8:L'uomo misterioso

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I giorni che seguono, di certo non migliorarono la situazione.

Ero come intrappolata in un loop, una routine infinita: colazione, scuola,casa, compiti, cena, letto. Così per un tempo indefinito.

Dalla morte di (n/f/s) mi sono chiusa in me stessa, non voglio vedere nessuno, eppure ho trovato la forza per andare a scuola e sorbirmi i miei amici, compagni e professori che mi facevano le loro più sentite condoglianze, persino la preside che era una cara amica della mia famiglia, non che mi dispiacesse...

Ma a che scopo?

Le loro scuse non mi avrebbero ridato il sorriso perduto.

Le loro scuse non avrebbero risolto le cose .

Le loro scuse non avrebbero riaggiustato il mio cuore andato in frantumi più di una volta.

Le loro scuse non potevano riportare in vita la mia famiglia.

L'unico con cui parlavo era Levi, che ogni volta mi confortava come meglio poteva, facendomi sfogare o semplicemente stando al mio fianco al momento del bisogno.

Mi accompagnava a scuola per poi tornare a casa a fare le pulizie, gli riuscivano bene devo dire, finché non arrivò il giorno del funerale.

La preside Hanji mi aveva aiutato ad organizzare il funerale, insieme alla professoressa di italiano Petra Ral, e il prof di storia Oruo e i miei amici più cari Eren, Armin e Mikasa.

(Giorno del funerale)

Era una fresca giornata d'autunno, il sole era oscurato da nubi che non lasciavano presagire niente di buono.

Ero ancora a casa mia, mi stavo preparando per andare al cimitero.

Indosso un vestito di lana lungo fin sopra al ginocchio nero, un paio di calze nere e degli stivali col tacco, bassi del medesimo colore.

Nero

Forse era l'unico colore capace di trasmettere le emozioni che provavo.

Una volta finito di truccarmi prendo la borsa e il cappotto per poi dirigermi in salotto ad aspettare che i miei amici mi vengano a prendere.
Nel frattempo Levi arriva in sala con due tazze fumanti, nella mia c'è del tè ai frutti di bosco, mentre nel suo tè nero.
Anche lui è vestito elegante: camicia nera, pantaloni e scarpe del medesimo colore.
Mi passa la tazza e io mi gusto quella bevanda che mi riscalda ad ogni sorso.

A risvegliarmi dal mio piccolo momento di relax è Levi

- oi (t/n), tutto bene?- chiede con il suo solito tono apatico.

- mhmh- rispondo solamente.

-vuoi davvero andarci al funerale?-

-mhmh- mugolo in risposta.

Mi prende il mento con due dita e di dice a pochi centimetri

-non devi fingere con me, per qualunque cosa io sono qui-

Faccio 'si' con la testa e con le guance arrossate.

Non ho molta voglia di parlare e lui lo ha capito così mi lascia il viso e ci gustiamo le nostre bevande in religioso silenzio, un silenzio che dice più di mille parole, parole che non riusciremmo a scambiarci neanche sotto tortura, un silenzio rilassante ma anche lugubre.
In effetti ora che ci penso, ogni volta che sto vicino a Levi, avverto una strana sensazione allo stomaco.

Da quando (n/f/s) è morto/a, la casa non è mai stata così silenziosa.
Odio il silenzio ma in un certo senso lo amo... è strano.

A risvegliarmi dai miei pensieri è il suono di un clacson, segno che i miei amici erano arrivati

- è ora di andare- mi dice il corvino alzandosi e tendendomi la mano così che io potessi alzarmi con più facilità.

Una volta alzata, Levi si trasforma in gatto e salta dentro la mia borsa.

Ha insistito tanto affinché venisse anche lui e alla fine mi ha convinto.
Prendo il cappotto nero, chiavi e telefono e mi avvio fuori casa.

[Skip time]

La cerimonia è finita da un pò, i miei amici stanno conversando con i prof mentre io sono ancora qui, che fisso con sguardo perso la bara di mia sorella/fratello che viene abbandonata in quella buca, mentre Levi si struscia sulle mie gambe per farsi notare.

Mi abbasso fino alla sua altezza e gli gratto il mento con fare affettuoso

-grazie per essere qui insieme a me, non ce l'avrei mai fatta senza di te- gli dico con un sorriso forzato sulle labbra e lui miagola in risposta.

Mi alzo e guardo un ultima volta la lapide di mio/a fratello/sorella, mentre una lacrima mi solca il viso, posandosi sulla bara in legno di quercia che custodisce il suo corpo.
Prima che potesse essere seppellita lancio all'interno una rosa bianca.

"Ora sei libero/a"

A risvegliarmi dai miei pensieri fu uno scricchiolio provenire da dietro un albero, dove noto un uomo con in dosso un cappotto lungo e un cappello nero, difficile da riconoscere.

Aveva un aria minacciosa e lugubre.
Lo aveva notato anche Levi, che stava soffiando contro di lui, come per proteggermi.

Lo vidi per alcuni istanti finché non sparì dalla mia vista, lasciando al suo posto una lettera che raccolgo.

Chi era quell'uomo?

Cosa ci faceva qui?

Che cosa voleva?

Tante domande vorticano nella mia testa finché non sento delle goccioline bagnarmi il viso.

A quanto pare quel giorno non ero l'unica a piangere.

~~~~~
Chi era l'uomo misterioso?

Cosa c'è scritto in quella lettera?

Ma soprattutto... Potrò magiare il tiramisù che sta in frigorifero?

Lo scoprirete nei prossimi capitoli
Mettete stellina, commentate, condividete, seguitemi, stolkeratemi eeeeeee... Ci vediamo nel prossimo capitolo
Ciao(。・ω・。)

~ıňňѧmoяѧţѧ Ԁı uň ɢѧţţo яѧňԀѧɢıo~ ||ʟєνı × яєѧԀєя||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora