Capitolo 11.

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Sentii una porta sbattere mentre mi trovavo in salotto a guardare un'insensata e noiosissima serie televisiva che davano alla tv, ma non ci feci caso più di tanto, negli ultimi tre giorni capitava spesso. Ero costretta a stare ancora lì, in quella casa, ma iniziava ad andare meglio. Zayn si comportava diversamente anche se non era molto presente, ma comunque c'era tregua tra noi, io per i fatti miei e lui per i suoi senza invadere gli spazi altrui. Quella stessa sera quando rientrammo a casa mi chiese ancora una volta scusa aggiungendo anche che quando e se mi fossi sentita pronta avrebbe voluto parlarmi, io e lui da soli. Non gli dissi nulla, semplicemente annuii, e nemmeno nei giorni successivi gli rivolsi la parola, avevo bisogno di assimilare e smaltire l'accaduto.

«Mi spieghi bene come vanno le cose con Zayn?» Mi chiese Alice entrando in salotto.

«Al solito...» Il realtà non erano cambiati tanto i nostri rapporti.

«No, non è al solito. Che diamine è successo? L'altro giorno sembravate andare d'accordo e adesso lui è un pazzo furioso, ogni volta spera che sia tu ad entrare in quella stanza e quando vede me cambia da felice a deluso. Poi se provo a chiedergli qualcosa mi sbatte la porta in faccia, e so che lo senti ogni santo giorno. Quindi, dimmi cosa è successo.»

-Oh sai tuo fratello è diventato un tizio pericoloso e bipolare. Ha tentato di rapirmi e di violentarmi ma poi se n'è uscito fuori con un "scusa", ed io non gli rivolgo ancora la parola come lui vorrebbe. Poi sai l'altro giorno mi ha costretta a fingere che andasse bene il nostro rapporto d'amicizia.- Non potevo dirle tutte quel le cose.

«Non so cosa abbia.» bugia.

«Senti, secondo me ha bisogno di te.»

-Lo so.- Avrei voluto dirle, e invece la mia maschera parlò per me.

«Cosa? Che diamine stai dicendo Alice, ma ti senti? Lui non ha assolutamente bisogno di me, tu non sai niente di noi... non sai...» involontariamente stavo per farmi sfuggire qualcosa, maledetta lingua!

«Che cosa dovrei sapere?»

«Niente, non devi sapere nulla, sai già tutto.» Mi alzai dal divano e andai verso le scale.

«Ok Vicky, scusa, non mi riguarda, però prova a parlare con lui. Non si può vedere più in questo stato.»
Mi chiesi perché mai quella ragazza pensava sempre che io fossi la soluzione ai problemi di suo fratello. Evidentemente ci aveva visto più di me.

Non risposi e mi chiusi in camera buttandomi a capofitto sul letto.

Misi le mie cuffiette con l'intenzione di ascoltare un po' di musica, solitamente mi aiutava a rilassarmi, ma quella volta non funzionò proprio, pensavo solo alla richiesta di Alice.

Staccai tutti e mi alzai dal letto. Sarei andata a vedere cosa avesse quello lì.

Arrivai davanti alla sua camera, stavo per bussare ma poi pensai che non avrebbe risposto quindi entro direttamente, tanto che sarebbe stato mai, al massimo lo avrei trovato nudo e non sarebbe stato nulla che non avessi già visto.

Aprii la porta e lo vidi seduto alla scrivania mentre sniffava una polverina bianca, sicuramente cocaina. Altro che semplice erba... mi era tutto più chiaro, il suo bipolarismo era dovuto a qualcosa di più pesante.

Mi guardò per un attimo allarmato, ma quando vide che ero io si rilassò e tornò a fare ciò che aveva interrotto.
Avanzai verso di lui e lo spinsi facendolo allontanare grazie alle rotelle ai piedi della sedia, e con una mano buttai la restante polverina sul pavimento non pensando alle possibili conseguenza.
Fu come quando ad un cane affamato togli l'osso di bocca.
Si incazzò, era una belva furiosa. Strinse i pugni e si alzò di scatto per poi spingermi verso il muro facendomi sbattere. Mi lamentai per la botta e lui si avvicinò pressando il mio corpo contro il muro mentre mi teneva ferma per il collo.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora