Se urli, ti taglio la gola.
La lama a filo piano di un coltello premeva sulla pelle, un monito di fine acciaio che indugiava alla base della mia gola esposta.
La mano che stringeva l'arma possedeva l'immobilità e il distacco di coloro che degli assassinii avevano fatto il proprio mestiere, nessuna esitazione a tradire turbamento.
Inspirai a fondo, inghiottendo i battiti furibondi del mio cuore preso alla sprovvista, e mi concentrai unicamente sulla lama.«Per favore» mormorai piano, docile come avrebbe potuto esserlo un Artificio, «non farmi del male.»
Fu un movimento lieve, un muscolo contratto che si rilassava appena; la mia cheta arrendevolezza convinse l'aggressore ad abbassare un poco il coltello.
Fu abbastanza.Agguantai il polso che stringeva il manico con entrambe le mani, spingendolo verso il basso con tutta la forza del mio peso e infine scartai di lato, torcendogli il braccio.
Era una danza meccanica e familiare, un percorso di movimenti già stabiliti da eseguire con la grazia del rigore; la tensione della lotta e la lucidità di pensiero che s'intrecciavano in una coreografia ripetuta allo sfinimento sui tatami delle palestre, sotto lo sguardo severo di Gabriel.
Riuscii a sbilanciare il mio aggressore abbastanza da sfilargli il coltello, che cadde sul pavimento con un clangore attutito, forse da un tappeto.
Nello stesso istante, le luci della Residenza si spensero e gli Artifici iniziarono a urlare.In una manciata di secondi dovetti scegliere se tuffarmi nella ricerca del coltello oppure fuggire, e alla fine mi lanciai verso la direzione in cui avevo visto svanire Gareth.
Le lunghe e vaporose gonne dell'abito però intralciarono i miei movimenti rendendoli più lenti e goffi, abbastanza perché l'aggressore mi fosse nuovamente alle spalle; riuscì ad afferrarmi il braccio e a strattonarmi indietro, sbattendomi con forza contro una parete e schiacciandomi la trachea con l'avambraccio.
L'impatto strappò l'aria dai miei polmoni, mentre l'urlo elettrico dei nervi si riverberava per tutta la schiena in un'onda di rabbioso dolore.Nonostante il buio mi resi conto che il suo volto era completamente celato da un cappuccio, uno scintillio metallico oltre il tessuto.
Una maschera?Non mi diedi il tempo d'indagare oltre e lo colpii in viso, facendolo barcollare indietro. Un dolore infernale m'investì la mano, perché c'era davvero qualcosa di duro che gli copriva il volto, ma il contraccolpo riuscì a farlo vacillare abbastanza perché potessi aggrapparmi alle sue spalle, infliggendogli una ginocchiata nel basso ventre con tutta la violenza che mi fu dato di raccogliere.
Un rantolo fu soffocato dalla maschera mentre lui si chinava in avanti, scostandosi abbastanza da permettermi ancora una volta la fuga.
Era umano.
Lo seppi senza bisogno di fermarmi a scostare quel cappuccio, con la medesima certezza con cui si avverte il Sole sulla pelle; era umano e mi aveva aggredita comunque.Sollevai la gonna con uno strattone deciso, sentendo i fragili veli che si strappavano tra le dita, e mi tuffai nel salone dove le urla di terrore degli Artifici diventavano più forti.
Una confusione assoluta imperava in quello che poco prima era stato lo scenario di una festa elegante: il fracasso di bicchieri e oggetti infranti si mescolava nel buio assieme ad urla distorte, una pallida luce proveniente dalle finestre che permetteva di afferrare solo vaghi stralci dei volti di coloro che mi passavano accanto, spintonandomi nel tentativo di lasciare la Residenza. Alcuni vampiri avevano ingaggiato una violenta lotta contro le misteriose figure incappucciate, che si muovevano con un'abilità e una sicurezza straordinarie.
Scorsi lame scintillanti catturare il bagliore fioco proveniente dall'esterno, svanendo poi nei corpi impreparati di coloro che erano stati troppo lenti per vederle arrivare.
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Dies Sanguinis
Vampire[ • Conclusa e in revisione • ] Anno 2204. Quando il Sole è diventato velenoso, gli esseri umani hanno cercato una soluzione nell'ingegneria genetica, mutando il DNA di alcuni soggetti per sopravvivere. La mutazione ha però dato vita a una nuova raz...