senso di colpa per averti lasciato lì è tornato. Okay, forse non se ne è mai andato, ma di sicuro vederti non lo ha fatto scomparire. Fa male Carter, tu non puoi provarlo, ma fa tanto male." lo disse con gli occhi lucidi e con le lacrime agli occhi "Ho aspettato anni per questo momento, continuando a sperare nel tuo risveglio, a ciò che sarebbe successo quando ci saremmo rivisti. Non so se te lo ricordi ma io e te non abbiamo mai chiarito niente riguardo alla nostra relazione. Tu mi hai lasciato solo perché ho dato della stronza ad Haley. Ma il motivo non è solo quello, io lo so. Voglio sapere cosa cazzo è stato a mettere fine alla nostra relazione! Lo devo sapere!"
"Ascolta io.."
"Vai Carter." si voltarono tutti verso Steph "Cosa?"
"Ha ragione lei. Se Evan tornasse affronterei la situazione. E devi farlo anche tu."
"Tu sei davvero d'accordo?"
"Sì. Parlatene. Chiudete una volta per tutte questo problema."
London mi guardava e dissi "Va bene. Risolviamo questa cosa."
I ragazzi ci lasciarono da soli e andammo in un luogo poco affollato.
"Perché ci siamo lasciati?"
"Intanto per iniziare, hai trattato da schifo mia sorella per tutti gli anni che siamo stati insieme. Ma non è solo per questo. London lo sai, avevamo dei problemi. Tu mi hai tradito con il mio migliore amico solo perché ti consideravo poco. Non ti sei fidata di me quando sapevi benissimo che non avrei fatto cazzate. Hai creato casini tra me e Dylan e ti sei convinta che così facendo ti avrei dedicato più tempo. Quindi la domanda te la faccio io. Cosa pensavi di guadagnarci facendo così?"
"Ah non lo so, magari un po' di amore? Non mi degnavi mai di attenzione, era come se non esistessi. Ti sembrava una relazione normale?"
"Forse no, ma tu sei stata con il mio migliore amico. Forse non ti interessava molto la nostra relazione."
"E lei?"
"Lei cosa?"
"Lei ti piace? Stai bene insieme a lei?"
"Sì."
"La vorresti come la madre dei tuoi figli?" mi misi a ridere e lei mi guardò stranita "Lei è già la madre di mio figlio."
Le pupille le stavano per uscire dalle orbite, poi scosse la testa e si mise a ridere "Bella battuta Carter. Tu un figlio. Adesso ci manca solo che arrivi Dylan e dica che ha avuto un figlio da tua sorella."
"Beh, non te lo dirà lui ma è così. Ha una bimba di sei anni e io un bimbo di cinque. E non sto scherzando." dissi guardandola fissa negli occhi "E se non ci credi ho le prove." presi l'iPhone, lo sbloccai, andai nella galleria e le mostrai la foto che avevamo tutti insieme.
Prese il telefono e, capendo che era la verità, me lo ripassò e il suo tono cambiò "È un bel bambino. È tutto te." disse guardando per terra.
"Va tutto bene?"
"No. Non va tutto bene. Avrei dovuto esserci io lì, non lei! Lei non c'entra nulla."
"Non dire così."
"Dove l'hai trovata? Cosa ti è piaciuto così tanto di lei da fartici fare un figlio?"
"A New York. E in realtà il bambino non era programmato, anche perché quando lei lo stava aspettando ci eravamo lasciati. E si, mi piace tanto. Mi piace talmente tanto che mi sono trasferito a New York per lei e mi trasferirei anche in capo al mondo pur di averla accanto. Sto bene con lei e non voglio perderla. Voglio chiudere questa cosa con te per poter iniziare qualcosa con lei e vorrei che tu fossi d'accordo."
Lei prese un respiro profondo, si alzò e disse "Se questo ti rende felice chiuderò questa storia. Ti dimenticherò e andrò avanti come hai fatto tu. Ti auguro di passare una bella vita."
"Anche io te lo auguro." ci abbracciammo e se ne andò.

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