Petali gialli scivolavano con grazia nel vuoto, frammenti stanchi di rose sfiorite e dal sentore dolcissimo, fluttuando piano nell'aria prima di restituire la propria bellezza alla terra, alla polvere.
Petali gialli per l'oro dei Leinster, e un sopraccielo d'incanto per la donna che i Gotha avevano amato di più.Le dita di Gareth non avevano conosciuto fretta nell'inseguire le linee del mio corpo, senza mai tentare di violare le barriere di tessuto che ci separavano. Si era soffermato su ogni piccolo rilievo, su ogni morbido incavo, adorando con le labbra chiare quei lembi di pelle nuda che gli abiti gli avevano concesso di raggiungere.
Ogni carezza celava in sé la natura infida dei chiodi arrugginiti; un'abrasione sulla pelle e l'infezione che si sparge, profonda, nel sangue.Mi aveva costretto a inghiottire l'impazienza con un piccolo, perfido gioco: ogniqualvolta m'inarcavo contro il suo corpo, spezzata dal desiderio, sollevava quella bocca squisita e crudele, strappandomi una protesta soffocata.
La sua mano era il termine di ogni ribellione; una presa salda attorno ai polsi, trattenuti contro il cuscino.«Mi hai condotto dove volevi», mormorò, con tono cupo e morbido a un tempo, mentre percorreva il rialto della clavicola con baci delicati, «non hai avuto pietà mentre facevi a brandelli le mie intenzioni, i miei sforzi. Perché dovrei averne per te, adesso?»
Il suo respiro caldo che s'infrangeva sulla pelle rendeva impossibile formulare un pensiero coerente; vi rinunciai.
Era strano come la sua vicinanza avesse capovolto ogni prospettiva; se prima avvertivo con dolorosa smania ogni più piccolo contatto con il suo corpo, adesso non c'era consapevolezza più acuta della sua assenza.
Quando sollevava la mano o le labbra, ogni volta che c'era dello spazio intollerabilmente vuoto fra noi, riuscivo a comprendere quanto profonda fosse diventata la mia follia.
Si finisce sempre per sottovalutarli, gli effetti collaterali.
«Non riesci a rispondere?» domandò poi, sollevando lo sguardo. C'era un piccolo petalo fra le onde nere dei suoi capelli, l'unica stilla di colore puro su quel viso fatto di contrasti, dai tratti eleganti, acuti. Aveva ancora la capacità di rubarmi il fiato e la ragione; con le labbra gonfie dei baci che mi aveva dato e le iridi di lucida ossidiana, rendeva liquida ogni mia intenzione. «E' troppo, piccolo demone?» chiese ancora, serio.
«E' troppo poco», risposi, in un soffio.
I suoi occhi si socchiusero.
Lo osservai mentre soppesava quelle parole, valutando se assecondarne la richiesta implicita o lasciarla cadere, inascoltata, fra i petali arresi che ci circondavano.«Troppo poco», ripeté, quasi assicurandosi di aver compreso.
La stretta attorno ai miei polsi si allentò fino a sciogliersi e, per un orribile istante, credetti di averlo indotto ad allontanarsi.
Si scostò un poco, allungandosi verso i rami fioriti del pergolato; dopo un lieve fruscio di foglie tornò a sovrastarmi, il volto in ombra.«Non riesco a capire», considerò piano, mentre si rigirava fra le dita il piccolo grappolo di rose che aveva colto, «se a parlare è la tua audacia, o la semplice incoscienza.»
Nella sua mano, i petali morbidi erano un poco stropicciati, ma comunque splendidi; me li offrì con uno sguardo indecifrabile e io li accettai, pur consapevole che i suoi doni erano sempre avvelenati. Quando ne afferrai lo stelo scuro, attenta a non ferirmi, la mano di Gareth coprì la mia, costringendomi a serrare più forte la presa.
Gemetti quando le spine penetrarono il palmo, sottili e spietate; il dolore s'irradiò tormentoso fra i nervi e nella carne, e solo dopo che le prime lacrime di sangue cominciarono a scivolare fra le mie dita Gareth mi concesse di allentare la presa. Avvertivo soltanto un pulsare feroce mentre le rose cadevano fra noi, profumate e macchiate di carminio.
Sembrava che persino il canto degli uccelli si fosse improvvisamente azzittito per lo stupore.

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Dies Sanguinis
Vampire[ • Conclusa e in revisione • ] Anno 2204. Quando il Sole è diventato velenoso, gli esseri umani hanno cercato una soluzione nell'ingegneria genetica, mutando il DNA di alcuni soggetti per sopravvivere. La mutazione ha però dato vita a una nuova raz...