Capitolo 33.

18.5K 632 40
                                    

«Buongiorno principessa.» la sua voce mi entrò dentro non appena cercai di aprire gli occhi. Impresa un po' ardua vista la luce presente nella stanza.

«Buongiorno un cazzo.» risposi seccata.

Vi starete chiedendo: perché?
Avrei dovuto essere felice di svegliarmi accanto al mio ragazzo il quale quella mattina poteva sembrare particolarmente dolce, ma invece non lo ero. Okay, lo ero, però al contempo ero anche arrabbiata. Non erano nemmeno le nove del mattino e lui mi aveva svegliata facendomi il solletico ovunque, e dico davvero ovunque. Era fastidioso, e lui lo sapeva bene, ma evidentemente adorava farmi irritare. D'altronde se ami una persona finisce sempre che ami sia il lato bello che quello brutto.

«Dai, non fare così, non dovremmo litigare già al primo giorno, non è sano.» si accoccolò con la testa sulla mia spalla.

«Sì, sì, va bene.» lo lasciai perdere. Ero ancora mezza addormentata, non avevo avviato completamente il cervello per avere discussioni diplomatiche o di qualsiasi altro tipo.

«Piccola...»

«Mi hai svegliata quando non c'è scuola, per di più non sono nemmeno le nove. Cosa pretendi, che ti dia un premio?»

«No.» accarezzò ripetute volte il mio braccio «Ma magari un bacino lo merito, no?»

«Sì, baciami il culo. Buona notte.» gli voltai le spalle lasciandogli cadere la testa sul cuscino, pronta per tornare a dormire.

«Guarda che lo faccio davvero.» si avvicinò e tornò a stringermi a sé.

«Come no. Fammi dormire.»

Non rispose, e così pesai si fosse rassegnato, ma mi sbagliavo. Portò le sue mani sul mio sedere e spostò di poco le mutandine nere verso il centro, al ché mi girai di scatto.

«Che cazzo fai Zazà?»

«Non devo baciare le tue mutande, quindi cosa pensi stia facendo?» Era scemo e amava seriamente farmi irritare. Il caso è chiuso.

«Sai che ti odio?» lo guardai da due piccole fessure.

«Mi sembra difficile, tu puoi solo amarmi all'infinito mia dolce donzella.» disse l'ultima frase imitando una stupida voce di un qualche vecchio maggiordomo preso da un cartone animato. Ammetto che però riuscì a farmi ridere.

«Quanto sei scemo.» sorrisi spontaneamente. «E sei anche incredibilmente insopportabile la mattina.»

«Questo lo vedremo.» riprese con i grattini sul mio braccio «Sei talmente rincoglionita da dimenticarti che oggi hai un appuntamento importante di nome Theo e famiglia.»

«Davvero?» chiesi cercando di fare mente locale.

«Secondo te per quale assurdo motivo avrei dovuto svegliarti presto?» in effetti torto non aveva «Meno male che ci sto io sennò combineresti solo guai.» qui aveva torto invece.

Me n'ero completamente dimenticata che alle 10 sarei dovuta essere al ELEM bar. La sera precedente mi aveva completamente scombussolato la mente che ero al punto di non ricordare gli impegni della giornata.

«Scusami caro, come hai detto che sono?»

«Rincoglionita.» ribadì.

«Ripetilo e ti castro.»

«Vic, sei una grandissima rincoglionita.» disse con uno sguardo di sfida.

Feci per colpirlo con una ginocchiata secca agli attributi, ma ovviamente ero ancora in modalità avvio in corso, per cui lui fu più veloce a bloccare la mia gamba con le mani. Non ebbi nemmeno il tempo di buffare che in un'agile mossa me lo trovai sdraiato sopra.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora