C'era qualcosa di affascinante nell'incastro perfetto delle nostre dita, nel modo in cui la mia mano – così piccola e sottile in confronto a quella di Gareth – si perdeva nelle curve della sua, accogliente e calda; persino le efelidi dorate che mi macchiavano non sembravano più imperfezioni, ma un semplice contrappunto alla sua pelle di gesso, resa quasi opalescente dalla luce chiara del mattino.Sapevo che lui mi stava osservando, attendendo paziente una risposta; così cercai di riscuotermi dall'istintiva rigidità con cui il mio corpo aveva accolto la sua richiesta.
«Temo che non ci sia molto da raccontare» mi costrinsi a mormorare, mentre una bruma gelida si condensava nel mio petto, all'altezza del cuore, «E' la stessa storia che sentiresti da qualsiasi Selvatico.»
Lui non parve turbato dalla mia reticenza e si limitò a piegare un poco il capo per avere una migliore visuale sulle mie espressioni.
Un'onda lucida e scura scivolò sulle sue ciglia lunghe, e desiderai alzare la mano per scostargliela dal viso.«Vorrei ascoltarla comunque» replicò, tranquillo.
Lo conoscevo ormai abbastanza da indovinare la fermezza dietro il suo sguardo di granato, la sottile arroganza nell'inclinazione del suo mento.Oh, avrebbe avuto le risposte che voleva, alla fine: lo sapevamo entrambi. Potevo iniziare una schermaglia verbale e sfidare la sua ostinazione, oppure arrendermi in fretta e cedergli quelle verità che ritenevo inoffensive.
Con un lieve sospiro a tradire la mia decisione, mi accomodai meglio contro il tronco ruvido e duro, la stanchezza che scivolava come mercurio fra i muscoli, nelle ossa.
Consapevole della propria vittoria, Gareth sciolse piano la stretta delle nostre mani, ma non vi fu il tempo perché potessi indispettirmene: mi cinse le spalle con un braccio affinché potessi appoggiarmi a lui, per stare più comoda. Poggiai la testa nell'incavo della sua spalla, mansueta, mentre un'oscura gioia si faceva largo nel mio essere, nel respirare il suo profumo, nell'appropriarmi del suo calore.
«Non ricordo molto, in realtà» cominciai, certa che lui potesse sentirmi nonostante il mio tono sommesso, «So che sono nata nei Rifugi di Swansea, in Galles. Rifugi che, come saprai, sono stati distrutti quasi quindici anni fa.»
Sentii il suo respiro spezzarsi fra i miei capelli, probabilmente colpito dalla rivelazione. Mi strinse meglio contro di sé, forse inconsciamente, temendo che rivangare quei ricordi mi avrebbe indotta ad allontanarmi dal suo abbraccio.
E così sarebbe stato, se solo non fossi stata tanto debole; ma vederlo con quell'Artificio aveva scavato più a fondo nei miei sentimenti confusi, grattando via la semplice vanità: volevo che mi trovasse bella, certo. Ma sopra ogni cosa, volevo che le sue attenzioni fossero per me soltanto.«So anche che durante l'attacco dei vampiri fu mio padre a salvarci, guidandoci nelle condutture dell'acqua che irrigavano le colture. Era un ingegnere militare e conosceva i Rifugi meglio di chiunque altro» spiegai con voce impastata dal sonno, ricordando come la stoffa della sua divisa mi avesse sfregato il viso mentre mi portava via, senza guardarsi indietro, «Ci mettemmo in viaggio per cercare di raggiungere i Rifugi di Londra. Viaggiavamo di notte per evitare il Sole, mentre di giorno ci nascondevamo nelle case abbandonate che trovavamo sulla via.»
Una foglia rossa si staccò da un ramo, volteggiando placida fino a poggiarsi sulla camicia bianca di Gareth, in un contrasto che sapeva di sangue e neve.
La raccolsi, saggiandone i bordi seghettati e ammirandone il colore acceso dalle venature più scure, così simile ai suoi occhi.
Uno sposalizio di fuoco e buio, gli ultimi rantoli ardenti di una brace che muore.«Ricordo la cantina polverosa in cui ci nascondemmo e il vecchio violino trovato da mio padre nel ciarpame della casa. Io e la mamma facevamo le piroette mentre lui suonava piano, per non farci scoprire» raccontai, quasi più a me stessa che a lui.
Gareth respirava lieve fra i miei capelli, immobile come una di quelle statue spezzate che ci circondavano, concentrato sulle mie parole.

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Dies Sanguinis
Vampiros[ • Conclusa e in revisione • ] Anno 2204. Quando il Sole è diventato velenoso, gli esseri umani hanno cercato una soluzione nell'ingegneria genetica, mutando il DNA di alcuni soggetti per sopravvivere. La mutazione ha però dato vita a una nuova raz...