Com'era facile immaginare, non riuscii a chiudere occhio.Cercai più volte di strattonare la catena ma questa rimase ferma al suo posto, la sbarra cui era legata troppo in alto per la mia inutile statura da folletto.
In realtà, anche se Gareth non mi avesse impedito qualsiasi possibilità di fuga, non avrei tentato di scappare in ogni caso: sarebbe stato un suicidio anche solo lasciare quella stanza, senza l'autorità di Gareth come fratello del Reggente a farmi da salvacondotto.
Qualsiasi vampiro si fosse trovato sulla mia strada mi avrebbe immediatamente identificata come Selvatica e uccisa di conseguenza, nel modo più brutale che fosse riuscito ad escogitare. No, fuggire non era una via da prendere in considerazione. Ciò che temevo, persino in quella stanza relativamente sicura, era che un vampiro – Ambrose magari, se avesse cambiato idea su di me, o Gaspar – irrompesse nella camera con il preciso intento di liberare Gareth dalla mia presenza; legata e disarmata, sarei stata una facile preda persino per il più debole di loro.
Così, con quei pensieri poco rassicuranti per la testa, cominciai a cercare tra le cose di Gareth un qualsiasi oggetto appuntito che potessi usare come arma – distruggere il cuore di un vampiro era l'unico modo per ucciderlo, vista la continua e folle rigenerazione delle cellule – e presi a svuotare i cassetti della scrivania.
Rallentai la mia ricerca frenetica solo quando mi ritrovai una foto tra le dita.
Ritraeva Gareth, bellissimo e sorridente, mentre guardava con evidente affetto l'altra figura, una ragazza dai capelli lunghi e neri come ossidiana che guardava l'obiettivo con il suo viso minuto, a forma di cuore. I suoi occhi erano dell'azzurro cupo poco prima del crepuscolo, splendenti di gioia trattenuta.
Dietro la fotografia, soltanto un nome.Elise.
Seppi con assoluta certezza che doveva trattarsi della Compagna di Gareth e che era morta.
E' stato lui a ucciderla?
Incredibilmente, mi rifiutai di crederlo. Elise era stata un Artificio, non c'erano dubbi in proposito; era semplicemente troppo, troppo bella per essere una Selvatica, e raramente i vampiri trattavano con brutalità i loro Artifici. Ma soprattutto, l'espressione di Gareth non lasciava spazio a dubbi sul tipo di legame che avessero condiviso.
Mi attardai ad osservare il volto di Gareth. C'era qualcosa di diverso in lui; l'espressione che era stata catturata nella foto era autentica, nessuna traccia del sorriso sghembo e freddo che troppo spesso faceva mostra di sé sul suo viso. Era un sorriso che ne illuminava gli occhi, che per quanto rossi, non avevano nulla di crudele. Qualsiasi cosa gli fosse capitata dopo lo scatto di quella foto, doveva averlo cambiato profondamente.
Riposi la fotografia nel cassetto, turbata.
Riuscii a trovare un piccolo tagliacarte d'argento e ritenni conclusa la mia ricerca. Non era affilato come un pugnale, ma era comunque meglio di niente.
Per un attimo valutai la possibilità di distendermi sul grande letto. Dormire era fuori questione, ma almeno mi sarei riposata. Sfiorai le coperte blu, soffici come un manto di piume, e nonostante mi fossi impedita di pensarci per tutto il tempo, non riuscii a non domandarmi dove fosse andato.
Forse vagava per la città in compagnia di altri vampiri per cacciare Selvatici, pregustando la possibilità di uccidere che si era negato nella foresta; o magari aveva avuto fretta di raggiungere il letto della sua amante. Dopotutto, il fatto che mi avesse liberata dal condividere con lui quell'aspetto, non voleva dire che comunque non lo condividesse con altre.
Poi, capii.
Deve nutrirsi.La lentezza con la quale fossi giunta ad una conclusione talmente ovvia non era altro che la riprova della mia stanchezza. Mi sfiorai la gola, là dove lui aveva posato le dita per saggiare il battito del mio sangue, ma la mia mano era fredda in confronto alla sua.
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Dies Sanguinis
Vampire[ • Conclusa e in revisione • ] Anno 2204. Quando il Sole è diventato velenoso, gli esseri umani hanno cercato una soluzione nell'ingegneria genetica, mutando il DNA di alcuni soggetti per sopravvivere. La mutazione ha però dato vita a una nuova raz...