Capitolo 45.

10.4K 486 41
                                    

"ZAYN!!" urlai mentre correvo giù da lui.

La lampada che stava vicino alla porta d'ingresso era a terra, frantumata in mille pezzi. La porta semi aperta e Zayn riverso sul pavimento, piegato in due con le mani a stringere la maglia sul petto, come a volerla strappare. Mi inginocchiai vicino a lui, provai a tirarlo un po' su. Riuscii a portarlo con la testa sulle mie gambe. Era pallido come mai lo avevo visto prima.

"Cosa è successo Zayn?" domandò allarmata Alice

"Zayn, ti prego amore, dimmi cos'hai?" lo supplicai di parlare.

"Ma-Marco." Balbettò dolorante sotto voce.

"Lo ammazzo. Che cazzo ha fatto?" iniziai a tremare.

Non rispose. Mi guardò negli occhi mostrando i suoi rossi, erano inquietanti. Ed un secondo dopo li chiuse. Pensai, e sperai, che fosse solo svenuto.

"Amore, ti prego, svegliati" lo scossi mentre continuavo a chiamarlo per nome.

Le mie gambe tremavano, così come le braccia, e le lacrime avevano preso il sopravvento sul mio viso, ma nonostante ciò mi feci forza. Dovevo salvarlo.

"Non riesco..." Alice cercava di comporre il numero per far arrivare i soccorsi, ma le sue mani tremavano peggio delle mie.

"Ti prego Alice, aiutami a portarlo in macchina, lo porto io in ospedale" dissi capendo che stavamo solo perdendo tempo.

"Cosa? Tu sei pazza! Non hai la patente"

"Non me ne fotte un cazzo, non c'è tempo da perdere, o mi aiuti o lo faccio da sola" mi alzai e lo afferrai per le spalle.

Lei immediatamente lo prese per i piedi e così lo portammo fino a dentro la sua auto. Non so dove mi venne la forza di sollevarlo, probabilmente l'adrenalina, la paura di poterlo perdere. Lo ringraziai mentalmente per avermi dato qualche lezione contro il mio volere.

Non mi interessò in quel momento del fatto che non avessi la patente, come non mi interessò di una possibile multa, né di un graffio alla carrozzeria. Arrivare al pronto soccorso era la mia priorità.

"Attenta cazzo!" mi urlò Alice quando superai un incrocio con il rosso.

-'Fanculo i semafori e le precedenze.- pensavo.

Arrivammo, e sentivo il presentimento di aver strisciato da qualche parte. Ero così agitata che non ero più sicura di quello che stavo facendo, né di che marcia avessi ingranato. Ma ripeto, non mi interessava nulla oltre al doverlo salvare.

Alice corse dentro a chiamare qualcuno. Poco dopo arrivò con un dottore e un infermiere.

"Cosa è successo?" chiese il medico mentre due signori portavano Zayn su una barella verso l'interno della struttura.

"E' arrivato a casa che stava già male. Non lo so, non lo so, cazzo." Mi portai le mani in faccia scoppiando nuovamente a piangere.

"Calma, Vicky" mi abbracciò Alice. "Non sarà nulla di grave" provò a rassicurarmi. Ma nulla poteva farmi stare tranquilla. Solo io e lui sapevamo il suo percorso, cosa aveva affrontato per liberarsi da quella dipendenza. E già immaginavo la causa del suo malessere, le conseguenze a cui poteva andare in contro. E poi quegli occhi, li avevo conosciuti, ma di una tonalità di rosso più leggero rispetto a come li avevo visti quella sera.

"Lo portiamo dentro per controllare. Per favore spostate la macchina da lì, blocca il passaggio"

Annuii, e facendo un grosso respiro tornai fuori a spostarla.

Ed ecco che iniziai a pensare alle conseguenze del mio gesto eroico.

-Oh merda! Morirò io stavolta-

Il fratello della mia migliore amica è uno stronzo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora