Prologo

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Attenzione! La storia è in fase di correzione e questo prologo è nuovo, pubblicato il 11/05/2019. Per chi avesse letto la storia in una data precedente consiglio di leggere questa parte.
Noterete dei capitoli scritti al passato e altri al presente, quelli al passato sono tutti capitoli appena revisionati. Abbiate pietà e pazienza per quelli ancora da sistemare. Baci xx
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«Non possono prenderti così, pochi giorni prima dell'inizio della scuola, e obbligarti a partire!» Alice, la mia migliore amica, era furiosa.
Come sempre i miei genitori avevano deciso i loro piani senza includere me nella loro scelta, informandomi solo all'ultimo minuti dei cambiamenti che sarebbero avvenuti nella mia vita di lì a chissà quando. Conoscendoli, questo non sarebbe durato per molto tempo, dopo due mesi avrei potuto risvegliarmi tranquillamente in Alaska, e solo allora sarei stata informata dei loro ennesimi nuovi piani.

«Lo so Ali, lo so... ci sono rimasta di merda anch'io, e ci ho persino discusso fino a dieci minuti fa, ma cosa posso fare? Nulla, se non andare con loro.» Parlai, quasi con fin troppa calma rispetto a come avrei voluto reagire realmente. Sin da piccola ero stata abituata a cavarmela senza loro che per via del proprio lavoro viaggiavano molto, assentandosi da pochi giorni fino a mesi interi, insieme o separatamente. Ma era la prima volta che il trasferimento sarebbe durato più a lungo, costringendoli così a decidere di portarmi con se anziché lasciarmi con qualcuno di fidato, che alla fine erano sempre i miei vicini di casa.

«No Vicky, no! Tu puoi fare qualcosa, puoi convincerli a farti restare da me.» continuò ad insistere per far sì che io cambiassi idea, ma non lo avrei fatto, sarei partita, e sarebbe stata la cosa migliore per me. Avevo bisogno di cambiare aria. Non ne ero davvero sicura, me ne ero solo convinta, avevo un tale casino in testa in quel momento che non ero nemmeno capace di ragionare lucidamente.

«E' meglio così.»

«Cosa?» mi guardò per un attimo con un velo di confusione. Mi osservò, mentre io torturavo il braccialetto di fili colorati e intrecciati tra loro che avevo legato al polso sinistro. Non avevo intenzione di dirle il vero motivo. «Vicky, tu sei d'accordo ad andartene? Non ci posso credere!» alzò le braccia in aria lasciandole poi cadere bruscamente. Cominciò a fare avanti e indietro sui mattoni grigi davanti casa. «Tu vuoi davvero andartene... Perché?» mi guardò, con le mani lungo i fianchi aspettando una risposta da parte mia.

Presi del tempo prima di rispondere, non sapevo cosa realmente dire. «Perché è meglio così.» ammisi. La vidi guardarmi con gli occhi lucidi, il ché mi dispiacque molto. «Credimi, dispiace anche a me Alice, e mi mancherai tantissimo, però ho bisogno di staccare un po' da questo paese.»
Quando poche ore prima i miei genitori mi avevano avvisata del trasferimento imminente, devo ammettere che ci rimasi male, non volevo accettare, non vedevo il motivo per cui avrei dovuto lasciare tutto. Solo dopo averci riflettuto sopra, pensai che sarebbe stata la cosa migliore da fare. Avevo davvero bisogno di cambiare, di staccare da quella città che ormai da alcuni giorni non potevo più sostenere, una grande occasione per staccare.

«Ti prometto che verrò da te ad ogni vacanza, verrò da te ogni volta che sarà possibile. Ci impiegherò solo poche ore a venire da te, non una vita intera.» mi avvicinai a lei e l'abbracciai forte. «Ti prometto che ci sentiremo ogni giorno, sempre. Sarò il tuo incubo peggiore.» continuai facendola sorridere tre le lacrime.

«Ok... ma promettimi che manterrai queste promesse.»

Sorrisi per il suo gioco di parole. «Te lo prometto, ma solo se tu mi prometti un'altra cosa.» mi staccai da lei e tornai a sedermi sullo scalino su cui ero prima, e al contempo tornai a torturare il braccialetto pensando a ciò che stavo per chiederle.

«Allora?» mi incalzò a parlare.

Feci un bel respiro, non era facile per me, ma soprattutto non sarebbe stato facile per lei capire visto che era all'oscuro della situazione. «Promettimi che non dirai a Zayn che sto partendo, almeno non fin quando io non sarò arrivati nella mia nuova casa.» Lo avevo detto, e mi sentivo un pelino più leggera. Ma il grande macigno dolorante sul cuore era ancora presente.

Lei mi osservò per alcuni secondi, prima di rispondere, cercando di captare qualcosa nel mio viso. «Allora è per lui che vuoi andare via, avete litigato per qualche sciocchezza e vuoi eliminarlo dalla tua vita. Non è così?»

Non risposi. Abbassai lo sguardo ai miei piedi. Lei non sapeva del nostro litigio, non sapeva cosa lui avesse combinato in quella terribile settimana. Ero rimasta così scottata che non riuscivo a parlarne con nessuno, nemmeno con lei che era la mia confidente numero due. O forse uno. Sì, perché ormai lui non era più niente per me.

«Vicky, è per lui?» insistette, e vedendo la mia bocca sigillata continuò, «Andiamo... sai che tornerete sempre i soliti pappa e ciccia come sempre, è inutile andare via per questo, ti pentirai poi.»

Pensai che si stesse sbagliando di grosso quella volta, non erano le solite discussioni banali che potevano avvenire in ogni coppia. Era qualcosa di più grosso.

Non riuscii a risponderle a riguardo, l'unica cosa che riuscii a fare fu rompere in due pezzi il braccialetto.

«Alice, promettilo e basta.»
Mi alzai in piedi, e appena lei disse un misero «Ok.» la salutai e andai via, lasciandola lì con mille domande in testa.

Avete presente quando dentro vi sentite così vuoti, così tristi che fate fatica a vivere le giornate con il sorriso? Ecco, io mi sentivo proprio così. Volevo staccare, cambiare abitudini e ritrovare la felicità che avevo perso. 

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora