Capitolo 12.

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Avevo pensato molto alla nostra conversazione di quel giorno, Zayn aveva ragione, io per lui c'ero sempre stata. A differenza mia Alice non lo aveva mai sostenuto o comunque aiutato quanto me, da piccoli lo vedeva persino come un avversario.
I genitori di Alice si erano separati quando lei aveva circa due anni di vita, e dopo un anno la madre si era messa con un uomo di origini pakistane, Robert Malik, ossia il padre di Zayn.
Nonostante avesse solo cinque anni, due in più di me e Alice, Zayn capiva molto bene la situazione. La madre gli era morta, così diceva il padre, e per lui non era una bella situazione quella in cui si trovava. Vedere il padre con una nuova donna era strano per lui.
Ricordo che era molto timido ai tempi e non socializzava molto, direi per niente. Con Alice non scambiava alcuna parola, stessa cosa con tutta la gente che gli stava intorno. Quando io e Alice giocavamo insieme lui stava sempre messo in disparte a guardare, non interagiva mai.
Dopo diversi giorni a vederlo così, io, che a tre anni ero una bambina molto vivace e determinata, mentre eravamo a giocare in salotto con delle costruzioni decisi di avvicinarmi a lui e iniziare a parlare facendogli domande sui suoi giochi preferiti. Stranamente mi rispose, a differenza di come faceva con gli altri limitandosi a dire solo sì o no mi disse che i supereroi erano i suoi preferiti, e ricordo pure il sorriso che mi fece. Da quel giorno diventammo migliori amici io e lui. All'inizio parlava solo con me, poi piano piano iniziò a scambiare qualche parola con il resto della famiglia.

Poi un giorno il padre, non si seppe perché, se ne andò non facendosi mai più vivo, lasciando Zayn con la madre di Alice. Per lui fu uno shock, dopo la madre aveva perso anche il padre, e ne soffrì molto, anche se in silenzio. Per alcune settimane si chiuse nuovamente in se stesso parlando solo con me, ma era furbo, mi fece fare tanti di quei giuramenti che mi toccò persino mentire dicendo a Roberta che lui non parlava con me. Avevamo sempre avuto così tanti segreti che avremmo potuto scriverne un libro. Alla fine si riprese rassegnandosi, e passato un altro annetto i genitori di Alice tornarono insieme più innamorati di due ragazzini alla prima cotta, tenendo Zayn con loro.

Più crescevamo io e lui e più passavamo il nostro tempo insieme. Facevamo la qualunque sempre insieme e per questo Alice non ci andava molto d'accordo, rischiava di non vedermi più per colpa del fratellastro. Una cose oltre alle tante che amavo era il fatto di essere semplicemente Zay e Vic, noi ci chiamavamo così e non Zayn e Vicky o Victoria che sia. Aveva iniziato lui quella "tradizione" di avere dei nomignoli solo per noi.

Poi all'età di 15 anni e mezzo io e 17 lui, ci mettemmo insieme.

Quella sera eravamo andati ad una festa di compleanno, e alle prese con una delle nostre prime bevute tornammo a casa un po' ubriachi. Mi accompagnò fino alla porta, non che stessimo lontani chissà quanto, giusto qualche metro, le nostre casa erano una di fianco all'altra, ci divideva solo la strada, e mentre mi stava salutando invece di darmi il solito bacio sulla guancia come era solito fare me lo diede sulle labbra. Non si fermò, continuò a baciarmi ed io ricambiai, mi piaceva, amavo le sue labbra e provavo una sensazione strana sì, strana ma bella allo stesso tempo. Entrammo in casa, i miei non c'erano, come capitava spesso erano fuori per lavoro, e noi finimmo per fare sesso. Da quel momento lui iniziò a dire di amarmi, e in realtà pure io lo amavo, già da un po'. Avevamo capito che la nostra non era solo amicizia.

O almeno pensavo fosse così, vista la poca durata. Dopo un paio di settimane scoprii che lui e i suoi amici avevano fatto una scommessa, lui mi avrebbe portato a letto entro un mese.

Ci rimasi malissimo, lui che mi diceva sempre tutto, la persona per cui avrei dato anche l'anima mi aveva usata. Avevo creduto ai suoi ti amo, ai suoi baci, a tutto ciò che mi dimostrava, e invece per lui io ero diventata solo una stupida scommessa.

Gliene dissi di tutti i colori quel giorno, lui cominciò a dire che non c'entrasse niente con quella storia, continuava a dire di amarmi, che non era vero il resto, che non l'avesse fatta lui la scommessa. Ma l'avevo scoperto ormai e non poteva più mentire. Dal quel momento iniziai a odiarlo, aveva distrutto tutto ciò che eravamo da una vita ed io ero diventata la stronza che ero.

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora