Capitolo 16

149 2 0
                                    

Steph Pov
Haley era tornata ed eravamo nella nostra stanza del campus ad aspettare una chiamata da parte dei nostri genitori.
Il computer era acceso, la webcam funzionava e internet pure.
Stavamo aspettando da un'ora e mezzo e avevamo quasi perso la speranza.
Venti minuti dopo vidi che stava arrivando una chiamata, ma non era mio padre, era Carter.
Haley mi guardò e accettò la chiamata.
Penso che adesso ero rossa ed ero rimasta immobile "Scusate ragazze ma non sanno usare un computer." disse sbadigliando.
Aveva i pantaloni di un pigiama bassi, era senza maglia, aveva i capelli spettinati e aveva gli occhi mezzi chiusi. Okay sto perdendo del tutto la testa, sveglia Steph, sveglia!
Scossi la testa e lui era sempre lì "Carter potevi degnarti di vestirti però!" lo sgridò sua madre.
Noi ci mettemmo a ridere e lui si mise seduto mentre mio padre iniziò a parlare "Allora ragazze, ci abbiamo  pensato.."
"Quindi?"
Si guardarono e suo padre concluse il discorso "Per noi va bene." ci abbracciamo felici "Ascoltate però, ci sono delle condizioni. Haley noi ti mandiamo i soldi e devi spenderli per le cose più importanti e non sempre per i vestiti e poi l'appartamento deve essere vicino al campus. Avete capito ragazze?"
"Sisi, ve lo giuriamo, saremo bravissime e spenderemo i soldi solo per le cose essenziali!" sì, non ci credeva nessuno.
"Mi sono preso la libertà di fare vedere anche ai genitori di Haley gli appartamenti e tutti e tre abbiamo deciso dove vivrete."
"Cioè?"
"Sorpresa. Voi preparate le vostre cose e gli scatoloni. Entro qualche settimana vi trasferite."
Non avevo paura di cosa avevano scelto, gli appartamenti erano tutti belli alla fine, quindi potevamo anche essere d'accordo.
"E per aiutarvi a mettere le cose in ordine quando vi trasferirete Carter avrà dei giorni liberi e verrà a New York." disse il signor Mason.
Carter, che sembrava mezzo addormentato, si svegliò di colpo e si avvicinò al computer "Sul serio?"
"Sì, potrebbero averne bisogno. Non si sa mai. Ma se le ragazze non sono d'accordo.."
"Siamo d'accordissimo!" quando lo dissi diventai rossa e lo notarono tutti. I suoi e mio padre erano sorpresi e guardavano un po' me e un po' lui che sorrideva con quel suo ghigno.
"Okay, ci vediamo a New York. Ciao a tutti." disse Haley chiudendo la chiamata.
"Oddio quanto mi sento cretina Haley."
"Non preoccuparti. Se mia madre non gli avesse detto che doveva chiamare te non si sarebbe nemmeno degnato di  alzarsi. Poi, voglio bene a mio fratello, lo adoro proprio, ma come fa a piacerti?"
"Cosa?"
"Hai capito. Cioè so che è bello e quello che vuoi, ma so che non ti piace solo per quello. Per cosa ti piace?"
"Sinceramente non lo so. Certo l'attrazione c'è stata subito ma non è solo per quello. Quando abbiamo parlato, non lo so, mi è piaciuto subito. So solo questo."
Annuì e cercai di cambiare argomento "Che cosa porti alla semifinale?"
"Sorpresa." disse ridendo "E dato che è una sorpresa e avrò bisogno di tutto il supporto morale possibile ho bisogno che anche la mia migliore amica venga con me."
"Certo, come se tu avessi bisogno di supporto morale.. Ma almeno dimmi di cosa si tratta o se lo hai dedicato a qualcuno."
"Va bene. Porterò Skyfall, e siccome sai abbastanza lascio a te il compito di capire cosa faccio."
Forse avevo capito ma non potevo essere sicura " D'accordo."
Così una settimana dopo eravamo a Miami e Haley aveva ragione, stavolta aveva davvero bisogno di supporto morale.

Carter Pov
La sera della semifinale del concorso ero a casa ed ero curioso di sapere cosa si sarebbe inventata.
Il pezzo che aveva scelto non lo avevo mai visto ma era molto triste e significativo. Quando finì di ballare le chiesero il perché di questa scelta e disse che aveva smesso di ballare e lei rispose "Sì. Avevo smesso per due anni. Quando sono tornata nella mia scuola, Abby mi ha chiesto di ballare un pezzo per mio fratello, che purtroppo in quel momento non era con me, e non c'è stato per molto tempo. Quando sono salita sul palco con questo pezzo la mia intenzione era di rivolgermi a lui. Questo pezzo parla della fine, io ci sono andata vicina, ma lui ci è andato molto più di me, e ho pensato che così sarei stata più vicino a lui."
Ero davvero rimasto senza parole, di sicuro non mi aspettavo niente del genere ma soprattutto non mi aspettavo che mi avesse dedicato un pezzo quando ero in coma.
Si era messa a piangere e volevo farlo anche io, anzi, lo stavo facendo.
In vent'anni di vita non ho mai pianto, mai, questa è la prima volta che lo faccio e mi sembra una cosa così strana.
Non so perché, non so per quale strano motivo ma forse era scontato che la prima volta che avrei pianto sarebbe stato a causa sua.
Che le volessi bene era scontato, ma non pensavo che anche lei tenesse così tanto a me. So che non lo ammetterò mai davvero, soprattutto davanti a lei, ma quella ragazza è come essenziale per me.
I rapporti fra fratello e sorella non sono una cosa semplice per nessuno, la maggior parte dei fratelli si odiano e non si sopportano, e magari all'inizio pensavo anche io queste cose.
Ci sono solo due anni di differenza fra di noi ma quando sei bambino tutti ti adorano, e lo stesso è stato per me, ma quando è arrivata lei mi ha rubato il posto e per anni l'ho odiata, ma quando i miei non stavano a casa perché dovevano lavorare mi toccava badare a lei, e alla fine ho capito che non era così tanto male come pensavo.
Le voglio bene, è una ragazza fantastica ma forse a volte sbaglia per alcune cose, e quelle cose non le porteranno delle cose tante positive.
Comunque non posso parlarle, non posso dirle che mi ha fatto piangere, non ci riuscirei.

You are my disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora