~10~ Crimini come desideri

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Non posso permetterti di avere potere su di me, mai.

Lo sguardo di Gareth era sottile, lampi di fuoco fra le sue ciglia socchiuse. Aveva ammesso con sconcertante schiettezza di potere provare dell'attaccamento per me, un concetto che sovvertiva completamente la mia idea dei vampiri come creature prive di sentimenti, dedite soltanto alla violenza e ad un edonismo deviato. Ancora una volta aveva avuto ragione Cami credendoli più umani di quanto io non avessi mai fatto, e di quanto ci avessero fatto intendere durante l'addestramento.

Quella possibilità mi sconvolgeva, una nuova consapevolezza che aveva mandato una scossa di adrenalina al mio intero organismo. Non avevo idea di quanto quella connessione di cui parlava potesse avvicinarsi all'affetto, e in ogni caso aveva dichiarato che avrebbe fatto di tutto per impedirne la nascita. Si era dimostrato cinico e calcolatore come lo avevo giudicato durante il nostro primo incontro, l'imperturbabilità e la noncuranza nient'altro che una maschera.

Conosceva le regole del gioco e le piegava alla propria volontà, provvedendo a mettersi al sicuro ed evitando quel morso che ci avrebbe condotti ad un'intimità inevitabile e che reputava pericolosa.

Infine riuscivo a comprendere perché Ambrose fosse stato tanto contrario alla sua scelta.

Inaffidabile, inappropriata, pericolosa.

Alla luce di quanto avevo appena appreso il comportamento di Gareth mi appariva più avventato e arrogante che mai; si fidava talmente tanto del proprio autocontrollo da portare una Selvatica sotto lo stesso tetto del fratello che aveva giurato di difendere, nonostante potessi essere una spia, o nel minore dei mali, una distrazione mortale.
Aveva ammesso di volere il mio sangue, si era persino permesso di sfiorarmi la gola; poi si era ritratto. Con ogni probabilità, nonostante quanto era successo, non mi trovava abbastanza attraente da costituire un pericolo.

Ed io?
Tu puoi proteggerti cercando la compagnia degli Artifici, ma io sarò costretta a legarmi a te, perché il mio corpo ti riconoscerà come la sua unica salvezza.

Eccola, la trappola che Gareth aveva previsto e che si dipanava davanti ai miei occhi, scintillante ed inevitabile come la tela vischiosa di un ragno: continuando a salvarmi dal veleno del Sole si sarebbe assicurato il mio attaccamento, inevitabile per la Comunione del Sangue; lui invece sarebbe rimasto lucido, capace di uccidermi se mi fossi rivelata un problema.

Guardala, Ambrose, lei non mi tradirà.
Non ne avrà la forza.

Mi aveva giudicata debole, già dalla prima volta che ci eravamo incontrati. Ad un certo punto nella foresta, lui mi aveva guardato e aveva visto solo una ragazzina che si sarebbe infatuata di lui abbastanza da non tradirlo mai.
Sorrisi.

«Sei arrogante, Princeps» commentai, accarezzando il suo titolo con la lingua.

Un angolo della sua bocca si alzò, irridente.

«Ambrose sarebbe d'accordo con te» ribatté lui, per nulla toccato dal mio giudizio, «e aggiungerebbe che prima o poi mi si ritorcerà contro. Certamente si sta assicurando che abbia una pena commisurata alle mie recenti mancanze.»

Ricordai la loro conversazione, l'irritazione e il dispetto di Ambrose e la faccia tosta che aveva mantenuto Gareth di fronte al disappunto malcelato del fratello.

«Cos'hai fatto per indispettirlo tanto?»

La sua espressione si fece scura e immaginai che non avrebbe risposto, lasciando cadere l'argomento. Invece, riprese a parlare.

«Per un anno non ho preso parte alle sortite contro i tuoi preziosi Rifugi. Ero uno dei migliori sul campo, ma ero stanco.»

Un fiotto di bile mi bruciò lo stomaco, i muscoli talmente rigidi da dolermi.

Dies SanguinisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora