(2) Capitolo 8.

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Anna... io sono Anna...

Da due giorni avevo ricevuto quella sorpresa, da due giorni continuavo ad ignorare mio padre, e da due giorni quella frase continuava a vagarmi per la mente. Tutto ciò mi rendeva nervosa. No che non mi stesse bene, anzi, ero più che d'accordo se mio padre si rifacesse una vita, però non mi andava giù il modo in cui l'avevo scoperto. Non volevo una presentazione il giorno subito dopo l'inizio della loro frequentazione, però almeno un "Vicky, sai, mi sto conoscendo con una donna" che ci voleva a dirlo? Forse ero io il problema, che la pensavo diversamente dalla gente comune. Ero io che pretendevo troppo dal rapporto padre e figlia che da poco avevamo iniziato a vivere.

Il mio telefono iniziò a suonare distraendomi dai pensieri, così corsi verso il tavolino che sta davanti al divano e lo presi leggendo il nome di Alice.

"Bestiaaaa" risposi

"Sempre dolce e carina..." dal tono potevo benissimo immaginare la sua faccia contrariata "Sei a casa?"

"Ovvio"

"Benissimo, tra poco arriviamo"

"Arriv-" non ebbi il tempo di esprimermi che mi aveva già chiuso la chiamata in faccia.

-Arriviamo? Ma chi? Spero lei e sua madre.- pensieri completamente errati.

Posai il telefono dove era prima e nello stesso istante si aprii la porta d'ingresso, rivelando un pakistano sudicio di sudore.

"Piccola" si avvicinò a me, mentre io mi allontanavo.

"Che cazzo hai fatto? La lotta contro un canguro?"

"Qualcosa non va nell'aria condizionata in macchina, e dio solo sa quanti gradi ci sono oggi, per non parlare del traffico"

-povero, gli si è rotta l'aria confezionata.-

Continuava ad avvicinarsi "Un bacio si può avere?"

"Vai a lavarti immediatamente Malik, non avvicinarti a me in quello stato" Alzò gli occhi al cielo sbuffando e andò a chiudersi in bagno. Attaccò la musica, come al suo solito mettendola ad un volume abbastanza elevato. Era un miracolo che in quelle poche settimane i vicini non si fossero ancora lamentati.

Andai in cucina cercando di farmi venire un'idea su cosa cucinare per cena, ma non feci in tempo nemmeno ad entrare nella stanza che in sottofondo alla musica captai il suono del campanello.

Pensai che Alice fosse già arrivata, ma quando aprii mi ritrovai solo Marisa.

"Ciao vicky" mi salutò molto calorosamente, come era solita fare.

"Oh ciao, non ti aspettavo"

"Scusa la visita improvvisata, ma Zayn non mi rispondeva al telefono"

"oh tranquilla, vieni di qua" dissi facendo segno di andare verso la cucina

"Lui è in casa immagino, ero venuta a prendere le chiavi della casa al mare"

-Casa al mare? Eh?- non avevo idea né delle chiavi, né tanto meno della casa al mare.

"Adesso te lo chiamo, se mi sente" precisai "è chiuso in bagno"

"va bene"

"ZAYN!!" urlai mentre partì la canzone I'm sexy and I know it. La odiavo, mentre lui la metteva in continuazione in quel periodo.

Non feci nemmeno caso se rispose o meno perché suonò di nuovo il campanello. Stavo per aprire quando me lo ritrovai dietro con un misero asciugamano legato in vita, che si strusciava contro di me sulle note di quella canzone, mentre mi canticchi all'orecchio la parte "I got passion in my pants and I ain't afraid to show it, I'm sexy and I know it"

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora