Capitolo 20.

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Crop top bordeaux, skinny a vita alta neri, un bel paio ti tacchi alti, e per ogni evenienza un giacchetto nero. Ero pronta per la festa.

Niente vestiti o gonnelle, volevo stare comoda senza il pericolo di essere attaccata da qualche maniaco, soprattutto quando con uno ero costretta a starci in macchina.

Ebbene Alice e il biondo avevano deciso di andare con la propria macchina, ed io di conseguenza ad andare con Zayn, e chissà forse anche con Marco. Che tristezza.

Noi ragazze eravamo pronte, ad aspettare nel salotto di casa Badeira il ritardatario e il vanitoso. Alice aveva deciso di far prendere aria ad uno dei tanti vestitini che teneva chiusi nell'armadio, rovinando però l'effetto meraviglia mettendo ai piedi delle ballerine. Farle indossare dei tacchi era come portarla al patibolo, una sofferenza atroce per chi doveva poi subire le sue lamentele. Ma ogni tanto si decideva di testa sua ad indossarli.

Finalmente il biondo arrivò, mentre il vanitoso era ancora intento a sistemare il ciuffo davanti allo specchio. Davvero nauseante.

Dopo che Alice gli mise fretta per la terza volta finalmente si degnò a scendere dentro ai suoi jeans neri, camicia blu scuro e ai piedi ha le sue amate nike, anch'esse nere. Che dire, non c'era bisogno di fare complimenti.

Come da programma andammo in due auto diverse.

«Marco si è deciso?» domandai abbassando il volume dello stereo in modo che potesse sentirmi.

«Ha detto che verrà direttamente lì, ma non mi è sembrato molto convinto.» A mio parere non fu una novità, da tempo lo vedevo sempre indeciso per quelle poche volte che avevo avuto a che fare con lui. «Ultimamente è sempre così strano. Credo gli piaccia qualcuna.» si lasciò sfuggire lui ridacchiando e contagiando per qualche strano motivo anche me.

«E' così strana la cosa?»

«E' strano che non abbia detto chi è, e che non si sia fatto ancora avanti. Diciamo che sono un paio di settimane che tiene dei comportamenti anormali.»

Senza volerlo ci ritrovammo a spettegolare del povero Marco come due vecchiette di quartiere. L'argomento non era qualcosa di interessante, ma ci facemmo certe risate.

Musica assordante che si percepiva già dal parcheggio; macchine a non finire; gente sparpagliata un po' ovunque. Così la festa ci diede il benvenuto ancor prima di entrare dentro alla villa.

Oltrepassammo la soglia della porta tutti e quattro insieme, due davanti e due dietro, trovando davanti a noi il caos più totale: musica con un volume che avrebbe perforato i timpani persino ad un sordo; alcol ovunque; ragazzi già ubriachi, di cui molti collassati sui divani in pelle nera che vi erano attaccati alle pareti; gente che fumava mista a gente sballata da chissà cosa; e poche persone decenti che ballavano tranquillamente.

Mi domandai dove diamine ci avesse portati quel cretino di Zayn.

La faccia di Alice era disgustata mentre osservava l'ammasso di ubriachi morenti, e i suoi occhi urlavano: "Scappiamo!". Non era la prima festa a cui andavamo, ma era sicuramente la prima in cui vedevamo quello scempio a solo mezz'ora scarsa dall'inizio. Non osavo immaginare fra un'ora come sarebbe stata.

Zayn, spingendo via alcuni corpi barcollanti che intralciavano il passaggio, ci fece strada portandoci in una parte della casa dove vi era più tranquillità. Non doveva essere la prima volta che andava in quel luogo, sembrava conoscerla bene.

Inizialmente noi ragazze gli fummo grate per quel cambio di scena, ma quando vidimo avvicinare quella civetta, a me personalmente, calò di nuovo l'umore positivo che avevo preso.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora