Capitolo 31.

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«Cosa ti metterai stasera?» mi chiese Alice di punto in bianco mentre eravamo sdraiate sul letto a spettegolare riguardo le ultime news provenienti dai corridoi di scuola .

«Nulla, ti ho già detto che non verrò.»

«Ma come no? Dai, non puoi lasciarmi sola, e poi ci divertiremo, è tanto tempo che non passiamo una serata io e te.»

«Non sono io che preferisco un biondo ogni cinque minuti ad una serata con la sua migliore amica una volta a settimana»

«Vuoi che ti ricordi tutte le volte che io sono rimasta in casa perché tu-»

«Ti prego, non puoi metterti a ricordare i miei errori con tuo fratello quando più ti fa comodo.» la fermai, stanca del suo continuo tirare in ballo il mio passato con Malik. Da quando era venuta a conoscenza degli ultimi dettagli non faceva altro che menzionarlo sempre.

«Intanto lo ami ancora.» ecco altro particolare di cui era pienamente convinta.

«Gli voglio bene e lo odio allo stesso tempo, come puoi solo immaginare una merda del genere?»

«Lo odi perché non puoi averlo.»

«Alice, se vuoi ti prendo un appuntamento dal primo strizzacervelli che mi capita sott'occhio.»

«Ammettilo.» odiavo la sua presunzione e cocciutaggine.

«No, io non ammetto proprio nulla, togliti questa fissa una volta per tutte.»

«Ok amica mia ma tu stasera verrai.» Si alzò dal letto e uscì dalla stanza.

Quella sera a scuola ci sarebbe stata una festa organizzata dalle classi del quarto e del quinto che avrebbe dato il via alle vacanze di natale. A me non andava proprio di andarci, non mi sarei divertita, lo sapevo già. Non sarei stata la sola a non andare, anche Erika avrebbe saltato la serata. Volevo solo restare a casa a non fare nulla, o al massimo passare il mio tempo in compagnia di qualche serie tv.

Misi le cuffiette alle orecchie cercando di ignorare tutto il resto. Chiusi gli occhi e mi rilassi, lasciandomi trasportare dalla musica.

Direi che ci stavo riuscendo prima che arrivasse un certo esemplare pakistano, dal ciuffo corvino alto un metro e mezzo, a toglierle in modo cafone.

«Che cazzo vuoi little tony?» domandai guardandolo male.

Mi spinse un po' di lato e finì per sdraiarsi su di un fianco accanto a me.

«Ogni giorno un nuovo nome. Quando finirai la scorta avvisami.»

«Certamente Alì Babà.»

«Alice mi ha detto che non vuoi venire.» piegò il braccio per poi poggiare la testa sulla mano.

«Ti ha anche detto che doveva farsi i cazzi suoi?»

«Ehm... no. Ma lasciamo stare lei, tu verrai. Ci divertiremo.» Eccone un altro convinto che ci saremo divertiti. Sì certo, loro lo avrebbero fatto sicuro.

«Forse tu con quella papera ti divertirai a scopare nei bagni della palestra, ma io di sicuro non mi divertirò. E poi come ho già detto ad Alice stasera non mi va, voglio restare a casa e non potete costringermi.»

«Fidati che non scoperò, non con lei.» chissà cosa sarebbe cambiato, lei o un'altra oca del suo gruppo, lui si sarebbe divertito ugualmente a modo suo. «Ma ora passiamo a noi.» mi girò il volto con una mano in modo che lo guardassi «Sputa il rospo, cos'è successo?»

«Cosa doveva succedere?»

«Andiamo Vicky, so che è successo qualcosa per non essere attiva. Sembri un cadavere oggi, non ridi e non scherzi come tuo solito, non hai voglia di fare nulla e cosa più importante non mi hai ancora buttato giù dal letto, il ché è al quanto strano, so che odi quando ti sto attaccato in questo modo.» Aveva fatto centro, e dio, quanto odiavo il fatto che riuscisse sempre a capire tutto di me.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora