93: Ora di partire

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Narratore pov.

Le settimane passano velocemente e sfortunatamente, l'ora di partire per Los Angeles è arrivato.
Ognuno è preoccupato a modo suo, chi per la missione, chi per la vita degli altri, in questo caso (t/n) è preoccupata per se stessa.

Si potrebbe pensare che sia una cosa egoistica ma la ragazza non ha paura di morire, ha paura di cosa potrebbe succedere se perdesse il controllo.

"Cosa potrebbe succedere se Levi scoprisse il suo segreto? Cosa penserebbe se sapesse che gli ha mentito?"

Mentre la sua mente vorticava senza freni, una mano si poggia sulla sua spalla, facendola tornare con i piedi per terra.
La (c/cp) si gira e trova davanti a se il corvino che la guarda preoccupato con i suoi occhi di un grigio freddo e penetrante, che si scontrano con quelli (c/o) della ragazza.

Il ragazzo poggia delicatamente una mano sulla guancia della (c/cp), facendo dei piccoli cerchi con il pollice, lasciando che (t/n) si godi quel piccolo momento di calma e felicità prima della partenza per quella che potrebbe essere la missione più dura e difficile della sua vita.

-Pronta?- chiede dopo qualche minuto Levi lasciandogli un bacio sulla guancia.

-Pronta- risponde lei con un piccolo sorriso.

Dopo un tempo che a loro è sembrato troppo poco, si staccano e la (c/cp) può tornare a finire di mettere in valigia tutto l'occorrente che gli servirà per la settimana a venire nel mentre Levi, senza essere scoperto, mette in valigia un regalo che darà alla ragazza, una volta arrivati a Los Angeles.

Non appena finiscono di fare le valige scendono al piano di sotto, dove li attendono Mika e Yuu, intenti a discutere del più e del meno e non appena vedono i maggiori scendere le scale si alzano e iniziano ad uscire di casa, seguiti dai due fidanzati.
Chiudono la porta e si dirigono verso la macchina, anche conosciuta come il figlio che (t/n) ha sempre voluto, caricano i bagagli, dopodiché salgono nell'auto e partono per l'aeroporto.

[Skip time]

Ad attenderli ci sono tutti: Hanji con la sua coda scompigliata come sempre, Eren Armin e Mikasa sempre in forma, la Compagnia Demoniaca della luna, tra cui Yoichi e Shiho e purtroppo per la (c/cp), c'è anche Guren, che con il suo solito modo strafottente, guarda il cellulare senza nessun interesse.

Quando vedono la ragazza fanno un saluto con la mano, che la giovane ricambia, anche se con un sorriso finto e senza emozioni e di questo Levi ne era accorto, anche se non capiva il perché.

Tralasciando i convenevoli, salgono tutti sull'aereo, lasciando le valige agli addetti sistemandosi sulle comode poltrone in pelle del veicolo, parlando del più e del meno, della missione e sulle possibili tattiche.

A quanto pare sono tutti entusiasti, tranne (t/n) che osserva dall'oblò dell'aereo la terra sotto di lei farsi sempre più piccola e sbiadita a causa delle nuvole bianche.
Sospira pesantemente, mentre nella sua testa continuano a vorticare diversi interrogativi:

Qualcosa dentro di lei le diceva che mancava qualche tassello importante in quel puzzle intricato e complesso che è la sua vita. Ripensa alla sua vecchia casa, a quali segreti avrebbe trovato in essa una volta arrivata lì e invece ad attenderla c'era solamente un tumolo di legno marcio e probabilmente gli indizi che cercava erano ormai perduti.

Eppure sentiva che aveva dimenticato qualcosa, qualcosa di molto importante, che sarebbe servito al completamento del puzzle, un particolare che avrebbe rivelato a tutti il motivo che collegava i suoi genitori al siero AOT, che andasse oltre ai fatti conosciuti fino ad ora, ma (t/n) non sapeva dire di cosa si trattasse, semplicemente sapeva che era così.

- (-n...t/n...T/N!)- la ragazza scatta con la testa verso la voce che l'ha chiamata con sguardo scombussolato, il che significava che con la mente, fino a quel momento, era in un altro mondo, sconosciuto a tutti tranne che a lei.

-Emh Si?- chiese guardandosi intorno e ritrovandosi tutti gli occhi puntati su di se.

-Tutto bene cara?- chiede Hanji preoccupata e la diretta interessata risponde imbarazzata con un semplice:

-Si, scusatemi ma ero distratta-

-Distratta è un eufemismo, ti abbiamo chiamato per mezz'ora- dice Eren ridacchiando.

-Davvero? Oh...devo essermi addormentata con gli occhi aperti- dice la (c/cp) grattandosi la nuca con le guance rosse per l'imbarazzo.

-Comunque, stavamo dicendo che sarebbe un peccato non visitare Los Angeles, visto che prima della missione abbiamo una settimana, per cui abbiamo pensato di andare in giro per la città, per divertirci e per perlustrare meglio la zona dive si terrà il gala, cosi da poter mettere su un piano d'emergenza nel caso qualcosa andasse storto- spiega Armin con il suo solito tono intelligente e il suo sorriso angelico.

-Amh...per me va più che bene. Ho sempre voluto camminare per le vie di Los Angeles e di andare a prendere il sole sulle sue famose spiagge. Si, è un ottima idea- dice la ragazza con una scintilla di felicità nei suoi occhi (c/o).

-Allora è deciso. Los Angeles, preparati perché stiamo per arrivare-

Tutti i presenti sono felici per la sua decisione, solo una persona persona però, si era resa conto che la giovane sta mentendo e che il suo sorriso è falso, perché sta nascondendo qualcosa dietro di esso e questa persona è pronta a scoprire cose c'è sotto.
Dopo ore di viaggio, i passeggeri sentono un tonfo e il rumore dei motori affievolirsi sempre di più fino a che intorno a loro non inizia a regnare un brusio di voci.

Ad un tratto sentono la voce del pilota che irrompe in tutte le cabine

-Gentili passeggeri, siamo arrivati a destinazione: Aeroporto di Los Angeles-

~~~~~

SONO TORNATA!!!

*cori angelici*

No ok davvero mi dispiace il fatto che aggiorni ogni morte di Papa ma devo mandare avanti un altro libro e le idee iniziano a scarseggiare.

Ditemi nei commenti cosa volete che scriva nel prossimo capitolo ed io cercherò di accontentarvi.

Detto questo mi scuso per eventuali errori e noi ci vediamo nel prossimo capitolo

Ciao pandacorni (。・ω・。)

~ıňňѧmoяѧţѧ Ԁı uň ɢѧţţo яѧňԀѧɢıo~ ||ʟєνı × яєѧԀєя||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora